Si allunga la lista dei docenti precari non assunti per l’algoritmo: “io rimasta a casa perché risulto rinunciataria a mia insaputa”. Anief: leso il principio del merito, andiamo al giudice del lavoro

Si allunga la lista dei docenti precari danneggiati dal sistema informatizzato di assegnazione delle supplenze, il cosiddetto “algoritmo”, dopo essere stati costretti a scegliere le scuole al “buio” e senza conoscerne le disponibilità: per tanti candidati, anche con punteggi elevati, non si è trovata coincidenza tra le preferenze espresse e le disponibilità presenti al turno di nomina.
Costoro sono stati considerati rinunciatari, perdendo il diritto alla nomina da GPS ed ora costretti a sperare nell’ultima “spiaggia”, la chiamata da graduatorie di istituto. A Milano, dove si contano centinaia di danneggiati da questa procedura, la scorsa settimana una ventina di loro ha perso la pazienza e deciso di occupare l’Ufficio scolastico.
Una docente racconta alla stampa specializzata che ha “impiegato una settimana a compilare la domanda mettendo tutte o quasi le scelte possibili. Su consiglio di molti – scrive – ho messo solo quelle scelte che realmente ritenevo gestibili in base alla mia vita ed ho escluso lo spezzone serale, poche ore e di sera sicuramente non il massimo”. Solo che adesso “per l’algoritmo risulto rinunciataria e ora che i posti ci sono quelli che avevo messo come prima scelta li vedo assegnare a persone ripeto con punteggio largamente inferiore e posso solo dire: “Evviva la scuola del merito!”.
IL PARERE DEL SINDACATO
Secondo il sindacato Anief il problema sta tutto nel meccanismo di assegnazione delle nomine utilizzato, che ormai da tre anni continua a mietere incolpevoli vittime tra le migliaia di candidati alla cattedra: docenti con punteggi elevati, con tanti anni di servizio svolti e lunga esperienza, si sono ancora una volta visti scavalcare da colleghi indietro in graduatoria; docenti specializzati sul sostegno siano rimasti senza cattedra a vantaggio di docenti privi di specializzazione. Tutto questo perché considerati rinunciatari, poiché al loro turno di nomina non è risultata disponibile alcuna delle sedi richieste nell’apposita istanza.
“Peccato – osserva Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che molto spesso le disponibilità delle sedi non siano state pubblicate prima della scelta delle stesse da parte degli aspiranti docenti oppure che una cattedra sia vacante, ma che per qualche disguido non sia stata registrata dall’Ufficio scolastico e, quindi, sia assegnata in un altro ‘turno di nomina’ a un docente dietro in graduatoria. Abbiamo denunciato tutto ciò come illogico e illegittimo in sede di informativa sindacale, ma tutto è rimasto immutato. Quanto sta accadendo va a ledere un principio base, quello meritocratico, unico riferimento normativo costituzionalmente garantito anche nella scelta del personale scolastico”.
IL RICORSO AL GIUDICE DEL LAVORO
Preso atto di questo, l’Ufficio legale di Anief, che attraverso la rete dei legali ha già ottenuto in passato provvedimenti favorevoli contro l’illegittimo utilizzo dell’algoritmo, ha avviato la procedura di preadesioni gratuite ai ricorsi, rispetto alle diverse segnalazioni ricevute. Il ricorso sarà proposto al giudice del lavoro dopo la valutazione della propria condizione personale al fine di ripristinare il diritto alla retribuzione, al punteggio e al contratto negati.
“Il problema – continua il presidente nazionale Anief – è che l’attribuzione delle supplenze ai precari non si può trasformare in una lotteria. Ecco perché stiamo raccogliendo adesioni per verificare le procedure di assegnazione ritenute illegittime ed eventualmente ricorrere per richiedere al giudice la corretta assegnazione delle supplenze dopo le debite istruttorie individuali, sempre tenendo conto della giurisprudenza riscontrata. Riteniamo immorale e ingiusto che l’amministrazione abbia creato i presupposti di gestione errata del sistema delle supplenze, per poi scaricare sui precari i danni”, conclude Pacifico.