Scuole aperte o chiuse a gennaio? Le Regioni agiscono in ordine sparso. Gli ultimi aggiornamenti

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La data da tenere a mente è quella del 5 gennaio. Probabilmente il giorno prima dell’Epifania scopriremo cosa accadrà per il ritorno in classe.

Scuole aperte o chiuse dopo le feste di fine anno? Il dilagare del contagio rende un rebus il ritorno tra i banchi dopo le festività. Il governo, però, è stato chiaro. Sia Draghi che Bianchi hanno ribadito in pubblico e anche nelle riunioni con gli enti locali che la priorità è la scuola in presenza. Serve scongiurare in tutti i modi il ritorno alla Dad.

Le Regioni propongono una modifica della quarantena: con due positivi in classe, i non vaccinati vanno in Dad, mentre per i vaccinati solo auto-sorveglianza. Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo.

Al momento, però, le Regioni agiscono in ordine sparso con provvedimenti o dichiarazioni che puntano a sottolineare la gravità del momento. Come è il caso dell’Abruzzo che ha già deciso, screening straordinario dal 7 al 9 gennaio e ritorno in classe per tutti il 10 gennaio. Una delle giornate di lezioni perse sarà recuperata a Carnevale, il primo marzo, quando si andrà regolarmente a scuola. Test anche in Umbria fino al 12 gennaio.

L’Emilia Romagna punta a velocizzare le vaccinazioni dei più piccoli, mentre la Campania pensa addirittura allo stop della scuola primaria per un mese per vaccinare e dunque non chiudere più fino a giugno.

Il potenziamento nell’attività di screening è una delle armi messe in campo, assieme ad una distribuzione massiva di mascherina Ffp2, con il decreto legge approvato il 23 dicembre. In questo ambito sono stati stanziati 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, più altri 14,5 milioni per il personale della sanità militare e 5 milioni per l’acquisto di mascherine per il personale delle scuole dell’infanzia, a contatto con i bambini fino a 6 anni, esonerati dall’uso e con chi è a contatto con studenti più grandi che non la portano per particolari fragilità.

La Difesa, inoltre, ha messo in campo 11 laboratori in 8 regioni per affiancare nello screening le Asl, sotto pressione con l’aumento dei positivi. Finora il personale militare ha effettuato circa 20 mila tamponi in 470 scuole.

Intanto il Ministero dell’Istruzione ha avviato la rilevazione del fabbisogno di Ffp2 da distribuire. I dirigenti scolastici dovranno indicare i quantitativi necessari entro il prossimo 4 gennaio in modo che la distribuzione possa essere organizzata in tempo per il rientro.

Il ritorno alla didattica a distanza pare scongiurato, ma il governo monitora con molta attenzione la situazione: se dovesse precipitare, probabilmente, ci saranno chiusure localizzate e non su tutto l’ambito nazionale come è accaduto nel 2020.

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