Simone Cristicchi chiarisce: “Quando sarai piccola” non parla di Alzheimer, ma di un amore che si trasforma in cura. Se la si studia a scuola ci sarà un motivo”

Il cantautore Simone Cristicchi, protagonista dell’ultimo Festival di Sanremo con la toccante “Quando sarai piccola”, ha finalmente chiarito la vera storia dietro il brano che ha commosso l’Italia, smentendo le interpretazioni che lo collegavano all’Alzheimer e spiegando la reale condizione di salute di sua madre.
La verità sulla malattia: un’emorragia cerebrale, non Alzheimer
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Cristicchi ha spiegato che sua madre ha subito “un’emorragia cerebrale dovuta a un’arteria difettosa” e non soffre di Alzheimer come molti avevano interpretato. “L’emorragia l’ha resa disabile al cento per cento. Ha una mente lucida intrappolata in un corpo che non risponde più. È in carrozzina. Non riesce a parlare correttamente”, ha rivelato il cantautore.
Cristicchi ha sottolineato di non aver mai incentrato il discorso sull’Alzheimer o sulla demenza senile: “Il tema ha una prospettiva più ampia, e va al di là della singola patologia. ‘Quando sarai piccola’ è una canzone declinata al futuro: una lettera di un figlio che rassicura la propria madre. Ma c’è molto di più: la ciclicità naturale della vita, il dare e ricevere amore che rende sacra la nostra esistenza”.
Un brano che emoziona
Il docente e scrittore Enrico Galiano aveva suggerito ai colleghi di proporre la canzone in classe, definendola una vera e propria poesia. “Ci sono canzoni che emozionano, e poi ci sono quelle che ti prendono il cuore e lo strizzano. ‘Quando sarai piccola’ è una di queste”, ha scritto Galiano.
Secondo l’insegnante, il valore educativo del brano risiede nella sua capacità di raccontare “non solo il tempo che passa, ma l’amore che si trasforma in cura, di genitori che diventano figli e figli che diventano genitori”. Galiano ha evidenziato come la canzone meriti di essere studiata nelle scuole proprio per la sua profondità e per il messaggio universale che trasmette.
La risposta alle polemiche e il valore artistico
“Ammesso che un artista debba delle spiegazioni in merito alle sue opere, ho detto che la mia canzone non è una cartella clinica, e non si può ridurre a una patologia specifica”, ha dichiarato Cristicchi rispondendo alle polemiche. “Io scatto una polaroid, una fotografia che descrive un profondo sentimento, un mio stato d’animo. Il resto lo lascio alla libera interpretazione”.
Il cantautore ha espresso rammarico per come il dibattito si sia concentrato sulla malattia specifica anziché sui temi più ampi: “Si è parlato troppo di mia madre e troppo poco di sanità pubblica, di anziani abbandonati negli ospizi, dei caregiver, della difficoltà di chi ha in casa un parente malato”.