Separare gli alunni “difficili” dagli altri: in Svizzera divampa il dibattito. I docenti: “Siamo stufi, i genitori non collaborano”

Farà sicuramente discutere lo studio pubblicato da un sindacato svizzero in merito alla gestione degli alunni “problematici”. Gli studenti, a causa di disabilità fisiche, mentali o problemi comportamentali, presentano difficoltà ad adattare all’ambiente scolastico.
Il numero di coloro che hanno bisogno di cure speciali è chiaramente aumentato, come affermano i docenti e i rappresentanti dell’associazione degli insegnanti in un’intervista a 20 Minuten.
Uno studio pubblicato a gennaio dall’associazione degli insegnanti svizzeri mostra che due terzi dei docenti hanno subito violenza a scuola negli ultimi cinque anni. In buona parte gli episodi erano scatenati dai genitori dei bambini, secondi solo a quelli provocati dagli alunni della loro stessa classe. Si è trattato perlopiù di insulti e offese, ma nel 15% circa dei casi, la violenza è sfociata in attacchi fisici.
La pazienza dei docenti è ormai al limite. L’associazione degli insegnanti di Basilea chiede, con un’iniziativa popolare cantonale, che i bambini difficili vengano inseriti in classi “speciali”.
L’Associazione degli insegnanti del Canton Argovia ha formato una commissione interna per elaborare le modalità d’azione relative all’educazione integrativa. “Il carico di lavoro ha raggiunto un livello non più sopportabile per molti insegnanti”, afferma la presidente Kathrin Scholl. Separare i ragazzi difficili dagli altri non è un’opzione a lungo termine. A breve termine, però, potrebbe esserlo: “In situazioni limite, sono necessarie delle pause per alleviare la tensione di tutte le persone coinvolte. Inoltre, gli insegnanti devono essere sostenuti e responsabilizzati nel gestire i bambini difficili”.
Secondo Scholl, dovrebbe essere possibile coinvolgere meglio i genitori. “Spesso collaborano poco o niente. Non vedono il problema o danno la colpa alla scuola e agli insegnanti”.
In Italia
In Italia fino agli anni sessanta sono esiste le classi differenziali, cioè le classi destinate ad alunni disabili o affetti da disturbi dell’apprendimento o problemi di socializzazione. La legge 118 del marzo 1971 stabilì l’inserimento nelle classi “normali” salvo handicap di particolare gravità e delle facilitazioni per l’accesso all’istruzione di “invalidi e mutilati civili”. Le classi speciali e differenziali vengono abolite con la nascita della figura dell’insegnante di sostegno, nel 1977 (legge 517 promulgata ad agosto), che favorisce l’integrazione in classe dell’alunno con disabilità.