Settimana corta? Risparmio energetico irrisorio (4mila euro in un anno). Lasciate in pace gli studenti, “i risparmi vanno fatti da altre parti, non nella scuola”
Ha suscitato polemiche la proposta di due sindaci della provincia di Udine (Campoformido e Pozzuolo) di lasciare a casa, il sabato, le classi dell’Istituto comprensivo al fine di risparmiare sulle bollette del riscaldamento.
“Comprendiamo il disappunto di alcune delle famiglie coinvolte, ma nell’ottica di una gestione complessiva dei costi è stata una scelta obbligata, che comunque è demandata al consiglio d’istituto del 2 novembre (scorso, ndr) per la decisione definitiva” aveva dichiarato il Sindaco di Campoformido, Erika Furlani. Il dietrofront delle amministrazioni comunali è stato quasi immediato, dopo la lettera dei genitori e i comunicati dei consiglieri comunali di minoranza. “Il Sindaco adesso ha cambiato opinione – si legge nella nota diffusa alla stampa locale dall’opposizione – ha dichiarato che il risparmio a Campoformido sarebbe di soli 4000 euro (un risparmio “irrisorio”) e quindi non sufficiente per giustificare che due classi restino a casa”.
Sarebbe una decisione tecnicamente possibile?
“Tecnicamente, è una scelta possibile” afferma la dottoressa Anna Armone, Direttrice della Rivista trimestrale di Scienza dell’Amministrazione scolastica, “ma devono essere coinvolti tutti gli organi collegiali della scuola e le famiglie, non è un automatismo. Si può fare se c’è un’esigenza, ma la decisione deve essere motivata e deve essere coinvolta l’amministrazione scolastica: l’ente locale ci mette le risorse, ma l’amministrazione scolastica è deputata a garantire il servizio. È necessario, almeno, un accordo scritto tra l’Ufficio Scolastico e il Comune: non è impossibile, ma complesso e, soprattutto, non può essere fatto in corso di anno scolastico“. La motivazione può essere il risparmio in bolletta? “Se c’è un’emergenza nazionale – prosegue la dottoressa Armone – e, ad esempio, si decide che tutti gli enti locali devono tagliare del 10% le spese energetiche, sì. Però, così, è una decisione estemporanea”.
Il diritto allo studio può essere subordinato al risparmio in bolletta?
“In questo periodo siamo tutti un po’ agitati e si fanno proposte che non stanno né in cielo né in terra“. È categorico Ugo Previti (Segretario regionale UIL Scuola Friuli Venezia Giulia) e prosegue: “i risparmi vanno fatti da altre parti e non nella scuola. La scuola deve essere in presenza, con i ragazzi. Il diritto allo studio non può assolutamente essere subordinato al risparmio in bolletta. Dobbiamo fare in modo che si ritorni alle lezioni a tempo pieno e frontali: prima per l’insegnante, ma soprattutto per i ragazzi, ai quali, stando a casa, abbiamo creato dei problemi, ci sono degli studi a riguardo, soprattutto in fascia primaria. La didattica a distanza può essere fatta soltanto ai ragazzi in ospedale o che hanno problemi di salute. Punto“.