SISA. Confermate ragioni sciopero
SISA – Dalle ulteriori manovre economiche del governo confermate le ragioni dello sciopero del 7 ottobre, disponibilità del SISA a scendere in piazza in una ulteriore data per uno sciopero generale unitario. Nel caso venga spostata la data della festività del primo maggio 2012 sciopero generale della scuola in quella giornata
SISA – Dalle ulteriori manovre economiche del governo confermate le ragioni dello sciopero del 7 ottobre, disponibilità del SISA a scendere in piazza in una ulteriore data per uno sciopero generale unitario. Nel caso venga spostata la data della festività del primo maggio 2012 sciopero generale della scuola in quella giornata
Siamo alla terza manovra economica del governo in neppure sessanta giorni ed è la più sconclusionata. Si raschiano fondi per cercare di salvare un paese sotto attacco speculativo da un lato e sotto ricattato dalle imposizioni di una Europa che crede di salvarsi privatizzando lo stato sociale. È tempo di costruire una reale alternativa che ponga i beni comuni e i diritti degli esseri umani al centro, consapevoli che non ci sarà, per l’Italia e per tutto l’Occidente alcuna ripresa o crescita, ma solo il declino irreversibile di un sistema non più praticabile di controllo delle materie prime alimentari ed energetiche planetarie, oggi acquistate dalle nazioni emergenti e quindi indisponibili per il nostro furto a basso a costo, volto a garantire i nostri folli e insostenibili livelli di consumo. Una alternativa di cui dovrebbe parlare la politica, mentre assistiamo – al contrario – al tragico e farsesco teatrino di sempre, non solo in Italia.
Berlusconi, Tremonti e Calderoli inneggiano alle trenta province abolite, ma o si aboliscono tutte e si trasferiscono le competenze e il personale a comuni e regioni, oppure si sarebbe dovuto parlare di un più congruo e complessivo progetto di accorpamento. Se si aboliscono le due province giuliane di Gorizia e Trieste, le competenze a chi passano? Ad un mega-provincia di Udine? E che senso avrebbe avere un consiglio regionale e nella stessa regione solo due province, Udine e Pordenone? E con l’abolizione delle province di Campobasso e di Isernia le competenze passeranno alla regione Molise o a qualche provincia limitrofa, pugliese o abruzzese? Poi dovrebbero rispondere per danno erariale coloro che negli ultimi anni hanno istituito province come Medio Campidano che ha una popolazione che starebbe nello stadio di San Siro.
Se con le province si rasenta l’assurdo, con l’idea di spostare le tre festività repubblicane al lunedì più prossimo Tremonti inventa qualcosa di inutile a cui ci opponiamo. Intanto è falso che le festività in Europa vengano ricondotte al lunedì, non è così per il primo maggio, in Francia, come in Belgio, in Germania, e neppure in questi stati per le feste nazionali. Solo la Gran Bretagna sposta al primo lunedì di maggio la ricorrenza del lavoro. Come SISA troviamo assurdo festeggiare lunedì 23 aprile 2012 il 25 aprile e lunedì 30 aprile 2012 il primo maggio. Il 2 giugno nel 2012 cade di sabato e sicuramente il ministro innovatore del calendario non lo toccherà. Per le altre due ricorrenze civili annunciamo da subito che nel caso tale assurdo avvenga, per il 25 aprile chiameremo ad una manifestazione nazionale studentesca in tutte le piazze d’Italia. Per il primo maggio, che per noi resta non un giorno di festa, ma la giornata internazionale di lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei precari, dei migranti, degli studenti, dei disoccupati, non solo promuoveremo manifestazioni in tutte le città, ma dichiariamo da subito che organizzeremo una giornata di sciopero, con manifestazione nazionale a Portella della Ginestra, nel 65° anniversario della prima strage di stato dell’epoca repubblicana. Sciopereremo di primo maggio come è stato in Italia dall’Ottocento fino al 1946, quando l’Assemblea Costituente ne ha istituito la festività.
Oltre all’assurdo e all’inutile il governo però agisce anche concretamente e male. Attacca il lavoro dipendente e in particolare quello pubblico. I dipendenti della scuola vedranno ritardato il TFR, probabilmente decurtato, come le tredicesime, che già sono l’80% del salario e ora verranno ridotte ancora. Ma tale aggressione è ancora poco, invece di recuperare liquidità dall’evasione fiscale, il governo massacra lo Statuto dei lavoratori introducendo la libertà di licenziare. Le mafie poi sono avvantaggiate dall’eliminazione della tracciabilità dei rifiuti.
Escono quindi confermate le ragioni dello sciopero indetto tra le altre organizzazioni sindacali e studentesche dal SISA per il 7 ottobre e certamente saremo in piazza anche nell’eventuale giorno di uno sciopero generale della CGIL, ammesso che alla fine venga veramente dichiarato. Il governo italiano in carica, così come l’eventuale governassimo Monti-Montezemolo-Bersani, che rischierebbe d’essere socialmente peggiore dell’attuale, e le istituzioni europee sono di fronte ad una scelta obbligata: costruire l’Europa sociale. Se non lo faranno le strade e le piazze del continente in autunno saranno il luogo di espressione di una nuova democrazia diretta e partecipata, costruita da cittadine e cittadini che non hanno alcuna intenzione di delegare il loro futuro a chi lo sta distruggendo. 15 agosto ’11 perché il SISA, al contrario dei politici non va mai in vacanza Davide Rossi Segretario generale