“Sei stato aggiunto al gruppo della 4 B”. E da lì inizia l’incubo per i docenti: “Messaggi e notifiche a tutte le ore, impossibile disconnettersi”

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“Sei stato aggiunto al gruppo della 4 B”.  Quanti insegnanti hanno visto comparire sul proprio smartphone questa notifica? Praticamente tutti.

La questione dei gruppi WhatsApp nelle scuole è diventata un argomento di dibattito tra docenti, presidi e associazioni. Molti sono favorevoli alla limitazione o addirittura all’eliminazione di tali gruppi, mentre altri ritengono che siano uno strumento utile per la comunicazione e la condivisione di informazioni.

La diffusione dei gruppi WhatsApp scolastici è stata favorita dalla necessità di mantenere la comunicazione durante la pandemia e la didattica a distanza. Tuttavia, l’eccessivo utilizzo di questi gruppi ha portato a una sovraccarico di notifiche e messaggi, creando confusione e invasioni della sfera privata dei docenti.

I gruppi WhatsApp scolastici coinvolgono diverse categorie, come “Genitori e alunni”, “Colleghi”, “Consigli di classe” e “Collegio docenti”. Alcuni docenti sono iscritti a numerosi gruppi, suddivisi per classi e attività, rendendo difficile gestire la quantità di informazioni ricevute.

Si susseguono le indicazioni dei presidi che hanno chiesto, più volte, una revisione del codice deontologico per regolamentare l’uso dei social media e la comunicazione scuola-famiglia. Alcuni dirigenti si sono spinti oltre, scrivendo delle circolari in cui obbligano i genitori a contattare solo negli orari prestabiliti gli insegnanti.

Mentre alcuni sostengono la necessità di limitare o eliminare tali gruppi per evitare sovraccarico di informazioni e invasioni della sfera privata dei docenti, altri ritengono che siano uno strumento utile per la comunicazione e la condivisione di informazioni.

Diritto alla disconnessione

Le istituzioni scolastiche nel corso degli ultimi anni hanno subito numerose metamorfosi, dal come effettuare la didattica a come veicolare le informazioni tra il personale scolastico. Il famoso registro delle circolari e delle comunicazioni, collocato nella sala dei docenti è ormai un ricordo sbiadito del passato; a sostituirlo ci ha pensato l’avvento del digitale con le circolari in rete presenti sul sito istituzionale delle scuola, la comunicazione a mezzo email, il registro elettronico, applicazioni come WhatsApp e Telegram etc. anche se quest’ultimi non rappresentano certo dei canali di comunicazione di natura istituzionale, ma tant’è…

L’informazione celere raggiunge tutti e in qualsiasi momento della giornata, senza limiti di tempo; molteplici sono i gruppi creati su WhatsApp, a dare supporto a tutte le attività funzionali dei docenti e infine non può mancare in taluni casi il canale ufficiale – di solito Telegram – del Dirigente Scolastico e del suo staff attraverso il quale pullulano le “circolari, comunicazioni e iniziative varie”.

Un tale scenario non può che causare caos tra le varie chat, con informazioni che si susseguono e che qualche docente perde di vista a causa dei troppi interventi che spesso si allontanano da ciò che ha dato origine al dibattito.

Capita così che ad una messaggistica istantanea si associ la perdita della propria libertà in quanto si è spesso on-line e non esistono giorni festivi od ore serali e del giorno che possano porre fine a questo tam tam incessante di notifiche in arrivo. Per non parlare, come constata la nostra lettrice, delle circolari pubblicate a tutte le ore del giorno, tutti i giorni, fuori dall’orario di servizio.

Eppure esiste il diritto alla disconnessione. Troviamo tale definizione nel CCNL “Istruzione e Ricerca” 2016-2018, all’art 22 comma 4, c8), che riporta quanto segue:

“Sono oggetto di contrattazione integrativa – a livello di singola istituzione scolastica ed educativa – i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione)”.

I punti imprescindibili del diritto alla disconnessione

  • Il lavoratore dipendente NON dovrà rimanere connesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;
  • Non si è responsabili del mancato malfunzionamento della rete che crea disagi soprattutto quando i docenti devono usare il registro elettronico e sono costretti a continuare il lavoro da casa;
  • È la contrattazione della scuola a definire regole certe e fasce orarie protette in cui il personale dovrà essere reperibile.

Non è possibile utilizzare WhatsApp, in sostituzione degli adempimenti previsti dalla legge, quale ad esempio la pubblicazione sul sito web istituzionale della scuola di una circolare. La via da percorrere è quella sussidiaria non suppletiva. Ciò a vantaggio di una più immediata diffusione  della medesima, ma tenendo ben a mente che le vie classiche di comunicazione restano il registro elettronico, la email istituzionale, il sito web.

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