Sicurezza ed evacuazione, come preparare gli studenti con disturbo dello spettro autistico: suggerimenti per i docenti
Gli studenti identificati con disturbi dello spettro autistico possono essere (e di fatto lo sono) particolarmente vulnerabili durante le esercitazioni di sicurezza (prove di evacuazione in caso di incendi, terremoti, alluvioni, maremoti, etc.), poiché sono spesso vinti dall’ipersensibilità ai cambiamenti nella routine e dei suoni (implementazione degli stessi, ad esempio, o sovrapposizione dei rumori anche ad alta frequenza o intensità). Naturalmente, molte esercitazioni scolastiche ed esercizi di sicurezza spesso includono rumore significativo, stimoli visivi mutevoli o caotici e alterazioni del programma quotidiano. Queste interruzioni possono rendere il processo ansiogeno e persino pericoloso per gli studenti con disturbo dello spettro autistico e per coloro che li circondano. Fortunatamente, quando i docenti che lavorano con studenti con disturbo dello spettro autistico sono preparati, possono aiutare a ridurre le ansie degli studenti e le relative preoccupazioni del momento. Attente pratiche di sicurezza scolastica con studenti con disturbo dello spettro autistico potrebbero, però, ormai è scientificamente provato, ridurre le difficoltà nella messa in atto delle pratiche di preparazione alla sicurezza scolastica anche nel caso di una esercitazione di evacuazione. Di ogni tipo di evacuazione possibile.
Sarebbe necessario confrontarsi con uno specialista del disturbo dello spettro autistico
Tutte le scuole, naturalmente, come ben sappiamo, hanno un piano di evacuazione in caso si dovessero verificare catastrofi e eventi calamitosi. Le raccomandazioni giuridiche a cui facciamo riferimento sulle migliori pratiche comportano la formazione di tutti i dipendenti dell’istituzione scolastica (docenti, ATA, ausiliari, dirigente scolastico e DGSA) e tra di essi di un team ristretto di sicurezza, come potremmo definirlo, (antincendio, per esempio) multidisciplinare a livello scolastico che si riunisce (o meglio, dovrebbe farlo) regolarmente durante l’anno scolastico per analizzare disfunzioni, necessità, suggerimenti pervenuti. Non, quindi, come capita spesso, solo sulla carta, ma operativo e sensibile ai cambiamenti, alle informazioni che provengono da docenti, personale ATA e ausiliario, alunni e, anche, genitori. I team di sicurezza (come piace chiamarlo per contribuirne a definirne un ruolo significativo che talvolta tutti questi formati non hanno affatto) devono fornire ogni suggerimento utile e necessario ai bisogni probabili che si identificano man mano e alle esercitazioni, e devono dare contributi duraturi e decisivi nel rispondere agli scenari (anche quelli apparentemente più improbabili: chi avrebbe mai immaginato un’alluvione a Trapani che si trova sul livello del mare, con costa su tre lati?) e a pianificare le esigenze di tutti gli studenti nelle scuole. Tutti e ripetiamo tutti, a buona e giustificata ragione.
Le esigenze di tutti gli alunni, nessuno escluso
È importante sottolineare, infatti, che la sicurezza della scuola non è semplicemente responsabilità dei dirigenti scolastici e delle forze dell’ordine (quando esse sono coinvolte). È di tutti, proprio di ciascuno di noi. Per questa ragione e sottolineando le numerose peculiarità di ciascun alunno (e non solo di loro, naturalmente), al fine di garantire che le esigenze uniche anche degli studenti con disturbo dello spettro autistico siano soddisfatte, sarebbe utile confrontarsi con un professionista del disturbo dello spettro autistico prima di definire il DVR e prima di formulare il Piano di Emergenza ed Evacuazione (PEE). Il piano di evacuazione di un edificio scolastico, ricordiamo ad ogni buon fine, è finalizzato a informare gli studenti, i docenti e il personale non docente sul comportamento da seguire nel caso di un allontanamento rapido allontanamento dall’edificio scolastico, in caso di emergenza. Il piano di evacuazione, naturalmente, non può che comprendere: 1. la conoscenza dell’ambiente scolastico 2. i rischi previsti nell’edificio scolastico 3. i sistemi di sicurezza 4. i compiti e gli incarichi 5. le norme di comportamento 6. le procedure operative. Gli psicologi scolastici potrebbero soddisfare queste ulteriori esigenze, scaturite dai bisogni di alcuni protagonisti della scuola, però non tutte le scuole ne hanno uno. Non confrontarsi con loro sarebbe ed è, comunque, un grave errore. Non basta leggere un libro per attuare le eventuali risposte ad una reazione dell’alunno “x” o “y”. Servono specialisti e un piano definito.
Ma che esercitazioni possiamo proporre ad alunni con disturbo dello spettro autistico
Esistono numerosi tipi di esercitazioni ed esercizi di sicurezza che richiedono di sviluppare una varietà di conoscenze e abilità. Questa richiesta è, naturalmente, formulata a tutti gli studenti ivi compresi quelli con disturbo dello spettro autistico e/o con altre disabilità. Ad esempio, le esercitazioni generali e per tutto il plesso scolastico richiedono di rimanere fermi e di esercitare al massimo la pratica del silenzio; gli esercizi di evacuazione in genere richiedono, infatti, molto ascolto; è necessario eseguire le indicazioni e i movimenti fisici urgenti e già predefiniti (nelle numerose prove); e gli esercizi di rifugio sul posto (nell’area individuata e segnalata appositamente a terra) possono richiedere maggiore pazienza e creare un enorme disagio. Per sviluppare queste abilità, molti studenti con disturbo dello spettro autistico avranno bisogno di una pratica frequente e diretta basata sulle abilità (sullo sviluppo di esse, in maniera particolare), tenendo conto degli obiettivi del loro piano di sicurezza individualizzato. Sì, perché sarebbe davvero necessario un “Piano Individualizzato di Sicurezza”, costruito ad hoc su loro e che tenga conto delle loro esigenze, delle loro paure, dei loro fastidi, dei loro ritmi esecutivi). Sebbene non sia esaustivo, questo articolo è stato pensato per aumentare la consapevolezza dei docenti, dei dirigenti scolastici, degli operatori a vario titolo coinvolti, su questo argomento non affatto marginale nella vita di una istituzione scolastica. Una scuola attenta lo è se ha pensato prioritariamente a loro. Questo farebbe e fa, di fatto, la differenza in una società attenta ai bisogni di ciascuno.
Preparare gli studenti con disturbo dello spettro autistico per esercitazioni ed esercizi di sicurezza
Oltre a sviluppare e aggiungere semplicemente aspettative di sicurezza nei piani scolastici degli studenti con disturbo dello spettro autistico, sarà essenziale una pratica mirata e regolare di questo apposito piano individualizzato di sicurezza che sarebbe il caso che si costruisse, definisse, progressivamente adattasse. La maggior parte degli studenti con ADHD avrà bisogno di una pratica significativa con le procedure concrete coinvolte nelle esercitazioni di blocco, evacuazione e altri esercizi di sicurezza. Gli studenti con disturbo dello spettro autistico possono sovente aver bisogno di un maggiore supporto individuale mentre imparano (e fanno proprio) il modo migliore per rispondere alle aspettative scaturite, ad esempio, dal fattore tempo che in caso di disastro non è assolutamente indifferente. Sul fattore tempo si giova la sicurezza e la vita di tutti. Ciò comporterà probabilmente una pratica ben oltre la frequenza delle esercitazioni previste (singole o di plesso) nella scuola. Inoltre, la generalizzazione delle capacità di sviluppo sarà fondamentale, poiché spesso richiede una pratica frequente guidata da adulti in molteplici contesti (ad esempio, varie aule, corridoi, bagni, mense, scale). Parlare semplicemente con lo studente con disturbo dello spettro autistico di ciò che è necessario non sarà probabilmente sufficiente. Non lo è affatto; dunque, serve un impegno supplementare delle scuole.
Iniziare lo sviluppo delle abilità di sicurezza iniziando con semplici esercizi
I docenti che lavorano con studenti con disturbo dello spettro autistico dovrebbero impegnarsi per promuovere percorsi finalizzati ad un processo complicato, talvolta, di sviluppo delle abilità di sicurezza iniziando, prioritariamente e responsabilmente, con semplici esercizi. Iniziare lo sviluppo delle abilità di sicurezza iniziando con semplici esercizi incoraggia in particolare il percorso lungo, tortuoso e articolato ma, in moltissimi casi, percorribile. Coinvolgere lo studente con disturbo dello spettro autistico in un’esercitazione pratica all’inizio della giornata può facilitare una maggiore consapevolezza e capacità di portare a termine il percorso. A seconda delle esigenze del singolo studente, la pratica può iniziare senza la presenza dei coetanei; anche se, è evidente che, è maggiormente scontato che le abilità degli studenti si svilupperanno meglio quando la pratica potrà includere l’affrontare alcune distrazioni organizzative che potrebbero presentarsi in eventi di crisi reali.
Il vocabolario dell’evacuazione
Gli insegnanti potrebbero sottolineare come saper seguire le procedure possa rendere le esercitazioni meno spaventose. Ad esempio, “A volte queste cose accadono e non lo sapremo in anticipo (sono imprevedibili). Quando ciò accadrà, dovremo usare ciò che abbiamo imparato dalle esercitazioni per essere al sicuro”. I docenti, dunque, potrebbero rendere le esercitazioni e gli esercizi più prevedibili sottolineando cosa dovrebbero fare gli studenti con disturbo dello spettro autistico e dove dovrebbero andare per ogni risposta. Ad esempio, “A volte ti verrà chiesto di andare da qualche parte per nasconderti. Ad esempio, proprio qui. Se ciò accade, le luci si spengono, rimarrai in silenzio e ti siederai. Quando sei seduto, potresti essere molto vicino agli altri e le tue braccia potrebbero toccarsi. Alcuni studenti potrebbero sedersi di fronte a te o accanto a te”.
Esposizione graduale alle aspettative di esercitazioni complete o di esercizi di sicurezza
Alcuni studenti con disturbo dello spettro autistico potrebbero aver bisogno di un’esposizione graduale alle esercitazioni complete o agli esercizi di sicurezza (graduali nelle forme che i docenti definiranno compiutamente e, evidentemente, preventivamente). Ad esempio, durante la prima esercitazione di evacuazione dell’anno (molte scuole ancora non hanno fatto nessuna prova nonostante i frequenti terremoti ci dovrebbero suggerire una maggiore attenzione alla cosa), lo studente con disturbo dello spettro autistico potrebbe dover iniziare stando all’esterno dell’edificio con un adulto supervisore presente prima dell’inizio dell’esercitazione, come viene ben definito nel documento illustrativo e di alto valore scientifico dell’Associazione Nazionale Psicologi Scolastici, (2020) a cui qui ci riferiamo per il contributo fornito. Questo può aiutare a facilitare l’osservazione da parte dello studente di altri studenti che evacuano in modo appropriato durante l’esercitazione vera e propria. Quindi, a partire da questi primi importanti step, durante le future esercitazioni di evacuazione, lo studente con disturbo dello spettro autistico potrebbe essere in grado di stare in piedi all’uscita della scuola e osservare, con attenzione personale, mentre i coetanei degli studenti evacuano l’istituto, unendosi a loro, con spontaneità e interesse, mentre procedono lungo le vie di fuga. Nel tempo, l’obiettivo sarà quello di iniziare l’esercitazione con lo studente con disturbo dello spettro autistico in classe insieme ai coetanei della classe, procedendo con loro all’inizio dell’esercitazione. Come opzione aggiuntiva, alcune scuole potrebbero presentare gradualmente agli studenti con disturbo dello spettro autistico alcuni rumori a volumi crescenti. I suoni preregistrati sono anche disponibili su internet.
Chi aiuta chi e come individuare gli adulti o le divise
Gli insegnanti dovrebbero assistere lo studente con disturbo dello spettro autistico nell’identificazione di chi potrebbe aiutarlo in caso di emergenza (ad esempio, insegnante, polizia, vigili del fuoco, paramedico, infermiere). Spesso questo step non mai considerato. Neppure nelle altre tipologie di esercitazioni. Cosa che, credetemi, non è assolutamente, marginale. Ciò può comportare l’evidenziazione di come identificare vari aiutanti (ad esempio, uniforme, altri identificatori visivi). Chiedi agli studenti con disturbo dello spettro autistico di esercitarsi nell’identificare gli adulti che si trovano regolarmente nell’edificio e che sono lì per proteggerli.
Debriefing post-esercitazione con studenti con disturbo dello spettro autistico
Concedi del tempo (anche tanto tempo) per permettere che siano formulate delle domande dopo tutte le esercitazioni. Al termine – come sottolinea il documento predisposto dall’Associazione Nazionale Psicologi Scolastici, (2020) che vogliamo prendere come riferimento per il notevole contributo fornito alla questione – ricorda allo studente che durante un esercizio pratico o un’emergenza reale, dobbiamo sempre ricordarci di rimanere in silenzio, ascoltare l’adulto con noi e seguire le indicazioni degli adulti. È importante interrompere ciò che viene fatto, smettere di parlare, ascoltare e seguire le indicazioni dell’adulto con loro. Sebbene gli insegnanti non possano mai promettere sicurezza assoluta, possono ricordare agli studenti cosa fanno regolarmente gli adulti nell’edificio per mantenere loro e tutti gli studenti al sicuro. Inoltre, i docenti potrebbero ricordare agli studenti con ASD che imparare cosa fare e praticare cosa fare in situazioni di emergenza sono modi per essere preparati e proteggersi a vicenda.