Sextortion: 1.500 episodi nel 2024. Come comportarsi dinanzi ad un ricatto? Il ruolo di docenti e genitori

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Il sextortion, termine dato dalla fusione di sex (sesso) e extortion (estorsione), indica una forma di ricatto in cui le vittime, spesso adolescenti, vengono indotte a inviare contenuti intimi a persone conosciute online, che si presentano sotto falsa identità. Una volta ottenuto il materiale, i ricattatori esercitano pressioni psicologiche e minacce, chiedendo ulteriori immagini o somme di denaro per evitare la pubblicazione dei contenuti. Questo tipo di estorsione colpisce con particolare frequenza i minorenni, coinvolgendo soprattutto utenti tra i 13 e i 17 anni, che frequentano social network come Instagram, TikTok, Snapchat o altre piattaforme dove sia possibile lo scambio di contenuti audiovisivi. Il comprensibile stato di preoccupazione che colpisce genitori e figli a seguito di minacce di questo tipo alimenta gli interrogativi su quali siano le azioni da adottare contro i ricattatori, spesso adulti ed organizzati in gruppi, i quali fanno leva sulla vulnerabilità emotiva dei giovani per manipolarli ed ottenere denaro da loro.

I dati sul fenomeno

I dati diffusi dalla Polizia di Stato tratteggiano uno scenario in cui il sextortion e i reati contro la persona commessi online sono in aumento. Nel 2024, il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) ha gestito oltre 2.800 indagini, effettuato circa 1.000 perquisizioni, 144 arresti e 1.028 denunce. Le operazioni hanno riguardato principalmente la detenzione, diffusione e produzione di materiale pedopornografico, oltre a episodi di adescamento di minori, ma le attività di monitoraggio hanno riguardato anche l’osservazione di oltre 42.000 siti web, dei quali 2.775 inseriti in black list per contenuti illeciti. Le statistiche fornite dalla Polizia di Stato riferiscono di ben 1.500 episodi di sextortion nel 2024, con vittime prevalentemente uomini adulti, ma in cui sarebbero stati coinvolti anche dei minori. Inoltre, sono stati registrati 264 casi di diffusione non consensuale di immagini o video intimi, prevalentemente nei confronti di donne che hanno portato alla denuncia di oltre 200 persone. Secondo un’indagine condotta da Avast, invece, nei primi mesi del 2025 l’Italia si è collocata al quinto posto tra i paesi più colpiti da campagne di sextortion.

Ruolo dei genitori

Nel momento in cui un figlio confessa di essere vittima di sextortion, i genitori dovrebbero mantenere la calma ed evitare di colpevolizzare. Il primo passo è infatti quello di di mostrare fiducia e disponibilità all’ascolto, raccogliendo con attenzione ogni dettaglio utile per intervenire. Successivamente, è fondamentale documentare le prove (screenshot, link, conversazioni) e contattare immediatamente le forze dell’ordine, in particolare la Polizia Postale. I genitori possono anche rivolgersi a sportelli di ascolto psicologico che offrano supporto emotivo al minore, spesso segnato da sensi di colpa o vergogna.

Ruolo degli insegnanti nella prevenzione e nell’intervento

Anche gli insegnanti sono chiamati ad intervenire in modo diretto e tempestivo quando notano comportamenti anomali tra gli studenti, come calo nel rendimento, isolamento, improvvisi cambiamenti di umore o rifiuto di usare i dispositivi digitali. In ambito scolastico, è utile organizzare incontri informativi con esperti in sicurezza informatica e psicologi, per sensibilizzare gli alunni e fornire strumenti di difesa. Inoltre, i docenti possono agire in rete con le famiglie, rafforzando una cultura di prevenzione e consapevolezza digitale. La scuola, in quanto comunità educativa, rappresenta un punto di riferimento essenziale per promuovere un uso responsabile della rete.

I consigli per genitori e figli

In una comunicazione diffusa dalla Polizia Postale il 19 marzo, è stato osservato un aumento improvviso delle richieste di aiuto da parte di ragazzi e ragazze contattate da profili social di apparenti coetanei che richiedono immagini sessuali e minacciano di diffonderle senza controllo in rete, in cambio di denaro. Al fine di consentire alle famiglie e ai loro figli di affrontare adeguatamente queste minacce, sono stati forniti i seguenti consigli:

Per i figli:

  • Non pagare le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se pagherai, ma capiranno che sei disposto a farlo e si faranno più insistenti;
  • Non vergognarsi di aver mandato immagini intime: spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono gli interessi dei ragazzi;
  • Non cancellare i messaggi di chi minaccia, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, bensì fare gli screenshot di conversazioni e minacce;
  • Segnalare l’accaduto sul portale della Polizia  una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it e chiedi aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi;
  • Parlane con i genitori delle minacce ricevute al fine di risolvere insieme il problema

Per i genitori:

  • Non giudicare il comportamento del figlio/a ma valutare che la vergogna e il senso di panico che si prova lo/la mettono a rischio di sentirsi soli e senza una soluzione possibile;
  • Ascoltare i figli acquisendo con calma tutte le informazioni e rassicurarli;
  • Procurarsi gli screenshot delle conversazioni di chi lo minaccia e recarsi, quanto prima, in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.
  • Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia

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