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Scuole senza zaino: stop a file di banchi di fronte alla cattedra, ma tavoli di lavoro quadrati o modulari. La didattica che si apre al territorio. INTERVISTA

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La strutturazione degli spazi scolastici è stato uno degli elementi più critici durante la pandemia, ma è un aspetto oggetto di studio da diversi anni. Uno dei modelli che ha particolarmente sviluppato un nuovo approccio agli ambienti scolastici è il modello “Senza Zaino”. Ne abbiamo parlato con la Professoressa Iselda Barghini componente del gruppo fondatore del Movimento “Senza Zaino” e responsabile della direzione tecnica e della comunicazione della Rete nazionale “Scuole Senza Zaino per una scuola comunità”.

Professoressa Barghini, ci spiega cosa sono le Scuole Senza Zaino?

Sono scuole dove si attua il Modello educativo fondato sui valori dell’ospitalità, della responsabilità e della comunità trasformati in azioni che riguardano i docenti, i bambini-ragazzi, i genitori. Nelle scuole Senza Zaino la riorganizzazione dell’ambiente fisico delle aule e della scuole concorre, insieme alla riorganizzazione delle metodologie didattiche, alla realizzazione di un modello innovativo centrato sul rispetto dei bambini, sul loro protagonismo, sulla ricerca e l’attuazione di pratiche di nonviolenza attiva fin dai primi anni della scuola dell’infanzia. Sono scuole dove lo spazio dedicato ai bambini e ai docenti si apre alla comunità tutta, aperte al territorio e che al territorio portano cultura in uno scambio reciproco di interessi. Non più zaini, ma piccole cartelle per trasportare da casa a scuola il minimo indispensabile: tutto il materiale i bambini lo trovano a scuola, uguale per tutti, condiviso e, poiché di tutti, rispettato, curato e custodito nei mobili casellario. Non più file di banchi mono o biposto di fronte alla cattedra, ma tavoli di lavoro quadrati o modulari e solo uno sgabellino piroettante per spostarsi agevolmente da una postazione all’altra per gli insegnanti. Non più compiti uguali per tutti, ma ambiente curato nei minimi particolari e postazioni dotate di materiali e strumenti per il lavoro autonomo, individuale, di coppia, di piccolo gruppo per permettere lo svolgimento di attività diverse in contemporanea e la differenziazione dell’apprendimento. Non più lezione programmata e decisa a priori, ma concordata con bambini e ragazzi all’inizio della giornata in agorà, con tempi, spazi e attività pensate ed esplicitate nei time table giornalieri e nelle mappe generatrici esposte sulle pareti tramite una pannellistica studiata per l’efficacia della comunicazione visuale, così come i compiti di responsabilità che ogni alunno assume per la cura, il funzionamento e l’organizzazione della classe. Non più voti e segni rossi sui quaderni, ma forme di autocorrezione e autovalutazione concordate tra bambini e ragazzi, docenti e genitori, per la pratica della “valutazione mite”. La rete di “Scuole Senza Zaino per una scuola comunità” comprende scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado. Attualmente gli Istituti coinvolti sono 296 e le scuole (plessi) 640. Nonostante la pandemia, altri 31 istituti sono in fase di validazione per aderire.

La visione delle Scuole “Senza Zaino” si basa su tre valori cardini: Ospitalità, Responsabilità e Comunità. Ce li illustra?

Nel percorso di ricerca sull’innovazione svolto dal gruppo fondatore siamo partiti dal riconoscimento e la condivisione di questi tre valori, che stanno proprio alla base del Modello.

Per Ospitalità si intende la particolare cura dell’ambiente inteso sia come spazio fisico che relazionale. Setting di aula specifico, quindi, ma anche apertura verso gli altri e riconoscimento della diversità come risorsa.

La Responsabilità, di adulti e bambini, riteniamo sia elemento fondamentale per costruire autonomia e partecipazione attiva all’interno delle nostre scuole. I bambini, ad esempio, sono guidati ad utilizzare in modo autonomo e con istruzioni per l’uso (IPU) gli strumenti di apprendimento appositamente studiati e in gran parte realizzati da docenti e genitori nelle nostre Fabbriche degli Strumenti, così come sono stimolati alla costruzione del loro percorso formativo nella consapevolezza che gli errori sono punti di ripartenza e non di blocco.

Infine, il riconoscimento del valore della Comunità ci ha spinto a pensare e realizzare una scuola come comunità di ricerca, per i bambini e i ragazzi, ma anche per gli adulti che sono diventati protagonisti dello sviluppo del modello negli anni.

Senza Zaino non è una scuola statica, ma in continua evoluzione e basata sulle reali necessità. E’ una scuola che nasce, appunto, dal basso, nel rispetto dei tre valori essenziali.

Un altro aspetto su cui fondate il vostro modello è l’approccio globale al curricolo. In cosa consiste?

L’Approccio Globale al Curricolo è il metodo adottato nelle nostre scuole. L’ambiente formativo è inteso come comunità e sistema complesso fatto di una struttura materiale, l’hardware (spazi, arredi, strumenti didattici, tecnologie) e di una struttura immateriale, il software (le relazioni, le competenze, i programmi, i valori, la valutazione, i metodi e le strategie). Dall’allineamento virtuoso di hardware e software scaturisce la qualità dell’azione didattica. L’Approccio Globale vede la persona nella sua interezza di corpo, mano e mente, ragione e emozione, inoltre sviluppa i saperi in prospettiva interdisciplinare, dà poi rilevanza alle soft skills, infine sostiene uno sguardo planetario con un’attenzione alle grandi sfide dell’umanità: la pace e la non violenza, l’ecologia, la solidarietà, il benessere per tutti, l’inclusione, la democrazia e la cittadinanza.

Quali sono i progetti attivati dalla vostra rete?

Le scuole della Rete sono autonome riguardo alla loro progettazione didattica, che deve essere necessariamente aderente al contesto e basata sulle differenti esigenze dei territori e delle comunità. Possiamo parlare invece di metodologie che le accomunano, come la proposta di compiti autentici, il problem solving, la flipped classrom, il modello dell’artigiano, il lavoro cooperativo, il metodo della ricerca.

Un’iniziativa comune che, invece, si pratica in tutte le scuole è il “Senza Zaino Day”: una giornata che si svolge ogni anno nella seconda settimana del mese di maggio, stabilita dal gruppo fondatore e dalla direzione nazionale della rete. È un giorno speciale, è un’occasione per mostrare all’esterno come funziona il Modello SZ. È anche un’occasione per porre, all’interno delle nostre scuole, maggiore attenzione agli ingredienti tipici di SZ. Una Giornata Nazionale, quindi, durante la quale gli spazi scolastici si aprono per mostrare le pratiche del nostro Modello di scuola e, nello stesso tempo, per lanciare messaggi educativi rivolti agli adulti: siano essi genitori, amministratori di enti locali, giornalisti, cittadini in generale. Negli ultimi anni i temi di riflessione e discussione che hanno visto protagonisti gli attori di tutte le nostre scuole comunità sono stati “il sorriso dei bambini”, “le parole gentili” e, quest’anno, il 19 maggio, tutti saranno impegnati a declinare il tema “la terra siamo noi: siamo noi questo chicco di grano” nei modi che riterranno più opportuni e congeniali. La rete nel tempo si è data un’organizzazione tale che ha consentito di svolgere progetti di ricerca-sviluppo per rendere il modello sempre più innovativo ed in linea con i tempi. I gruppi di ricerca formati da rappresentanti del gruppo fondatore, docenti e talvolta consulenti “amici critici di SZ” ha elaborato, ad esempio, le Linee Guida per l’approccio globale al curricolo, quelle per gli Spazi e gli arredi delle scuole dell’infanzia e primarie, uno studio sulle competenze dei formatori ma anche su quelle dei docenti delle scuole SZ, le idee guida per la “valutazione mite”. Attualmente, stiamo lavorando ad una rivisitazione delle Linee guida per realizzare concretamente l’idea del “Paesaggio di apprendimento”, un tema che era già stato programmato ma che in seguito alla ripartenza delle scuole dopo il periodo di lockdown ha subito un’accelerazione nello sviluppo della ricerca relativa soprattutto all’utilizzo degli spazi esterni, all’apertura della scuola alla comunità.

Con il modello “Senza Zaino” l’ambiente scolastico assume un aspetto fondamentale. Come si struttura un ambiente di apprendimento e quali sono gli strumenti indispensabili.

Sì, nell’ottica dell’Approccio Globale al Curricolo l’ambiente/organizzazione dello spazio costituisce una delle componenti essenziali del Modello. L’aula organizzata in aree di lavoro, la particolare attenzione alla comunicazione visuale e alla pannellistica, la ricerca costante della vivibilità e dell’accoglienza, la cura del “bello”, la flessibilità e la versatilità degli arredi per favorire la possibilità di diverse configurazioni aggregative, sono tutti elementi costitutivi dei tre valori fondanti che si realizzano attraverso la differenziazione dell’apprendimento e dell’insegnamento, l’apprendimento cooperativo, la comunità di pratica e di ricerca, la gestione partecipata della classe e della scuola. In questo momento come già accennato è in atto un generale ripensamento degli spazi nella rete Senza Zaino, segnato, in ogni ordine di scuola, dal graduale passaggio dall’aula/sezione al “paesaggio di apprendimento”, come espressione di una visione globale degli spazi della scuola. In questa visione si scardina la centralità dell’aula/sezione per includere negli ambienti formativi tutti gli spazi interni ed esterni dell’edificio scuola, scoprendone le potenzialità per sviluppare una Comunità di ricerca, nell’ottica dei valori del nostro modello di scuola. L’innovazione portata da Senza zaino – che considera lo spazio come parte del Curricolo Globale non può più restare chiusa dentro l’aula: non si può più pensare ad una scuola innovativa che strutturi lo spazio solo per aule, anche se progettate nel modo migliore. Gli strumenti tattili di cancelleria, di gestione e di apprendimento svolgono un ruolo fondamentale nel nostro modello di scuola, permettono di coniugare azione e riflessione e di proporre ai ragazzi situazioni problematiche a cui devono provare a dare risposta. L’attenzione agli “oggetti” è uno dei criteri metodologici scelti per promuovere i tre valori fondanti del nostro modello di scuola. L’uso adeguato e continuo degli strumenti è essenziale, oltre che per facilitare l’apprendimento dei ragazzi, per un Approccio Globale al Curricolo. Grazie agli strumenti l’insegnamento assume carattere di laboratorialità: l’uso abituale degli strumenti alimenta una pratica degli apprendimenti che lega i verbi del parlare, scrivere, leggere, ascoltare con quelli del fare, esplorare, manipolare, simulare, sperimentare. Sono possibili attività differenziate, attività di avanzamento per promuovere nuove conoscenze e competenze e attività di routine per consolidare e rafforzare l’apprendimento. L’operatività dei ragazzi, inoltre, li rende generativi di ulteriori apprendimenti rispetto a quelli progettati inizialmente dal docente. Si rifonda la relazione con gli alunni tra loro e con l’insegnante come rapporto giocoso, ma impegnativo nel faticoso processo dell’imparare. Gli strumenti, in quanto “oggetti”, assumono una valenza corporea ed affettiva e divengono occasioni decisive di transfer pedagogico. Gli strumenti digitali nel nostro modello di scuola vengono considerati speculari e complementari a quelli tattili. Tutte le nuove tecnologie, e soprattutto la robotica, se utilizzate secondo i valori del SZ, contribuiscono ad attivare la capacità di risolvere problemi, di progettare e sperimentare nuove soluzioni, di pianificare, negoziare e revisionare con i compagni i progetti da attuare, di apprendere, cioè, il pensiero computazionale. Riteniamo fondamentale progettare percorsi di apprendimento che permettano di acquisire nuove conoscenze prima a livello corporeo e operativo, tattile e iconico, poi a livello digitale.

Quando parliamo di ambienti non ci riferiamo solo alle aule, ci spiega quali altri ambienti sono interessati al vostro modello e in che modo?

Il paesaggio di apprendimento è espressione della scuolaComunità di Ricerca, che non vive più dentro un edificio composto da aule (dove si svolge la didattica) e da atri e corridoi (dove si transita), ma abita un paesaggio globale articolato in spazi diversificati, tutti ricchi di potenzialità e significato. Il passaggio dall’aula/sezione al paesaggio di apprendimento promuove i tre valori fondanti del Senza Zaino ed è motivato da diverse ragioni:

Didattiche e funzionali: l’ambiente pensato come paesaggio di apprendimentomette a disposizione della didattica spazi differenziati, flessibili e articolati, che rendono possibili e suggeriscono innumerevoli pratiche e sperimentazioni. Non solo: chiudere dentro l’aula il mondo Senza Zaino comporta spesso forti difficoltà legate alla carenza di spazi -ed in questo periodo di necessario distanziamento-, che in questo modo trovano una strada per la soluzione. Tutto questo, ad esempio, è stato facilitato dall’utilizzo di arredi versatili, già presenti, che hanno consentito a settembre di rivisitare il setting di aula e di scuola senza troppa fatica.

Educative: uscire dall’aula significa promuovere autonomia e responsabilità: questi obiettivi sono strettamente legati all’attenzione alla sicurezza, andranno affrontati pertanto con la necessaria gradualità.

Simboliche: lo spazio connettivo ha per vocazione un forte valore simbolico, è lo spazio della comunità. Il paesaggio di apprendimento elimina la divisione tra spazio d’aula come spazio di appartenenza e spazio comune come spazio di “non appartenenza”. Tutto l’ambiente diventa significante e identitario, diventa spazio ospitale, specchio di una comunità accogliente, curato e diversificato, dove è possibile incontrarsi anche in modo informale e piacevole. E’ un nostro ulteriore impegno anche valorizzare le possibilità che offrono gli Spazi esterni, facendo in modo che i cambiamenti apportati durante l’emergenza diventino una risorsa stabile e che i progetti inerenti questi spazi coinvolgano anche le famiglie e il territorio.

Un’ultima domanda, abbiamo detto che il vostro modello cambia l’approccio agli ambienti. Cosa comporta questa nuova modalità per i docenti e che tipo di formazione necessitano per operare al meglio.

Il Modello cambia l’approccio agli ambienti e alle metodologie tradizionali. Cambia il ruolo dei docenti, cambiano le loro competenze. Per questo il Movimento ha elaborato negli anni, grazie alla ricerca del Gruppo dei Formatori dei Formatori, documenti relativi alle competenze dei docenti Senza Zaino e al loro Curricolo Formativo. Proprio quest’anno è stato ristrutturato il percorso di formazione che supporta le scuole nell’applicazione del Modello, con la messa a punto di un Curricolo di tipo competenziale per le scuole entrate in rete da gennaio 2021. I corsi sono articolati in formazione blended (in presenza/distanza sincrona e asincrona). Essendo pensati in un’ottica di apprendimento continuo il curricolo è basato sulle competenze che ci si propone di raggiungere al termine di ciascun anno. Suddiviso in 28 unità di lavoro ripartite in 4 anni, definisce il percorso delle scuole a partire dal loro ingresso in rete. Per ogni annualità è previsto un monte ore di 25. Negli anni successivi verranno aggiunte altre unità di lavoro in relazione ai risultati raggiunti e ai bisogni formativi delle singole scuole.

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