Si possono accettare supplenze se si fruisce del reddito di cittadinanza?
Si può continuare a percepire il reddito di cittadinanza se si accetta una supplenza di qualche giorno?
Per i nuclei familiari che hanno diritto al reddito di cittadinanza il terrore più grande è quello di perdere il sussidio se si accetta di lavorare anche per pochi giorni. In moltissimi casi, infatti, il beneficio è l’unica entrata certa della famiglia e garantisce il sostentamento di grandi e piccini. Vediamo cosa prevede la normativa riguardo al lavoro durante la percezione del reddito di cittadinanza rispondendo alla domanda di un nostro lettore che ci chiede:
Per chi usufruisce del reddito di cittadinanza ed è inserito nelle graduatorie GPS e GI può fare supplenze di solo giorni o deve rinunciare allo stesso reddito?
Reddito di cittadinanza e supplenze
La risposta alla sua domanda dipende dalle entrate del suo nucleo familiare, dalla durata della supplenza che si accetta e anche dalla retribuzione derivante dalla stessa.
In linea generale il reddito di cittadinanza non decade in caso di nuovo lavoro. Se si trova, infatti, un lavoro con una retribuzione molto bassa e che non supera le soglie di reddito e ISEE previste per avere diritto al sussidio, il reddito di cittadinanza potrà integrare la retribuzione fino alla soglia massima prevista per il nucleo stesso.
Importante, in questo caso, prendere in considerazione tutte le entrate del nucleo familiare per l’anno in questione. Se sommando anche le eventuali retribuzioni dei giorni di supplenza che si andranno ad accettare si rimane al di sotto dei limiti, il reddito di cittadinanza non sarà revocato.
Il maggior reddito percepito con il lavoro determinerà una riduzione del sussidio erogato pari all’80% del reddito percepito con il lavoro in questione. Questo fino a quando il reddito maggiore non sarà normalmente recepito nell’ISEE. Ovviamente se si tratta di pochi giorni di supplenza al mese la rideterminazione del sussidio non sarà eccessiva.
Da notare che il reddito di cittadinanza non esclude la possibilità di lavoro e viene riconosciuto anche nel caso che uno dei componenti del nucleo familiare sia titolare di reddito da lavoro, da pensione, che percepisca la Naspi o la DIS Coll.
Come evidenziato nella pagina istituzionale dedicata è importante il rispetto delle soglie patrimoniali e reddituale e che è sufficiente “Avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.”
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