Scuole italiane all’estero. I sindacati chiedono lo sblocco per le immissioni di 624 docenti inseriti in graduatoria
GB – I sindacati chedono al MUR di intervenire a sostegno delle nomine all’estero dei docenti di ruolo, che hanno superato l’esame per l’accertamento linguistico e sono in attesa da più di due anni di partire.
GB – I sindacati chedono al MUR di intervenire a sostegno delle nomine all’estero dei docenti di ruolo, che hanno superato l’esame per l’accertamento linguistico e sono in attesa da più di due anni di partire.
La legge 135/2012, relativa ai tagli di spesa per il personale scolastico delle scuole italiane all´estero, ha indicato in 624 unità il numero massimo di personale scolastico da destinare all´estero, con il taglio del 40% dei docenti in servizio all´estero a partire dall´1/9/2012; oltre questo numero non si può nominare.
Le scuole vacanti all’estero sono appunto 624, pertanto i sindacati chiedono lo sblocco delle nomine del personale di ruolo, che ha superato le prove di selezione linguistica e inserito nelle graduatorie permanenti previste ai sensi del vigente CCNL scuola.
Chiedono poi che siano fornite dall´Amministrazione del MAE le necessarie garanzie sulla effettiva disponibilità di fondi nel bilancio Mae per il 2015, per permettere l´invio all´estero anche per l´a.s. 2015/16 di oltre 150 docenti di ruolo sugli ulteriori posti che si renderanno vacanti nella rete scolastica e culturale italiana all´estero, per evitare la precarizzazione irreversibile del nostro sistema scolastico all´estero.
Le OO.SS. esprimono netto dissenso sui criteri adottati dal MAE per la scelta delle sedi estere da coprire e denunciano la totale assenza di ogni forma di confronto sulle reali necessità del sistema scolastico e della promozione culturale italiana all´estero, che dopo gli interventi della spending review , e la fortissima riduzione delle risorse a disposizione.
Chiedono infine una cabina di regia per la promozione della cultura e della lingua italiana, che rappresentano una importante opportunità di sviluppo, anche economico per il nostro made in Italy.