Servizio nelle paritarie e validità ai fini della ricostruzione carriera dei docenti, si apre spiraglio in Corte di Giustizia europea. ANIEF: 300mila docenti coinvolti, cosa fare

WhatsApp
Telegram

La Corte di Giustizia Europea si appresta a prendere una decisione cruciale che potrebbe influenzare la carriera di oltre 300.000 docenti italiani. A darcene annuncio il sindacato ANIEF, fornendoci il testo di una remissione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul mancato riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera.

Dopo l’ordinanza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ottenuta il 18 maggio dello scorso anno dagli avvocati dell’Anief Ganci, Miceli, Rinaldi e Zampieri che ha costretto il Governo italiano a riconoscere la c.d. “carta elettronica” anche ai supplenti annuali, l’ufficio legale dell’Anief ottiene una nuova clamorosa remissione alla Corte di Giustizia, riguardante stavolta la natura discriminatoria del mancato computo del servizio svolto nelle scuole paritarie in sede di ricostruzione della carriera.

La remissione ottenuta dai legali dell’Anief riveste una particolare rilevanza in quanto interviene dopo che la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale avevano avallato il mancato computo del servizio di insegnamento nelle scuole paritarie, nonostante l’identità del piano dell’offerta formativa, dei titoli di studio rilasciati e della natura del servizio espletato, e ciò per l’assenza di un preciso adeguamento del legislatore dopo la norma approvata nel 2000 sul servizio nazionale di istruzione.

Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, l’ANIEF non si è arresa e ha continuato la sua azione sia in sede parlamentare, chiedendo specifiche modifiche all’ultimo decreto-legge salva-infrazioni, sia in sede giudiziaria, intervenendo in tutte le cause proposte dai docenti della Scuola Paritaria volte ad ottenere il computo dell’insegnamento espletato con contratti a termine nelle Scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera.

Il Tribunale di Padova, con ordinanza pubblicata nel mese di agosto, ha finalmente accolto l’istanza di remissione alla Corte di Giustizia Europea in ordine al contrasto con la normativa eurounitaria del mancato computo del servizio espletato nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione della carriera.

Il Tribunale di Padova, condividendo le tesi degli avvocati Zampieri, Ganci, Rinaldi e Miceli, ha rilevato come il mancato computo, ai fini della ricostruzione della carriera, dell’attività svolta con contratti a tempo determinato nelle Scuole Paritarie si ponga in contrasto, innanzitutto, con il principio di non discriminazione, contenuto nella clausola 4 dell’accordo quadro (allegato alla direttiva 1999/70), letto alla luce dell’articolo 21 della CDFUE.

Il Giudice remittente ha sottolineato altresì come la mancata valorizzazione del servizio prestato nelle scuole paritarie non possa ritenersi giustificata neppure dall’esigenza di valorizzare le peculiarità del settore scolastico pubblico, prospettata dalla difesa ministeriale, posto che se così fosse il legislatore avrebbe dovuto prendere in considerazione solo il servizio espletato nelle scuole pubbliche, mentre l’art. 485 del T.U. computa anche il servizio svolto alle dipendenze delle scuole private, quali sono le scuole pareggiate, parificate, sussidiate e popolari.

Considerato pertanto che il ricorrente ha lavorato nelle scuole paritarie con contratti a tempo determinato e ha denunciato la discriminazione rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato della scuola statale, a cui viene invece valorizzata tutta l’esperienza maturata nella funzione docente, la fattispecie risulta sussumibile nella sfera operativa della direttiva comunitaria 1999/70, che vieta le differenze di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato.

La riconducibilità del caso all’ambito di applicazione della direttiva UE 1999/70, inoltre, ha consentito al Tribunale di Padova di prospettare la dubbia legittimità della normativa italiana anche rispetto ai principi generali di uguaglianza e di parità di trattamento, sanciti nell’art. 20 della CDFUE, posto che il servizio svolto nelle scuole paritarie è senz’altro comparabile a quello svolto alle dipendenze delle scuole pareggiate, parificate, sussidiate o popolari.

In attesa di una decisione cruciale, cosa fare?

Mentre attendiamo la decisione della Corte di Giustizia Europea, Anief offre supporto ai suoi iscritti per garantire che i loro diritti siano protetti. Fornisce strumenti, come un modulo di diffida gratuito, e informazioni su come unirsi alla causa legale in vista dell’udienza imminente presso la Corte di Giustizia Europea.

Scarica i testo del Tribunale di Padova

WhatsApp
Telegram

Hai bisogno di un PC nuovo? Comprane uno rigenerato, costa meno, proteggi l’ambiente e hai un anno di garanzia. Usa la Carta del docente su Reware.it