In Slovacchia, l’aumento degli stipendi dei docenti si traduce in tagli al personale

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Giulia Boffa – In Slovacchia le regioni potrebbero dover licenziare centinaia di insegnanti delle scuole primarie e secondarie, in seguito all’aumento degli stipendi e alle modifiche dei finanziamenti alle scuole, decisi dal governo.

Giulia Boffa – In Slovacchia le regioni potrebbero dover licenziare centinaia di insegnanti delle scuole primarie e secondarie, in seguito all’aumento degli stipendi e alle modifiche dei finanziamenti alle scuole, decisi dal governo.

I rappresentanti di città e villaggi incontreranno oggi il Ministro dell’Istruzione Dusan Caplovic per discutere la questione. 
 
Le regioni di Bratislava e Kosice, ad esempio, ammettono che metà delle scuole di loro competenza avranno problemi finanziari se non si attuano licenziamenti: solo 
a Kosice si parla di 65 istituti secondari e 200 insegnanti da licenziare e si teme che le scuole potrebbero essere costrette a tagliare i bonus del personale per aumentare i loro stipendi base, il che significherebbe annullare il 5% di aumento promesso dal governo.
 
I governatori delle otto regioni hanno presentato ieri al ministro dell’Istruzione Dusan Caplovic una proposta, che suggerisce che comuni e regioni ricevano l’intero pacchetto dei fondi per gli stipendi del personale della scuola come previsto dal ministero, e li ripartiscano tra le singole scuole in base alle priorità reali identificate dagli enti locali, per cercare di salvare 30/40 scuole dalla chiusura. Al momento, infatti,  questa possibilità di ripartizione autonoma non viene concessa.
 
Il ministero continua a sostenere la necessità che gli enti regionali e locali continuino con l’opera di razionalizzazione degli istituti scolastici, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze sugli organici, promettendo per gli insegnanti risparmiati dai tagli più alti stipendi. 

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