Smentito il luogo comune sulla mobilità docenti del Sud … ancora una volta
red – Ieri, un articolo apparso sul quotidiano "La Repubblica" ha smentito il luogo comune secondo cui i docenti del Sud vanno al Nord per accaparrarsi il ruolo, per poi ritornare nelle regioni d’origine. La redazione di orizzontescuola.it se ne era già occupata nel gennaio del 2010.
red – Ieri, un articolo apparso sul quotidiano "La Repubblica" ha smentito il luogo comune secondo cui i docenti del Sud vanno al Nord per accaparrarsi il ruolo, per poi ritornare nelle regioni d’origine. La redazione di orizzontescuola.it se ne era già occupata nel gennaio del 2010.
"La Repubblica" parte dai dati forniti da "scuole in chiaro", il servizio che ha lo scopo di consentire alle famiglie di scegliere più consapevolmente la scuola dove iscrivere i propri figli. Tra i dati richiesti del sistema c’è l’inserimento da parte delle scuole dei dati relativi agli organici. Così, dalla pubblicazione dei numeri si scopre che il corpo docente più stabile è al Nord, dove ci sono meno trasferimenti e di conseguenza più continuità didattica.
Così, ad esempio, in Lombardia e in Veneto, nelle scuole elementari, i trasferimenti ammontano al 4,2 e al 3,1%; quando la media nazionale e del 4,3%. Anche alle medie le percentuali in Lombardia e Veneto sono al di sotto della media nazionale che si attesta al 9,0%: infatti, in Lombardia la percentuale dei trasferimenti è del 7,2% mentre in Veneto dell’8,5%.
In realtà non si tratta di una notizia nuova. Ce ne eravamo già occupati, commentando i dati forniti dalla fondazione Agnelli che aveva studiato i flussi della mobilità relativi all’anno 2009/ 2010. La fondazione si era chiesta "quanto effettivamente essere trasferimenti di riavvicinamento alla propria regione d’origine i docenti del Sud che insegnano nelle scuole del Nord, un flusso cui sovente si imputano importanti responsabilità nell’interruzione della continuità didattica?".
Risposta a tale domanda è stata: peso irrilevante. Infatti, i trasferimenti da Nord a Sud hanno riguardato appena il 2% di domande, con la soddisfazione di appena lo 0,6% di docenti che nel 2009- 10 si sono trasferiti da Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli, Emilia-Romagna) a Sud, sono stati appena 691. Una cifra irrisoria che non ha potuto di certo influire sulla qualità didattica.
A pesare invece sono i trasferimenti all’interno delle stesse regioni, interprovinciali e non interregionali.
Già nel 2010 denunciavamo l’ennesima mistificazione della realtà, ai danni dei lavoratori meridionali, con il solo scopo di controllare più direttamente il flusso di immigrati dal Sud al Nord.