Le scuole di Roma centro della protesta contro le 24 ore e la legge Aprea
red – Il Coordinamento delle scuole secondarie di Roma vuole raccogliere e diffondere in rete le mozioni, delibere e altri documenti prodotti dai docenti, genitori e studenti che esprimono il loro dissenso sui continui attacchi alla Scuola Pubblica e Statale che questo governo tramite le revisioni di spesa, il patto di stabilità e le infelici esternazioni del ministro Profumo colpiscono e ledono la dignità e il lavoro dei docenti e non solo.
red – Il Coordinamento delle scuole secondarie di Roma vuole raccogliere e diffondere in rete le mozioni, delibere e altri documenti prodotti dai docenti, genitori e studenti che esprimono il loro dissenso sui continui attacchi alla Scuola Pubblica e Statale che questo governo tramite le revisioni di spesa, il patto di stabilità e le infelici esternazioni del ministro Profumo colpiscono e ledono la dignità e il lavoro dei docenti e non solo.
Il Coordinamento invita inoltre i genitori dei consigli di istituto e dei comitati dei genitori ad informare il più possibile gli altri genitori sulla legge 953 Aprea che è ora in Senato e vista la pericolosità di questa legge chiederne immediatamente il ritiro tramite lettere, mozioni , delibere ..
Per inviare documenti scrivete a [email protected]
Mozione del Collegio Docenti del Liceo Anco Marzio (Roma) – Approvata a larghissima maggioranza (2 voti contrari) (15.10.2012)
Il Collegio Docenti del Liceo Ginnasio "Anco Marzio" (Roma) esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti di una politica governativa fortemente punitiva verso la scuola pubblica, caratterizzata da tagli di risorse e personale, attuati in forme diverse e non sempre trasparenti. nonchè da una martellante svalutazione dei lavoratori della scuola, anche attraverso un uso mainipolatorio dei media.
Si riserva, infine, a riguardo ogni forma di contrasto e resistenza a tali politiche, anche in collaborazione con le altre componenti (ATA, studenti, genitori) e con altre scuole del territorio.
Liceo Montale (Roma) – In merito alla disposizione contenuta nel Disegno di Legge di stabilità sull’innalzamento dell’orario dei docenti a 24 ore frontali di servizio senza corrispondente aumento della retribuzione, noi docenti del Liceo Montale esprimiamo la nostra ferma opposizione e rileviamo quanto segue:
– Il lavoro di un docente nella scuola non si esaurisce affatto nelle 18 ore che continuamente ci vengono rinfacciate come esempio di scarsa operosità. Al contrario, ognuna di quelle diciotto ore è il risultato, il punto terminale di un lavoro di organizzazione e di selezione, sempre diverso a seconda delle classi e della situazione che si affronta concretamente, di un lavoro che richiede molto impegno, non solo in termini quantitativi ma anche psicologici ed umani, dal momento che non si lavora con oggetti inerti e dispositivi automatici, ma con soggetti umani, da orientare, accompagnare e motivare in una delicata fase della loro crescita. Punto finale di una fase preparatoria, ed anche punto di partenza per una nuova tappa, da raggiungere attraverso la correzione degli elaborati, la preparazione di strumenti didattici mirati, la ricerca innescata proprio dal dialogo didattico che si realizza nella lezione frontale. Se questo ha caratterizzato sempre la professione del docente, più che mai deve essere affermato oggi: mai come nell’epoca storica che stiamo attraversando, piena di interrogativi drammatici sul futuro soprattutto per il mondo giovanile, la funzione di guida e di sostegno efficace del docente rispetto ai ragazzi deve essere valorizzata, tutelata e salvaguardata.
– Una attività così complessa, che ci si onora di svolgere in una dimensione di servizio pubblico, come contributo a quella crescita civile della collettività che dovrebbe essere tra gli obiettivi primari di chi amministra la Repubblica, è stata messa in gravi difficoltà dalle riforme attuate dal precedente governo. I tagli indiscriminati, senza alcun progetto didattico, che hanno eliminato materie ed ore di insegnamento nei diversi indirizzi, con l’unico scopo di risparmiare, hanno di fatto polverizzato le cattedre e instaurato un regime di crescente discontinuità didattica. La riforma Tremonti-Gelmini, peraltro non ancora andata a regime dal momento che abbiamo altri due anni scolastici prima che si estenda all’intero quinquennio del ciclo secondario, dunque tuttora operativa in termini di destabilizzazione ed eliminazione di cattedre e posti di lavoro, ha creato nelle scuole una situazione di caos, di cui soltanto chi opera nel settore, purtroppo, è pienamente consapevole: difficile per i Dirigenti fare le cattedre e “tappare” tutti i “buchi”, difficile insegnare per il docente, che si ritrova moltissime classi e vede aumentata la sua mole di lavoro, quasi impossibile per i giovani docenti trovare occupazione, ma soprattutto devastante per i ragazzi, che cambiano docente ogni anno e non hanno la possibilità di realizzare quella crescita che si fonda imprescindibilmente su una programmazione a lungo termine, su un progetto educativo forte.
– Ora si apprende che il Ministro della Pubblica Istruzione, il quale dovrebbe conoscere un simile quadro e dovrebbe in prima persona impegnarsi a cambiarlo, non ritiene già di dover attuare una riconsiderazione complessiva del progetto educativo in vista del suo rilancio e della sua tutela, ma intende procedere con l’innalzamento a 24 ore dell’orario di servizio. Tale provvedimento renderà tutto ancora più difficile: aumentando il numero delle classi per ogni docente, quel provvedimento renderà molto più pesante non soltanto la sua giornata scolastica, ma anche il lavoro invisibile, assai reale e consistente, che sta “dietro” quelle ore frontali, di cui abbasserà di fatto la qualità e l’efficacia, dequalificando inevitabilmente l’intero servizio scolastico. Ad impressionare, al di là di tutto, è l’insensibilità, l’incapacità di comprendere il carattere specifico di questa professione.
Ed è del tutto conseguenziale a tale incomprensione il fatto che questo “progetto ministeriale” sia stato concepito “a costo zero”, senza cioè prevedere per i docenti, nemmeno in termini simbolici, il corrispondente aumento della retribuzione, omissione gravissima, che viola sia il regime contrattuale degli insegnanti sia l’articolo 36 della Costituzione Italiana, che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro.”
Mozione del Collegio Docenti del Liceo scientifico “A. Labriola” (Roma) (17.10.2012) – Il Collegio Docenti del Liceo scientifico “A.Labriola” di Roma:
esprime grave preoccupazione, profonda indignazione e il più convinto dissenso nei confronti di una politica governativa fortemente punitiva verso la scuola pubblica, caratterizzata da tagli, oramai continui e ininterrotti, di risorse e di personale; tali tagli sono attuati in forme diverse e non sempre trasparenti, come il DDL (Legge di Stabilità) che giunge persino ad una svolta autoritaria imponendo per legge l’obbligo di lavoro a 24 ore frontali con conseguente disdetta unilaterale del CCNL vigente;
esprime inoltre profondo disagio per come il tutto è condotto, cioè mediante una martellante campagna di svalutazione dei lavoratori della scuola, orchestrata anche attraverso un uso manipolatorio dei media e utilizzando confronti con l’Europa che forniscono un quadro falsato della realtà del personale scolastico;
si riserva, infine, a riguardo ogni forma di contrasto e resistenza a tali scelte, ammantate di pseudo-tecnicismo, ma in realtà scelte profondamente politiche e di parte, collaborando anche con altre componenti della scuola (ATA, studenti, genitori) e con altre scuole del territorio.
Comunicato dei docenti del Liceo "Virgilio" di Roma
In merito all’articolo 3 della Legge di stabilità, in discussione al Parlamento,i docenti del Liceo Virgilio intendono esprimere il proprio dissenso verso una serie di provvedimenti che, qualora venissero approvati, arrecherebbero un danno enorme all’istruzione. Esprimono il proprio sconcerto per il fatto che tali provvedimenti siano nell’agenda di un governo che mesi addietro si è proposto di fronte alla società civile e all’Europa come inizio di una rigenerazione etica di un paese da troppo tempo offeso a causa di una classe politica inadeguata e corrotta.
In questo frangente di crisi economica che attraversa il paese e colpisce ampie fasce sociali i docenti non avrebbero certo sperato di ottenere un adeguamento dei loro stipendi a standard più dignitosi, come in molti paesi di quell’Europa a cui si guarda; nonostante la perdita del potere d’acquisto a fronte di una crescita di mansioni, era sembrato saggio sospendere le rivendicazioni salariali e rinviarle a tempi migliori.
Tuttavia, al senso di responsabilità di quanti lavorano nella scuola evidentemente non corrisponde quello di chi governa il paese: nonostante la scuola negli ultimi anni abbia già pagato subendo non pochi tagli , nella Legge di stabilità hanno trovato spazio proposte altamente lesive della dignità dei docenti, dannose e offensive verso l’istruzione pubblica e verso il paese intero.
Proposte lesive della dignità dei docenti perché fondate sulla convinzione che il loro lavoro si svolga solo nelle diciotto ore dell’orario mattutino, quando invece non può certo sfuggire agli addetti ai lavori che il contratto prevede altre 40+ 40 ore e che non sono certo queste riconosciute a contenere tutte le attività connesse alla professione ( preparazione e correzione delle verifiche, organizzazione delle lezioni, aggiornamento etc.) e non riconosciute.
Una menzogna è stata assunta e presentata come verità per giustificare i tagli alla scuola, mascherandoli dietro un finto obiettivo di efficienza destinato ad essere accolto dalla simpatia di tutti coloro che, non conoscendo da vicino la realtà della professione docente, agli insegnanti hanno sempre pensato come ad una categoria privilegiata.
Un’offesa verso la scuola pubblica
E’ evidente che, qualora l’orario di cattedra fosse portato da diciotto a ventiquattro ore, i docenti non potrebbero più curare quel che tentano di fare quotidianamente con dignità. La crescita delle verifiche diverrebbe insostenibile; la qualità delle lezioni diverrebbe scadente ( forse anche solo per stanchezza); la possibilità di diversificare la didattica , al fine di ridurre al minimo la dispersione e al contempo di motivare i migliori, sarebbe di fatto annullata; un lavoro artigianale, quale quello svolto finora, diverrebbe una mostruosa catena di montaggio destinata a sfornare individui più ignoranti ( ancora di più di quanto già adesso viene rimproverato alla scuola) e privi di strumenti critici.
Inoltre l’esclusione dei precari, preziosa risorsa della scuola, tagliati fuori- secondo questo perverso disegno- da supplenze temporanee e annuali, determinerebbe il venir meno di quella preziosa osmosi che nella scuola ha sempre trovato il suo terreno più fertile: lo scambio tra generazioni di insegnanti maturi e più esperti con quelli più giovani e freschi di energie, quel contatto tra generazioni di anziani, giovani e giovanissimi ( gli studenti) che ha sempre consentito il convivere della memoria del passato accanto alle prospettive future.
Un’offesa al paese intero
La scuola è il luogo dove si formano le nuove generazioni, i cittadini futuri dell’Italia e dell’Europa .
Abbassando la qualità dell’istruzione si arreca un danno che non si limiterebbe al presente, ma, come un’onda lunga, si abbatterebbe sulle prossime generazioni. C’è una bella differenza tra tagliare i rami secchi (gli sprechi ) e lo stroncare un albero alle radici: i frutti son perduti per sempre.
I docenti del Liceo Virgilio auspicano da parte del Ministro, del Governo e del Parlamento una più attenta riflessione che porti alla cancellazione delle attuali proposte dell’articolo 3 della Legge di stabilità, nella convinzione che l’istruzione sia un bene comune di tutto il paese e che ad essa vada riservata la massima cura e rispetto.
Mozione del Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Aristotele di Roma – Approvata all’unanimità
Il Collegio Docenti del Liceo Scientifico Statale Aristotele di Roma esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti della disposizione contenuta nel Ddl di stabilita’ sull’innalzamento dell’orario dei docenti a 24 ore frontali di servizio, e della prossima trasformazione in legge del Ddl 953 (ex Ddl Aprea) sull’Autonomia statutaria delle Istituzioni Scolastiche, fortemente punitiva verso la scuola pubblica. Si riserva infine, a riguardo, ogni forma di contrasto e resistenza a tali politiche, anche in collaborazione con altre componenti (ATA, Studenti,Genitori) e con altre scuole del territorio
E ancora i documenti del
Liceo Pilo Albertelli di Roma
Liceo Kant di Roma
Liceo Mamiami di Roma
Liceo Talete di Roma
il documento dei Docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Cederna” (ex-Via Novelli) di Velletri (Roma) nell’articolo Nelle scuole italiane cresce la protesta contro i provvedimenti del Governo