Settimana corta non piace a liceali: poco tempo per studiare a casa

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La settimana corta, quella con il sabato libero in cambio di qualche ora in più dal lunedì al venerdì, non piace agli studenti; almeno a quelli del liceo classico e artistico accorpati di Tivoli, cittadina termale in provincia di Roma.

Chiamati nel consiglio di Istituto ad esprimersi su più argomenti, fra cui proprio il sabato libero proposto dai docenti, gli studenti si sono espressi in maniera negativa, trovando un’alleanza con le famiglie.

Come si legge sul sito Dentromagazine.com, sono stati proprio poco convinti dell’idea di restare per 6, 7 ore in classe per 5 giorni, in cambio di due consecutivi di riposo.

I ragazzi del liceo classico sarebbero stati contrari per il carico di materie pesanti come latino, greco, filosofia, italiano; quelli del liceo artistico hanno invece motivato la loro contrarietà per il numero di ore più alto previsto dal piano di studi, rispetto ai loro colleghi del classico, che li avrebbe costretti a stare troppo a lungo in classe.

Secondo Luca Junior Colangeli, rappresentante degli studenti, “se il lavoro da svolgere a casa fosse notevolmente ridotto, e si potesse lavorare prioritariamente in classe, potrebbe essere ottimo. Ma molti dubbi possono sorgere in merito. Piani di studi come quello del Liceo Classico possono adattarsi a un ridotto studio a casa, per favorire il lavoro in classe? E sicuramente, tra le centinaia di compagni di scuola dell’istituto che si sono opposti alla settimana corta, non pochi avranno pensato al problema logistico. Qualcuno potrebbe dire che si è dato un calcio all’innovazione, al cambiamento, al futuro, ma non è detto che sia così. Non sempre un cambiamento rappresenta qualcosa di positivo. Come la crescita economica non significa sempre sviluppo e progresso, ugualmente, ostinarsi a cambiare le cose, in nome di un rifiuto di un passato antico e obsoleto, non significa migliorare il futuro. E questo lo sanno bene gli studenti del Liceo Classico – ha concluso Colangeli – che proprio sul passato stanno costruendo il loro futuro, e non si dica che non vogliono andare a scuola il sabato“.

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