Smettere di lavorare e attendere la pensione: ci sono penalizzazioni?

Nell’attesa della pensione, una volta raggiunti i requisiti, si può anche smettere di lavorare.
Come abbiamo scritto più volte l’assegno ordinario di invalidità non da la possibilità di accedere alla pensione anticipata. Rispondiamo alla domanda di un nostro lettore che ci scrive:
Buongiorno Dott.ssa Del Pidio , sono un suo lettore ho 59 anni e sono disabile al 70% dal giugno 2017,da un po di tempo la seguo ed ho potuto constatare, anche dalle parole dei suoi lettori, la sua competenza in materia previdenziale ed ho deciso di sottoporle una domanda che mi sta a cuore . L’argomento è stato da lei trattato piu’ volte ( AOI ) , ma il mio caso mi sembra leggermente diverso da quelli che ho letto e volevo chiederle, se possibile, un suo parere .
Nel dicembre 2022 maturerò i 42 anni e 10 mesi della Legge Fornero ed ho intenzione di lavorare fino ad aprile 2023 (avrò 60 anni) .
Settembre 2022 ho finito il primo anno del secondo triennio dell’AOI (che scadra’ settembre 2024) .
La domanda è questa:
Posso smettere di lavorare ad aprile 2023 , percepire l’AOI fino a settembre 2024 senza rinnovarlo e allo scadere chiedere la mia pensione anticipata maturata con la Legge Fornero ? Potrebbero esserci penalizzazioni che non conosco ?
La ringrazio infinitamente per la sua gentile risposta .
Cordiali saluti
Pensione anticipata, dimissioni e assegno ordinario
Certamente può smettere di lavorare ad aprile 2023 per andare in pensione, poi, l’anno successivo. Si assicuri soltanto di avere il giusto numero di contributi non solo basandosi sugli anni di lavoro e sull’estratto conto contributivo ma richiedendo l’ECOCERT all’INPS, il certificato che le indica i reali contributi posseduti. Sarebbe un peccato, infatti, al momento di accedere alla pensione scoprire che mancano, magari, una manciata di contributi per poter averne diritto.
Potrà richiedere, senza penalizzazione alcuna, la sua pensione anticipata alla scadenza dell’assegno ordinario di invalidità che provvederà a non rinnovare. Non esistono penalizzazioni per questa scelta, se non quella di non versare contributi nel periodo che va dalla cessazione del lavoro all’effettivo accesso alla pensione. Il calcolo del suo assegno, poi, sarà effettuato con il coefficiente di trasformazione riferito all’età in cui la pensione ha decorrenza (suppongo, quindi, 61 anni e qualche mese).
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