Serianni: rinnovare insegnamento dell’italiano a scuola e diffondere italiano all’estero

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Intervista di informalingua al linguista Luca Serianni.

L’Italia dispone di una politica linguistica? Il governo dovrebbe intervenire in maniera più incisiva sulle principali questioni linguistiche del nostro paese? Qual è il ruolo di organismi come l’Accademia della Crusca e la Società Dante Alighieri? A queste e altre domande ha risposto il celebre linguista e storico della lingua italiana Luca Serianni, con il quale abbiamo anche parlato della questione dell’italiano nei corsi magistrali del Politecnico di Milano, di scuola e dell’appello dei 600, dell’italiano nella pubblica amministrazione, dell’affermazione della lingua di genere e del declino presunto o reale della nostra lingua.

Luca Serianni insegna Storia della lingua italiana all’Università Sapienza di Roma. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, della Crusca, dell’Accademia delle Scienze di Torino e vice-presidente della Società Dante Alighieri, dirige due riviste scientifiche.

Mettiamo in evidenza la risposta che più da vicino può interessare la scuola

“La prima sarebbe proprio la diffusione dell’italiano all’estero, intervenendo in tutti i canali in cui questo è possibile. La seconda, ovviamente, è rafforzare la presenza della lingua italiana a scuola. In particolare, cosa questa abbastanza facile, rinnovando un po’ certi aspetti della didattica. Andrebbero potenziate le prove che riguardano le abilità di comprensione di un testo. Queste prove instaurano un circolo virtuoso assolutamente fondamentale. Non possiamo solo accontentarci di verificare se si conoscono le subordinate, che ovviamente mi stanno molto a cuore, sia chiaro. Ma l’aspetto centrale è leggere un testo, che può essere anche un testo di giornale o un saggio di divulgazione scientifica, e vedere che cosa si è capito attraverso il meccanismo dell’inferenza. Cioè formulando una serie di affermazioni relative agli argomenti toccati nel testo e chiedendo all’alunno se si tratta di deduzioni corrette, cioè ricavabili effettivamente dal testo, oppure no.Questo è un meccanismo di forte valore educativo, per quanto riguarda il possesso della lingua ma anche i diritti di cittadinanza che vuol dire assicurarsi della capacità di un diciottenne scolarizzato di affacciarsi sul mondo con consapevolezza partendo da un corretto, ampio e approfondito della sua lingua materna.”

Per approfondimenti, leggi l’intervista completa

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