Smartphone e tablet usati come baby sitter: “Un errore educativo che non possiamo consentire”. INTERVISTA a Daniela Lucangeli

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L’impatto del digitale sullo sviluppo dei bambini è un tema complesso, che richiede una profonda riflessione sul ruolo educativo degli adulti.

Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova, intervistata da Orizzonte Scuola, a margine degli Stati Generali della Scuola Digitale a Bergamo, sottolinea l’importanza della neuroplasticità, la capacità del cervello di modificarsi in base agli stimoli ricevuti, soprattutto nella prima fase della vita. L’uso eccessivo di dispositivi digitali in questa fase delicata può avere conseguenze negative. “Tutto il primo tempo della vita è un tempo in cui il nostro cervello è programmato […] per modificarsi sulla base degli stimoli che riceve”, spiega la professoressa.

Digital babysitting e parental fubbing: errori da evitare

Due fenomeni ben noti e studiati, il digital babysitting e il parental fubbing, rappresentano veri e propri errori educativi. Il primo consiste nell’affidare i bambini ai dispositivi digitali per lunghi periodi, mentre il secondo si riferisce all’atto di ignorare i figli a causa della distrazione causata dai propri device. “Il digital babysitting è uno dei fenomeni più studiati come un errore educativo che non ci possiamo consentire”, afferma Lucangeli. Il parental fubbing, invece, genera un profondo dolore psichico nei bambini, che si sentono ignorati dai genitori.

Dipendenza e consapevolezza

Un altro aspetto critico è la dipendenza dai dispositivi digitali, sempre più diffusa anche tra i più giovani. Tale dipendenza, spiega Lucangeli, limita la libertà di desiderare e genera un senso di smarrimento quando si è privi del device. Per contrastare questi fenomeni, è fondamentale la consapevolezza dell’adulto. Gli educatori devono essere in grado di riflettere sulle proprie azioni, riconoscere i propri errori e ampliare le proprie visioni. “La consapevolezza è una funzione con cui la mente sa riflettere su se stessa”, conclude Lucangeli, invitando gli educatori a formarsi per sviluppare questa capacità fondamentale e accompagnare al meglio le nuove generazioni nell’era digitale.

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