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Si può insegnare la grammatica tramite Tik Tok? Ne parliamo con Manolo Trinci, scrittore, bibliofilo, e influencer della grammatica sui social [INTERVISTA]

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Spesso parliamo dei social con un’accezione negativa, ma un loro utilizzo anche in chiave didattica è possibile e continuano a crescere i profili di chi prova a rendere le varie materie sempre più interessanti. Ne parliamo con Manolo Trinci, scrittore, bibliofilo, autore del libro “Le basi proprio della grammatica” e influencer della grammatica sui social.

Iniziamo proprio dal tuo libro, perché nasce da una raccolta di tue esperienze. Ci racconti questo aneddoto?

Il libro raccoglie tutte le vignette che ho realizzato negli anni sulla grammatica italiana per la pagina Facebook, a partire dal 2015, utilizzate per spiegare l’ortografia corretta. Così è nata la mia passione, ho aperto una pagina Facebook ed ho cominciato a realizzare delle vignette nelle quali spiegavo le regole, le forme corrette e quelle scorrette. Poi ho portato queste vignette su Instagram e da lì, poi, sono stato contattato per realizzare questo libro sulla grammatica, per spiegare l’italiano agli italiani.

Manolo, tu hai una grande passione per la lingua italiana. Come ci hai detto dal 2015 inizia la tua avventura sui social con la creazione della pagina Facebook “Gram-modi”, dove parli di grammatica in modo piacevole, con vignette e ironia. Poi sbarchi su tutti i social fino ad arrivare su TikTok, dove raccogli più di 95 mila follower. Qual è il segreto per essere attrattivi anche con una materia così ostica?

Tutto nasce dal fatto di voler fare un qualcosa di nuovo, di particolare e non insegnare la grammatica in modo ingessato, accademico, anche perché ci sono già autorevoli istituzioni come l’Accademia della Crusca o la Treccani che svolgono questo ruolo. Considerato che c’era la possibilità di fare video grammaticali, brevi soprattutto, di circa un minuto, anche se ora si è arrivati a tre minuti, ho deciso di sfruttare questa opportunità per raccontare la grammatica in modo piacevole, inserendo anche il dialetto romanesco o qualche parolaccia. Lo scopo era quello di avvicinare più persone possibili e far capire loro che la grammatica non è solo un librone alto, impolverato, pieno di regole e via dicendo, ma che esisteva anche un altro lato della grammatica. Quindi, nel novembre del 2019, ho iniziato a fare questi video e fortunatamente sono andati bene. Per capirci quando ho iniziato a realizzare questi video su TikTok non c’era nessuno che faceva questa cosa, ovvero parlare di grammatica, ma c’erano principalmente video di balletti o di esperimenti con le caramelle della Mentos lanciate nelle bottiglie di Coca-Cola, cose più leggere. Posso tranquillamente dire di essere stato il primo ad aver sdoganato la grammatica su questi social.

Diciamo che hai avuto un grande intuito al quale è seguito un lavoro che ha portato alla costruzione del Manolo Tiktoker, che ha una risata simpatica che incuriosisce e che ti mette piacevolmente sull’ascolto. È un personaggio spontaneo o ci hai lavorato sopra?

Un po’ c’ho lavorato, però questo è Manolo, è come sono io, ma soprattutto volevo far vedere alle persone che l’italiano serve nella vita di tutti i giorni e non è una cosa che sta lì a prendere la polvere, per questo faccio esempi che fanno parte della vita quotidiana, cose che scriviamo tutti. Uso molto anche l’italiano parlato, quello che io chiamo reale, che usiamo nella vita di tutti i giorni, e non quello ingessato, accademico, infatti non uso mai tecnicismi.

Soffermiamoci su questo aspetto. Tu affermi che la maggior parte delle persone conoscono solo un tipo di grammatica, quella in bianco e nero. Ci spieghi, invece, qual è la particolarità della lingua italiana, i suoi registri e i vari tipi di lingua che utilizziamo in base ai contesti in cui ci troviamo?

Noi non usiamo un solo tipo di italiano, ma diversi tipi di italiano. Ad esempio c’è una differenza enorme tra il parlato e lo scritto, lo scritto è molto più piatto, invece l’italiano parlato può essere arricchito ad esempio da regionalismi, quei termini che caratterizzano il luogo in cui viviamo, o dal dialetto. Poi, a seconda di chi abbiamo di fronte, utilizzeremo un italiano più formale, più sorvegliato, come ad esempio nel caso in cui ci troviamo davanti ad un professore universitario, al contrario utilizzeremo un italiano più informale, magari arricchito di termini romaneschi, se ci troviamo a parlare con un amico. Insomma, ci sono diversi tipi di italiano che usiamo tutti i giorni e senza rendercene conto.

Per migliorarci, oltre a seguire i tuoi video, è importante anche la lettura, leggere aiuta a migliorarci. Puoi darci qualche consiglio su cosa leggere e quando?

Io leggo moltissimo i saggi sulla grammatica, in fondo faccio questo come lavoro, però direi di leggere anche i romanzi, pure la Divina Commedia o i Promessi Sposi, però sempre con un’ottica diversa, con uno sguardo diverso, non accademico, non scolastico. A me piacciono molto Kundera e Pasolini, poi ci sono gli articoli di giornali, leggerli ti migliorano moltissimo. Poi soprattutto leggere attivamente, prendere la penna o la matita per sottolineare e scrivere appunti, in questo modo non solo impariamo i periodi, vediamo come sono scritti in modo corretto, ma vediamo anche come sono utilizzati ad esempio gli accenti, come sono posizionati, e possiamo capire quando bisogna utilizzare quello acuto rispetto a quello grave. Gli errori più comuni si commettono perché non si legge molto, questo conta moltissimo. Quindi mi sento di consigliare di legger bene, lentamente e soprattutto di leggere attivamente, con tanto di matita e sottolineare. Un ultimo invito lo voglio fare nel rivalutare i classici della letteratura, dobbiamo dare ai classici un’altra possibilità.

Sui social incontriamo anche persone a cui non piace il nostro pensiero o operato, i famosi haters. Nella tua attività di divulgatore della grammatica ti sei mai imbattuto in questi personaggi?

Si, però quando decidi di fare il creator devi metterlo in conto, nel senso che ci sarà sempre qualcuno che ti insulta o ti critica, è normale, però dall’altra parte ci sono anche tante persone che mi danno la spinta per continuare a fare e per migliorarmi, perché anch’io devo migliorare, come tutti. Il mio consiglio è quello di non dare retta a queste persone e fare quello che più ci piace.

Una curiosità, tu hai detto che fai questi video perché ti imbatti quotidianamente in molti errori, ci dici quali sono quelli più comuni?

Ce ne sono tantissimi, ad esempio un pò scritto con l’accento anziché con l’apostrofo, perché è il troncamento della parola poco, oppure qual’è scritto con l’apostrofo, invece non bisogna metterlo, continuando potrei farvi l’esempio di piuttosto che usato al posto di oppure, quando invece andrebbe usato al posto di anziché, invece di eccetera. Poi ci sono gli errori sull’uso delle doppie, dei plurali. Un ultimo esempio lo voglio fare sull’utilizzo di assolutamente buttato un po’ dappertutto, come il parmigiano, quando invece va usato per le risposte importanti e deve essere accompagnato da o no, nel rispondere alla domanda “mi vuoi sposare?” possiamo utilizzare assolutamente si oppure assolutamente no. Di errori ce ne sono tanti e li commettiamo quotidianamente.

Tu diffondi la grammatica in modo piacevole, oggi si parla molto di educare con le emozioni positive. Con i tuoi video hai dimostrato che si può apprendere la grammatica anche divertendosi o almeno scherzandoci sopra. È possibile traslare questo modo di fare didattica anche nel mondo della scuola?

Io non sono un insegnante, ma se una cosa ti piace e gli alunni lo percepiscono, ci credono in quello che fai, l’approccio verso questa materia non può essere che positivo. Se io come alunno vedo che l’insegnante mi trascina nel suo mondo, mi darà gli stimoli giusti per portami ad essere felice di apprendere, di fare i conti e di seguirlo, mi sembra normale. Se invece davanti mi trovo un burocrate, una persona fredda, che sta lì perché deve, le cose cambiano.

Ripensando alla tua esperienza da studente, come ha ti segnato anche nell’attività che svolgi?

Posso dire che ho fatto tutto da solo, nel bene e nel male. Ho preso i libri in mano, ho iniziato a studiare e vedevo che questa cosa cresceva in me e quindi l’ho portata avanti. Non avevo un buon rapporto con i professori, avevo dei rapporti normali. Non sono stato fortunato con loro e forse loro non sono stati fortunati ad avere uno studente come me all’epoca. Non so che cosa rispondere alla sua domanda, so che ho iniziato a studiare perché mi piaceva e notavo che questa materia mi dava tanto ed ho deciso di continuare a farla crescere dentro di me, quindi ho comprato libri ed ho letto tanto e mi sono messo in gioco soprattutto.

Questo è un aspetto molto importante, perché a volte assecondare le proprie passioni può dare soddisfazioni, come nel caso tuo che hai realizzato questa grande invenzione.

La ringrazio, in realtà ci provo, ovviamente quello che faccio non è perfetto, ma lo faccio con passione.

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