Le scuole di Roma centro della protesta contro le 24 ore e la legge Aprea

Di Lalla
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red – Il Coordinamento delle scuole secondarie di Roma vuole raccogliere e diffondere in rete le mozioni, delibere e altri documenti prodotti dai docenti, genitori e studenti che esprimono il loro dissenso sui continui attacchi alla Scuola Pubblica e Statale che questo governo tramite le revisioni di spesa, il patto di stabilità e le infelici esternazioni del ministro Profumo colpiscono e ledono la dignità e il lavoro dei docenti e non solo.

red – Il Coordinamento delle scuole secondarie di Roma vuole raccogliere e diffondere in rete le mozioni, delibere e altri documenti prodotti dai docenti, genitori e studenti che esprimono il loro dissenso sui continui attacchi alla Scuola Pubblica e Statale che questo governo tramite le revisioni di spesa, il patto di stabilità e le infelici esternazioni del ministro Profumo colpiscono e ledono la dignità e il lavoro dei docenti e non solo.

Il Coordinamento invita inoltre i genitori dei consigli di istituto e dei comitati dei genitori ad informare il più possibile gli altri genitori sulla legge 953 Aprea che è ora in Senato e vista la pericolosità di questa legge chiederne immediatamente il ritiro tramite lettere, mozioni , delibere ..

Per inviare documenti scrivete a [email protected]

Verbale dell’assemblea sindacale del giorno 18/10/2012  del Liceo Scientifico Statale “A.Landi” di Velletri (Roma)  
 
1) Confronto tra i lavoratori circa le norme contenute nel DDL Stabilità  in discussione in questi giorni in Parlamento, con particolare riferimento all’art. 3 riguardante l’innalzamento del numero di ore di lezione frontale dei docenti della scuola media inferiore e superiore, che passerebbe da 18 a 24 ore.
Risultano presenti 45 lavoratori. 
Dopo ampio e partecipato confronto l’assemblea all’unanimità condivide le seguenti considerazioni:
 
1. Il DDL Stabilità  è teso esclusivamente a limitare ulteriormente risorse destinate alla scuola pubblica, in mancanza di qualsivoglia progetto di investimento orientato ad un autentico rinnovamento del servizio di istruzione. 
2. La decisione di aumentare le ore di  lezione frontale dei docenti da 18 a 24 ore obbligatorie è stata assunta unilateralmente dal Governo , senza neanche la previsione di un corrispondente incremento della retribuzione. Si è contravvenuto  al CCNL, ingerendo  indebitamente  in materia sindacale e ponendo in essere un pericoloso sistema ricattatorio nei confronti di coloro che non fossero disposti ad adeguare il proprio orario di lavoro a norme dettate esclusivamente dalla parte datoriale.
3. Il DDL Stabilità  si innesta in una situazione ormai estrema di sacrificio richiesto agli studenti, alle famiglie, ai docenti, al personale della scuola tutto , che da anni subiscono interventi governativi che muovono dall’esclusivo interesse del risparmio sul servizio di istruzione e che si sono concretizzati nell’innalzamento degli alunni per classe, nell’accorpamento degli istituti, nelle reggenze dei D.S. , nella riduzione delle ore curricolari, fino ad arrivare al mancato rinnovo del CCNL dei docenti dal 2009 , al blocco degli scatti di anzianità, al taglio della retribuzione della vacanza contrattuale …
4. Al DDL Stabilità  seguirebbe il naturale esito del licenziamento di 30.000 docenti precari, che coincidono esattamente con quelle persone di cui lo Stato si avvale da decenni per assolvere un lavoro identico a quello dei docenti di ruolo, ma con diritti ridotti rispetto a questi ultimi. 
5. I docenti sono impegnati per un monte orario di gran lunga superiore rispetto alle 18 ore di lezione frontale settimanali e alle 80 annuali previste dal CCNL per l’assolvimento delle attività funzionali all’insegnamento (consigli, collegi, dipartimenti, ricevimento delle famiglie,…). Le ore previste per i docenti dei corrispondenti gradi di istruzione nelle altre nazioni dell’UE sono pari a quelle richieste ai docenti di scuola media superiore in Italia ed inferiori rispetto a quelle richieste ai docenti della scuola media inferiore, con una retribuzione corrispondente fino al doppio dei docenti italiani. 
6. Pur essendo tacito che la considerazione del lavoro dei docenti non può essere risolta in un mero computo ragionieristico di “ore-uomo-lavoro”, più adatto a mansioni meccaniche e ripetitive che all’attività di un trasmettitore di conoscenza e di formatore delle nuove generazioni, i docenti del Landi ribadiscono che  le ore destinate all’aggiornamento ed autoaggiornamento, alla preparazione delle lezioni, delle verifiche e di ogni materiale didattico, delle correzioni, alle attività di ricerca e documentazione indispensabili per assolvere dignitosamente al loro compito ,previste dal contratto, ma non computate nelle 18 ore di lezione frontale, risultano di gran lunga superiori rispetto alle 36 – 40 ore di qualsiasi altro lavoratore dipendente. 
 
In considerazione di tutto ciò i docenti , a larghissima maggioranza, con soli 4 voti contrari, per manifestare il loro dissenso, decidono 
le dimissioni dagli incarichi di coordinatori e segretari di classe, responsabili di laboratorio, di dipartimenti disciplinari ed aule speciali
la revoca dalle candidature a funzioni strumentali
il blocco della nomina della commissione elettorale
le dimissioni dei collaboratori della presidenza
il blocco di tutte le attività extracurricolari
l’indisponibilità ad effettuare ore di sostituzione di colleghi assenti
Decidono inoltre di intraprendere forme di pubblicizzazione delle ragioni da cui muove la loro protesta attraverso interventi di chiarimento nelle assemblee studentesche, manifesti, stampa, sottoscrizione di pubbliche petizioni e quanto altro fosse possibile, allo scopo anche di associare alla loro manifestazione di dissenso tutti i cittadini che hanno a cuore il servizio pubblico di istruzione. 
Resta ferma, chiaramente, la possibilità per ciascun singolo professore di decidere autonomamente se aderire o meno alle posizioni assunte dall’assemblea del corpo docente del Liceo Landi. 
Le decisioni succitate si comunicheranno in sede di Collegio dei Docenti programmato nella giornata odierna. 
L’assemblea è sciolta alle ore 15,25.
 
RSU CGIL FLC Cristiana Romanato
RSU UIL Terra Mariella
RSU CGIL FLC Teresa Tamburlani

Mozione del Collegio Docenti del Liceo Anco Marzio (Roma) – Approvata a larghissima maggioranza (2 voti contrari) (15.10.2012)

Il Collegio Docenti del Liceo Ginnasio "Anco Marzio" (Roma) esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti di una politica governativa fortemente punitiva verso la scuola pubblica, caratterizzata da tagli di risorse e personale, attuati in forme diverse e non sempre trasparenti. nonchè da una martellante svalutazione dei lavoratori della scuola, anche attraverso un uso mainipolatorio dei media.
Si riserva, infine, a riguardo ogni forma di contrasto e resistenza a tali politiche, anche in collaborazione con le altre componenti (ATA, studenti, genitori) e con altre scuole del territorio.

Mozione Collegio Docenti del 22/10/2012 del Liceo Scientifico Francesco Assisi di Roma  (prolungamento orario, ddl 953, art.13 del d.l. 95
del 06/07/2012 e scatti di anzianità)
 
Il Collegio Docenti del Liceo Scientifico Statale “Francesco d’Assisi” di Roma, riunitosi in data 22/10/2012, esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche del Ministro Profumo e più in generale del Governo Monti fortemente punitive verso la scuola pubblica, caratterizzate da tagli di risorse e personale, attuati in forme diverse e non sempre trasparenti, nonché da una martellante svalutazione della professionalità e della libertà di insegnamento.
Il Collegio Docenti del Liceo Scientifico Statale “Francesco d’Assisi” di Roma esprime netta contrarietà ai seguenti provvedimenti all’ordine del giorno dell’agenda politica:
 
– la Legge di Stabilità che, ignorando le norme liberamente sottoscritte dalle parti del CCNL 2006/09, aumenta l’orario di insegnamento settimanale da 18 a 24 ore, con 6 ore in più non retribuite. Si tratta di un provvedimento che avrà forti incidenze negative sulla didattica e l’apprendimento (non tenendo minimamente conto del fatto che un insegnamento della qualità richiede, a fronte di 18 ore di lezioni, altrettante per la preparazione delle stesse, per la correzione degli scritti e per l’aggiornamento. Inoltre, la proposta del governo comporterà il sostanziale licenziamento di circa 30.000 precari inseriti nelle graduatorie. Ma, soprattutto, accettare di lavorare senza e contro quanto stabilito dal Contratto nazionale significherebbe per il personale della scuola (e per tutto il mondo del lavoro) aprire il varco a ogni ulteriore peggioramento delle sue già pessime condizioni di lavoro e retributive.
 
– il ddl 953 ex Aprea, il progetto di riforma degli organi collegiali che restringe gli spazi di democrazia, aprendo la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, la conseguente messa in discussione di un sistema nazionale pubblico dell’istruzione e la pericolosa accelerazione sul ruolo dei soggetti privati che avranno la possibilità di entrare a far parte degli organi collegiali e in ragione del loro finanziamento esterno influenzare pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa.
– l’art.13 del D.L. 95 del 06/07/2012, convertito in legge n.135 del 07/08/2012, che prevede il declassamento dei docenti inidonei, è altrettanto grave per gli stessi motivi enunciati sopra. Non è giusto far pagare la crisi alle categorie più deboli di persone, siano essi i parenti dei malati o – peggio – i malati stessi.
Inoltre, dopo la rottura del tavolo tra Miur e Organizzazioni Sindacali lo scorso 11 ottobre sul pagamento degli scatti di anzianità per l’anno scolastico 2011/12, il Collegio Docenti del Liceo Scientifico Statale “Francesco d’Assisi” di Roma chiede con forza al Ministero di stanziare subito tutte le risorse utili alla copertura totale degli scatti senza ulteriori decurtazioni dal bilancio della scuola pubblica, anche e soprattutto alla luce degli ultimi stanziamenti ad hoc per il comparto della scuola privata. 
 
Visto quanto sopra esposto e in ragione della estrema gravità di quanto precede, il Collegio dei docenti assume le seguenti azioni di protesta in accordo con analoghe iniziative delle scuole di Roma:
 
1) Il Collegio promuove iniziative di sensibilizzazione degli studenti, delle famiglie e della cittadinanza: in primo luogo, un presidio pomeridiano permanente davanti al Liceo. Dispone che questo documento sia pubblicato tempestivamente e con la massima evidenza sulla pagina di apertura del sito Internet del Liceo.
2) Richiede formalmente a tutti i suoi membri di rassegnare le proprie dimissioni da ogni incarico previsto nell’organigramma dell’Istituto (figure strumentali, responsabili dipartimento e area, coordinatori di classe, ecc.).
 
Restano in carica per l’ordinaria amministrazione:
a) Il collaboratore vicario e il secondo collaboratore vicario: in quanto nominati dal DS;
b) Il responsabile della sede succursale;
c) Referente per il sito Web;
d) I docenti membri della Commissione Sicurezza;
e) La funzione strumentale per l’orientamento in entrata
3) blocco (fino ad avvenuto ritiro dell’Art. 3 della Legge di stabilità) dei viaggi d’istruzione, degli stage, delle uscite didattiche, ecc.
4) blocco (fino ad avvenuto ritiro dell’Art. 3 della Legge di stabilità) di tutte le attività extracurriculari non esplicitamente previste dal CCNL come obbligatorie.
5) Sospensione dell’approvazione del POF fino ad avvenuto ritiro dell’Art. 3 della Legge di stabilità.
6) Promozione di un Comitato d’agitazione aperto a tutte le componenti della comunità scolastica.
7) Rinvio dei consigli di classe fino ad avvenuto ritiro dell’Art. 3 della Legge di stabilità.
 
Numeri Approvazione: 53 votanti. 50 favorevoli e 3 contrari.

Liceo Montale (Roma) – In merito alla disposizione contenuta nel Disegno di Legge di stabilità sull’innalzamento dell’orario dei docenti a 24 ore frontali di servizio senza corrispondente aumento della retribuzione, noi docenti del Liceo Montale esprimiamo la nostra ferma opposizione e rileviamo quanto segue:

– Il lavoro di un docente nella scuola non si esaurisce affatto nelle 18 ore che continuamente ci vengono rinfacciate come esempio di scarsa operosità. Al contrario, ognuna di quelle diciotto ore è il risultato, il punto terminale di un lavoro di organizzazione e di selezione, sempre diverso a seconda delle classi e della situazione che si affronta concretamente, di un lavoro che richiede molto impegno, non solo in termini quantitativi ma anche psicologici ed umani, dal momento che non si lavora con oggetti inerti e dispositivi automatici, ma con soggetti umani, da orientare, accompagnare e motivare in una delicata fase della loro crescita. Punto finale di una fase preparatoria, ed anche punto di partenza per una nuova tappa, da raggiungere attraverso la correzione degli elaborati, la preparazione di strumenti didattici mirati, la ricerca innescata proprio dal dialogo didattico che si realizza nella lezione frontale. Se questo ha caratterizzato sempre la professione del docente, più che mai deve essere affermato oggi: mai come nell’epoca storica che stiamo attraversando, piena di interrogativi drammatici sul futuro soprattutto per il mondo giovanile, la funzione di guida e di sostegno efficace del docente rispetto ai ragazzi deve essere valorizzata, tutelata e salvaguardata.

– Una attività così complessa, che ci si onora di svolgere in una dimensione di servizio pubblico, come contributo a quella crescita civile della collettività che dovrebbe essere tra gli obiettivi primari di chi amministra la Repubblica, è stata messa in gravi difficoltà dalle riforme attuate dal precedente governo. I tagli indiscriminati, senza alcun progetto didattico, che hanno eliminato materie ed ore di insegnamento nei diversi indirizzi, con l’unico scopo di risparmiare, hanno di fatto polverizzato le cattedre e instaurato un regime di crescente discontinuità didattica. La riforma Tremonti-Gelmini, peraltro non ancora andata a regime dal momento che abbiamo altri due anni scolastici prima che si estenda all’intero quinquennio del ciclo secondario, dunque tuttora operativa in termini di destabilizzazione ed eliminazione di cattedre e posti di lavoro, ha creato nelle scuole una situazione di caos, di cui soltanto chi opera nel settore, purtroppo, è pienamente consapevole: difficile per i Dirigenti fare le cattedre e “tappare” tutti i “buchi”, difficile insegnare per il docente, che si ritrova moltissime classi e vede aumentata la sua mole di lavoro, quasi impossibile per i giovani docenti trovare occupazione, ma soprattutto devastante per i ragazzi, che cambiano docente ogni anno e non hanno la possibilità di realizzare quella crescita che si fonda imprescindibilmente su una programmazione a lungo termine, su un progetto educativo forte.

– Ora si apprende che il Ministro della Pubblica Istruzione, il quale dovrebbe conoscere un simile quadro e dovrebbe in prima persona impegnarsi a cambiarlo, non ritiene già di dover attuare una riconsiderazione complessiva del progetto educativo in vista del suo rilancio e della sua tutela, ma intende procedere con l’innalzamento a 24 ore dell’orario di servizio. Tale provvedimento renderà tutto ancora più difficile: aumentando il numero delle classi per ogni docente, quel provvedimento renderà molto più pesante non soltanto la sua giornata scolastica, ma anche il lavoro invisibile, assai reale e consistente, che sta “dietro” quelle ore frontali, di cui abbasserà di fatto la qualità e l’efficacia, dequalificando inevitabilmente l’intero servizio scolastico. Ad impressionare, al di là di tutto, è l’insensibilità, l’incapacità di comprendere il carattere specifico di questa professione.
Ed è del tutto conseguenziale a tale incomprensione il fatto che questo “progetto ministeriale” sia stato concepito “a costo zero”, senza cioè prevedere per i docenti, nemmeno in termini simbolici, il corrispondente aumento della retribuzione, omissione gravissima, che viola sia il regime contrattuale degli insegnanti sia l’articolo 36 della Costituzione Italiana, che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.”

Mozione del Collegio dei docenti del Liceo Aristofane di Roma 
 
Il Collegio Docenti dell’Aristofane esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche del Ministro Profumo, e più in generale del Governo, che si sono rivelate, ancora una volta, fortemente punitive nei confronti della Scuola Pubblica. Si operano di nuovo  tagli di risorse e di personale, in forme diverse e a volte non trasparenti, che hanno ancora una volta  l’obiettivo di colpire la professionalità del corpo docente, svalutandola e mettendo seriamente a rischio la stessa libertà d’insegnamento.
 
Il Collegio Docenti dell’Aristofane critica in modo deciso i seguenti punti dell’agenda politica attuale:
 
Il Decreto di Stabilità che aumenta l’orario di lavoro settimanale da 18 a 24 ore, con 6 ore in più non retribuite in cambio della possibilità di usufruire di 15 giorni in più di ferie da maturare nel periodo estivo. Questa decisione rappresenta un vero e proprio scippo alle prerogative del CCNL 2006/2009, ed avrà forti incidenze negative sulla didattica e sull’apprendimento degli studenti e chiuderà, al pari del concorso a cattedre appena bandito dal Ministero, la porta all’insegnamento a circa 30.000 precari inseriti nelle graduatorie;
 
Il ddl 953 ex Aprea, che restringe gli spazi di democrazia all’interno della scuola, introducendo la strada dell’autonomia statutaria di ogni singola scuola, mettendo definitivamente in crisi l’idea di un sistema nazionale  pubblico dell’istruzione  e accelerando  sull’introduzione del ruolo dei soggetti privati nel finanziamento della scuola, che avranno  così l’opportunità di entrare a far parte dei nuovi organi collegiali potendo influenzare pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa;
 
Il Collegio Docenti dell’Aristofane, inoltre, chiede con forza al Ministero che, dopo la rottura del tavolo tra Miur e Organizzazioni Sindacali lo scorso 11 ottobre sul pagamento degli scatti di anzianità per l’a.s. 2011/12,  vengano stanziate subito tutte le risorse utili alla copertura totale degli scatti stipendiali maturati, senza ulteriori decurtazioni dal bilancio della scuola pubblica anche e soprattutto alla luce degli ultimi stanziamenti 
per il comparto della scuola privata;
 
Il Collegio Docenti dell’Aristofane, infine, metterà in atto ogni forma di contrasto rispetto a tali scelte politiche, anche in collaborazione con le altre componenti (ATA, studenti e genitori) e con le altre scuole del territorio al fine di salvaguardare la conoscenza, la cultura e la scuola quali beni comuni e per restituire valore e dignità alla professione docente, dopo anni di tagli e di assenza di un progetto  educativo complessivo.
 
In ragione di tutto ciò, il Collegio docenti dell’Aristofane propone: 
 
la sospensione dell’approvazione del POF fino al ritiro delle norme contenute nella Legge di Stabilità;
l’astensione dalle attività aggiuntive;
le  dimissioni   dalle Funzioni Strumentali.

Mozione del Collegio Docenti del Liceo scientifico “A. Labriola” (Roma) (17.10.2012) – Il Collegio Docenti del Liceo scientifico “A.Labriola” di Roma:

esprime grave preoccupazione, profonda indignazione e il più convinto dissenso nei confronti di una politica governativa fortemente punitiva verso la scuola pubblica, caratterizzata da tagli, oramai continui e ininterrotti, di risorse e di personale; tali tagli sono attuati in forme diverse e non sempre trasparenti, come il DDL (Legge di Stabilità) che giunge persino ad una svolta autoritaria imponendo per legge l’obbligo di lavoro a 24 ore frontali con conseguente disdetta unilaterale del CCNL vigente;

esprime inoltre profondo disagio per come il tutto è condotto, cioè mediante una martellante campagna di svalutazione dei lavoratori della scuola, orchestrata anche attraverso un uso manipolatorio dei media e utilizzando confronti con l’Europa che forniscono un quadro falsato della realtà del personale scolastico;

si riserva, infine, a riguardo ogni forma di contrasto e resistenza a tali scelte, ammantate di pseudo-tecnicismo, ma in realtà scelte profondamente politiche e di parte, collaborando anche con altre componenti della scuola (ATA, studenti, genitori) e con altre scuole del territorio.

Comunicato dei docenti del Liceo "Virgilio" di Roma

In merito all’articolo 3 della Legge di stabilità, in discussione al Parlamento,i docenti del Liceo Virgilio intendono esprimere il proprio dissenso verso una serie di provvedimenti che, qualora venissero approvati, arrecherebbero un danno enorme all’istruzione. Esprimono il proprio sconcerto per il fatto che tali provvedimenti siano nell’agenda di un governo che mesi addietro si è proposto di fronte alla società civile e all’Europa come inizio di una rigenerazione etica di un paese da troppo tempo offeso a causa di una classe politica inadeguata e corrotta.

In questo frangente di crisi economica che attraversa il paese e colpisce ampie fasce sociali i docenti non avrebbero certo sperato di ottenere un adeguamento dei loro stipendi a standard più dignitosi, come in molti paesi di quell’Europa a cui si guarda; nonostante la perdita del potere d’acquisto a fronte di una crescita di mansioni, era sembrato saggio sospendere le rivendicazioni salariali e rinviarle a tempi migliori.

Tuttavia, al senso di responsabilità di quanti lavorano nella scuola evidentemente non corrisponde quello di chi governa il paese: nonostante la scuola negli ultimi anni abbia già pagato subendo non pochi tagli , nella Legge di stabilità hanno trovato spazio proposte altamente lesive della dignità dei docenti, dannose e offensive verso l’istruzione pubblica e verso il paese intero.

Proposte lesive della dignità dei docenti perché fondate sulla convinzione che il loro lavoro si svolga solo nelle diciotto ore dell’orario mattutino, quando invece non può certo sfuggire agli addetti ai lavori che il contratto prevede altre 40+ 40 ore e che non sono certo queste riconosciute a contenere tutte le attività connesse alla professione ( preparazione e correzione delle verifiche, organizzazione delle lezioni, aggiornamento etc.) e non riconosciute.

Una menzogna è stata assunta e presentata come verità per giustificare i tagli alla scuola, mascherandoli dietro un finto obiettivo di efficienza destinato ad essere accolto dalla simpatia di tutti coloro che, non conoscendo da vicino la realtà della professione docente, agli insegnanti hanno sempre pensato come ad una categoria privilegiata.

Un’offesa verso la scuola pubblica
E’ evidente che, qualora l’orario di cattedra fosse portato da diciotto a ventiquattro ore, i docenti non potrebbero più curare quel che tentano di fare quotidianamente con dignità. La crescita delle verifiche diverrebbe insostenibile; la qualità delle lezioni diverrebbe scadente ( forse anche solo per stanchezza); la possibilità di diversificare la didattica , al fine di ridurre al minimo la dispersione e al contempo di motivare i migliori, sarebbe di fatto annullata; un lavoro artigianale, quale quello svolto finora, diverrebbe una mostruosa catena di montaggio destinata a sfornare individui più ignoranti ( ancora di più di quanto già adesso viene rimproverato alla scuola) e privi di strumenti critici.

Inoltre l’esclusione dei precari, preziosa risorsa della scuola, tagliati fuori- secondo questo perverso disegno- da supplenze temporanee e annuali, determinerebbe il venir meno di quella preziosa osmosi che nella scuola ha sempre trovato il suo terreno più fertile: lo scambio tra generazioni di insegnanti maturi e più esperti con quelli più giovani e freschi di energie, quel contatto tra generazioni di anziani, giovani e giovanissimi ( gli studenti) che ha sempre consentito il convivere della memoria del passato accanto alle prospettive future.

Un’offesa al paese intero
La scuola è il luogo dove si formano le nuove generazioni, i cittadini futuri dell’Italia e dell’Europa .
Abbassando la qualità dell’istruzione si arreca un danno che non si limiterebbe al presente, ma, come un’onda lunga, si abbatterebbe sulle prossime generazioni. C’è una bella differenza tra tagliare i rami secchi (gli sprechi ) e lo stroncare un albero alle radici: i frutti son perduti per sempre.

I docenti del Liceo Virgilio auspicano da parte del Ministro, del Governo e del Parlamento una più attenta riflessione che porti alla cancellazione delle attuali proposte dell’articolo 3 della Legge di stabilità, nella convinzione che l’istruzione sia un bene comune di tutto il paese e che ad essa vada riservata la massima cura e rispetto.

Mozione del Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Aristotele di Roma – Approvata all’unanimità

Il Collegio Docenti del Liceo Scientifico Statale Aristotele di Roma esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti della disposizione contenuta nel Ddl di stabilita’ sull’innalzamento dell’orario dei docenti a 24 ore frontali di servizio, e della prossima trasformazione in legge del Ddl 953 (ex Ddl Aprea) sull’Autonomia statutaria delle Istituzioni Scolastiche, fortemente punitiva verso la scuola pubblica. Si riserva infine, a riguardo, ogni forma di contrasto e resistenza a tali politiche, anche in collaborazione con altre componenti (ATA, Studenti,Genitori) e con altre scuole del territorio

E ancora i documenti del

Liceo Pilo Albertelli di Roma

Liceo Kant di Roma

Liceo Mamiami di Roma

Liceo Talete di Roma

nell’articolo Le proteste dei docenti italiani contro il "volontariato coatto" delle 24 ore. Dalle magliette indignate alla didattica essenziale

il documento dei Docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Cederna” (ex-Via Novelli) di Velletri (Roma) nell’articolo Nelle scuole italiane cresce la protesta contro i provvedimenti del Governo

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