Settembre 2020: scuole riaperte, alunni assetati di relazionalità. Toccherà lavorare su competenze sociali e civiche

La riapertura parziale delle scuole rappresenta un’ottima notizia per ricominciare a piccoli passi il percorso verso la normalità.
Per mesi, in tutto il mondo gli alunni sono stati costretti ad attivare la DaD (Didattica a Distanza), che ha garantito, attraverso l’utilizzo di un pc, a mantenere vivo il percorso d’apprendimento didattico.
Ogni comunità scolastica ha cercato di fornire strumenti digitali a tutti quegli alunni privati di strumentazione adeguata per accedere alle video-lezioni. Tutti davanti a un pc, dai più piccoli ai più grandi.
Ogni scuola ha offerto il suo pacchetto di video-lezioni, cercando di rispondere nel migliore dei modi alle richieste degli studenti e delle loro famiglie.
Anche questa volta la scuola ha dimostrato di farcela!
Ogni docente si è messo in gioco, non misurando più le ore previste dal contratto nazionale e andando oltre il proprio tempo di lavoro.
In fin dei conti, la più grande vittoria è stata quella di affrontare questa emergenza con una risposta adeguata e imminente. E mentre si cercano di trovare nuove soluzioni organizzative per l’apertura del nuovo anno scolastico, mi chiedo se noi docenti riusciremo a soddisfare la sete di relazionalità che è mancata in tutto questo tempo malato.
Senza dubbio ogni studente ha acquisito ed affinato le competenze digitali, ma adesso tocca lavorare sulle competenze sociali e civiche. Tornando in classe dovremo adattarci e rimodulare le nostre abitudini scolastiche e non sarà per niente facile.
Al rientro nelle aule scolastiche dovremo gestire un gruppo di alunni disorientati e questa è un ulteriore nuova sfida. Ogni docente dovrà impostare il proprio percorso sulla capacità di una corretta e proficua convivenza.
Le competenze sociali e civiche si riferiscono a tutte le forme di comportamento che consentono agli studenti di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e scolastica. Gli alunni dovranno vivere l’ambiente scolastico in uno stato ottimale, senza paure, timori e distanziamento psicologico. Il gruppo non deve diventare allarme di contagio, tuttavia bisogna rieducare all’idea del gruppo non fisico, ma sociale.
In che modo? Bisognerà imparare a vivere una nuova dimensione relazionale, creando una nuova identità di classe. Gli alunni interagiranno nel rispetto delle nuove regole che garantiranno una maggiore tutela per la salvaguardia della salute di tutti.
Focus ai laboratori espressivi ed emozionali.
Oltre alla didattica disciplinare una grande attenzione sarà rivolta ai linguaggi non verbali. L’educazione artistica, musicale e motoria diventeranno la girandola della relazionalità poiché in spazi più ampi ed idonei potranno esplicarsi creatività, socialità, armonia scolastica.
L’alunno comunicherà costruttivamente in ambienti differenti ed esprimerà le proprie emozioni e punti di vista attraverso dei laboratori sociali.
Si lavorerà sulla cooperatività, sul rispetto verso gli altri, sulla ricerca di soluzioni comuni, sulla fiducia reciproca, sul superamento di ogni forma di frustrazione, sulla sfera relazionale.
Non si può privare un bambino dalla voglia di un abbraccio o di uno slancio affettivo. Sorgerà la necessità di creare dei laboratori emozionali dove l’utilizzo dei colori, dei suoni e del movimento favorirà l’espressione delle competenze relazionali.
Apprezzeremo il far scuola in maniera differente, seppure dietro a una mascherina, insegneremo ai nostri alunni a sorridere con gli occhi.