Shoah, Corlazzoli: “Sia obbligatorio per i docenti visitare un campo di concentramento. Troppi studenti non sanno nulla sulla materia”

Su Il Fatto Quotidiano c’è spazio per le considerazioni di Alex Corlazzoli, maestro e giornalista. Corlazzoli prende spunto dalle parole di Lilliana Segre sulla memoria e lo Shoah per scrivere un discorso sulla storia.
Corlazzoli afferma che la scuola sta facendo scomparire la memoria dell’Olocausto e della Shoah. Spesso incontra studenti che non sanno nulla sulla materia e confondono fatti importanti.
La “colpa” non è degli studenti ma della scuola e a volte nemmeno della famiglia. La povertà culturale in alcune famiglie del Nord Italia è un problema, che rende difficile l’educazione sulla Shoah.
La scuola deve fare di più e i docenti devono conoscere la storia e sapere insegnarla. La conoscenza dell’Olocausto dovrebbe essere parte del DNA degli insegnanti e diventare una conoscenza obbligatoria per chi entra in aula.
Poi aggiunge: “I libri scolastici sono pieni di errori gravi. Non si tratta di semplici confusioni ma di sbagli importanti che non possono essere ignorati. Nel libro di quarta utilizzato dai miei studenti, ho letto che Auschwitz era un campo di concentramento, invece che un campo di sterminio, come sarebbe corretto. Come è possibile che questo accada? Nonostante i libri scolastici vengano adottati dopo riunioni del consiglio di insegnanti, come può accadere che un preside non controlli il contenuto di questi libri?”
Infine l’appello: “Di fronte a questa tragedia nella tragedia c’è una sola strada, ogni insegnante dovrebbe essere obbligato ad andare in un campo di concentramento o sterminio”.