Senza la Carta del docente ai precari si attiva un illegittimo “sistema di formazione a doppia trazione”. Anief: lo ricorda il Tribunale di Velletri nell’assegnare 1.500 euro ad una precaria dal 2020 al 2023

Privare gli insegnanti della Carta del docente significa attivare un illegittimo “sistema di formazione a doppia trazione” che va a salvaguardare l’aggiornamento professionale solo dei formatori di ruolo e dimenticando i supplenti che svolgono la stessa professione con uguali doveri e diritti. A ricordarlo è il Tribunale del lavoro di Velletri nell’assegnare 1.500 euro ad una precaria dal 2020 al 2023, periodo durante il quale ha stipulato tre supplenze annuali.
“La giurisprudenza maggioritaria – scrive il Tribunale di Velletri – ha chiarito, riguardo alla questione controversa in questa sede, che la limitazione ai soli docenti di ruolo della previsione di una forma di sostegno economico correlata alla formazione professionale costituisce una palese discriminazione a danno dei docenti non di ruolo, in collisione con i precetti costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 Cost., poiché attua un illegittimo “sistema di formazione a doppia trazione” (cioè una formazione differenziata all’interno del corpo docente a seconda della diversa durata contrattuale dell’impiego), “[da un lato] quella dei docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta, e [dall’altro] quella dei docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà e, dunque, alcun sostegno economico”.
Il giudice ha anche ricordato che non si possono disattender le posizioni della Corte di Giustizia europea nel maggio 2022 e dal Consiglio di Stato due mesi prima: due pareri che hanno convinto pure il Governo a cambiare linea con il decreto legge Salva-Infrazioni, ora all’esame del Parlamento, che ha però allargato la Carte del docente solamente ai precari dell’anno in corso e con supplenza fino al 31 agosto. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “fare ricorso con Anief per vedersi assegnata la Carta del docente è una scelta intelligente, perché si va a recuperare una somma importante per il proprio aggiornamento professionale, un diritto-dovere che va assolto, e perché si mette in luce una mancanza che ha purtroppo ancora una volta come vittima sacrificale il personale precario, considerato da decenni uno ‘strumento’ su cui fare cassa”.
Per maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa Anief, in modalità singola o collettiva, basta collegarsi con la pagina internet predisposta dal sindacato Anief.