“Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta.” Convegno Treellle
Convegno dell’Associazione Treellle "Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta Francia, Olanda, Inghilterra, USA e il caso Italia" Ecco tutte le indicazioni relative al Convegno, comprensive di un testo illustrativo dei temi affrontati dalla Ricerca condotta da Treellle (Quaderno n.10)
Convegno dell’Associazione Treellle "Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta Francia, Olanda, Inghilterra, USA e il caso Italia" Ecco tutte le indicazioni relative al Convegno, comprensive di un testo illustrativo dei temi affrontati dalla Ricerca condotta da Treellle (Quaderno n.10)
Ore 9.00 – 13.00 Aula Magna Università LUISS, viale Pola 12, Roma
Presentazione del Quaderno n. 10
Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta Francia, Olanda, Inghilterra, USA e il caso Italia
Apertura MASSIMO EGIDI –Rettore Università LUISS
Relazioni
ROSARIO DRAGO – già Ispettore tecnico dell’istruzione e consigliere MIUR Il caso Italia
ANDREA ICHINO – Prof. Economia Politica (European University Institute) Una ipotesi di sperimentazione
BERNARD TOULEMONDE – Inspecteur General de l’Education Nationale Il caso Francia
ANTONINO PETROLINO – già Dirigente scolastico e Presidente ESHA (European School Heads Association) I casi Inghilterra e USA
SIMON STEEN – Presidente ECNAIS (European Council of National Associations of Indipendent Schools) Le scuole indipendenti in UE e il caso Olanda
ATTILIO OLIVA – Presidente Associazione TreeLLLe
Considerazioni conclusive
Interventi
On. LUIGI BERLINGUER, già Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
On. STEFANIA GIANNINI, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Puoi seguire il Convegno in streaming
Questa ricerca riguarda il rapporto fra “finanziamento” e “gestione” delle istituzioni scolastiche e, in connessione, la questione dei limiti alla libertà di scelta educativa da parte dell’utenza.
Si tratta di un tema molto controverso sul piano politico. Non siamo in presenza di una querelle solo italiana: con toni diversi, il nodo è stato già affrontato in altri paesi di grande tradizione educativa, ciascuno dei quali ha individuato una propria via per gestirlo. Ci sono del resto eccellenti ragioni, storiche e culturali, per sostenere il ruolo primario dello Stato nell’indirizzare, finanziare e valutare il sistema scolastico (non necessariamente per gestire le singole scuole); come ce ne sono di non meno valide per sottolineare i rischi di un monopolio educativo, da chiunque esercitato.
In ciascuno dei quattro paesi stranieri presi in esame, esistono scuole finanziate dallo Stato ma gestite da privati, con modalità diverse: è il caso delle Charter Schools americane, delle Academies inglesi, delle Scuole private a contratto in Francia e delle Scuole private a diversa “denominazione” nei Paesi Bassi. Quello che li accomuna tutti è la scelta di diversificare l’offerta formativa, consentendo l’apertura di scuole “indipendenti”, finanziate nella stessa misura o quasi delle corrispondenti scuole statali.
Il Quaderno si conclude con il caso delle scuole paritarie in Italia: l’assegnazione dei fondi pubblici viene effettuata in un clima di sostanziale incertezza e aleatorietà. Con queste caratteristiche, il “contributo” dello Stato (ed anche degli altri enti pubblici) risponde solo simbolicamente ai principi di pluralismo dell’offerta, diritto di scelta delle famiglie, sussidiarietà tra iniziativa statale e privata, e natura pubblica del servizio educativo affermati dalla legge 62/00 sulla parità.
Anche dal punto di vista culturale la misura e le modalità a dir poco inefficienti del finanziamento pubblico alle scuole paritarie non sembrano rispondere ad una consapevole e condivisa scelta politica che è stata invece
operata dagli altri Paesi presi in esame.