“Scuole declassate e stipendi tagliati”, la protesta dei dirigenti scolastici: “Chi andrà più a dirigere una scuola in zone difficili?”
Una nuova controversia sta scuotendo il mondo della scuola. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, ha modificato i criteri per la classificazione delle scuole in “fasce di pesatura”, un sistema che determina la complessità di gestione degli istituti e, di conseguenza, lo stipendio dei dirigenti scolastici.
Tale mossa ha scatenato una tempesta di proteste tra i presidi, molti dei quali si sono visti improvvisamente declassati e con una significativa riduzione dello stipendio.
Il nuovo sistema di classificazione
Il 25 giugno, il Ministero ha annunciato una revisione delle fasce, che ha portato a una riduzione generale del numero di scuole nelle fasce più alte. Secondo i nuovi criteri:
- Le scuole in fascia A sono passate da 1.760 a 1.671
- Le scuole in fascia B sono scese da 5.160 a 4.934
- Le scuole in fascia C sono diminuite da 1.169 a 994
Tra le novità introdotte, spicca l’indice ESCS (Economic, Social, and Cultural Status), che dovrebbe valutare più accuratamente le condizioni economiche, sociali e culturali degli studenti. Inoltre, è stato dato maggior peso all’indirizzo musicale delle scuole.
Le reazioni dei dirigenti scolastici
La reazione dei presidi è stata immediata e fortemente critica. Su Il Fatto Quotidiano, si fa il punto della situazione con le parole di alcuni dirigenti. Molti di loro si sono trovati con una riduzione dello stipendio fino a 500 euro lordi, senza una chiara spiegazione dei motivi.
Rita Milazzo, preside di un istituto comprensivo in Sicilia, ha espresso frustrazione per essere passata dalla fascia B alla C senza apparente motivo: “È stato come fossi stata bocciata nel mio lavoro. Ora mi sento demotivata, ho difficoltà a dare di nuovo un senso a questo lavoro”.
Pasquale Annese, preside di un istituto ad Andria, ha criticato la decisione di “appiattire la diversità delle scuole”, sottolineando come il suo istituto, nonostante la sua complessità, sia stato declassato.
Gabriella Capodicasa, dirigente di un istituto comprensivo a Catania, ha espresso perplessità per il declassamento della sua scuola nonostante l’aumento del numero di alunni e classi: “Non si capisce il perché: forse sono stati dati valori diversi? Un risparmio a favore di chi?”
Critiche al processo decisionale
I dirigenti scolastici hanno anche criticato la mancanza di trasparenza nel processo decisionale. Molti lamentano di non aver ricevuto spiegazioni chiare sui nuovi criteri e di essere stati informati solo a decisioni già prese. Una situazione che ha generato un senso di sfiducia e demotivazione tra i presidi, che si sentono non riconosciuti per il loro impegno e dedizione.