Social e minori: una proposta di legge per proteggere i più giovani dalla dipendenza. Limiti per gli under 15 e freno ai baby influencer

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La dipendenza dai social network tra bambini e adolescenti è un’emergenza globale che minaccia la salute fisica e mentale delle nuove generazioni.

Per affrontare questa problematica, le parlamentari Lavinia Mennuni (FdI) e Marianna Madia (Pd) hanno presentato una proposta di legge bipartisan, ispirata alle esperienze di altri Paesi come gli Stati Uniti e la Francia.

L’obiettivo non è vietare l’accesso a Internet ai minori, ma promuoverne un uso sicuro e consapevole, fornendo strumenti concreti ai genitori per contrastare l’abuso. La proposta si inserisce nel solco dell’indagine conoscitiva avviata dalla bicamerale Infanzia e adolescenza, con l’auspicio di un ampio consenso tra le forze politiche.

Verifica dell’età e tutela della privacy

Uno dei punti cardine della proposta è la verifica dell’età per accedere ai social network. Attualmente, in Italia il limite è fissato a 13 anni, ma l’assenza di controlli rende questa regola facilmente aggirabile. La proposta innalza l’età minima a 15 anni, introducendo un meccanismo di verifica dell’età effettiva degli utenti, delegato ad AgCom e Garante della Privacy.

L’intervento si allinea con il regolamento europeo che vieta l’utilizzo dei dati degli utenti a scopi promozionali al di sotto dei 18 anni, e risponde alle crescenti denunce di genitori preoccupati per l’esposizione dei figli a contenuti inappropriati e potenzialmente dannosi.

Un approccio precauzionale, non proibizionista

La proposta di legge non intende demonizzare i social network, ma promuoverne un uso responsabile e consapevole. L’obiettivo è fornire ai giovani gli strumenti per navigare in sicurezza, proteggendoli da fenomeni come il cyberbullismo, la dipendenza e l’esposizione a contenuti inappropriati.

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