Scuola superiore in 4 anni: Ministero propone di estendere a mille licei e istituti tecnici dal 2022. Ma il CSPI dà parere negativo
Si espande sempre di più in Italia la sperimentazione del “liceo breve”, il percorso scolastico che porta gli studenti a completare gli studi in 12 anni invece di 13.
Secondo quanto riporta Il Sole24Ore, il ministero dell’Istruzione avrebbe proposto di portare la sperimentazione dei 4 anni in 1000 istituti.
Ad oggi sono circa 200 gli istituti che partecipano alla sperimentazione, attiva dal 2018-2019 per volere dell’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che l’ha introdotta nel 2017. Inizialmente le classi erano circa 100, che sono raddoppiate l’anno successivo.
A spingere fortemente per la riforma è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che già ne aveva parlato nel 2020 nel suo libro Nello specchio della scuola, edito da Il Mulino. Nel saggio sosteneva che accorciare la durata del liceo da 5 a 4 anni avrebbe potuto accelerare i tempi di accesso all’università e al mercato del lavoro, mettendo gli studenti delle scuole superiori italiane in una posizione molto più simile a quella dei loro colleghi di diversi paesi dell’Unione Europea.
La novità dell’ampliamento, che riguarderà l’anno scolastico 2022/2023, è contenuta in un decreto ministeriale che il dicastero di viale Trastevere ha inviato al Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), l’organo consultivo del ministero, che ha espresso il 17 novembre il suo parere. Il CSPI sottolinea ancora una volta che intervenire sulla struttura e la durata dei percorsi presuppone un’attenta rimodulazione dei curricoli per evitare la loro frammentazione. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione non dà il parere favorevole per gli istituti tecnici e nemmeno per i professionali. Tale estensione in ogni caso risulterebbe poco coerente per questo segmento del sistema d’istruzione proprio in funzione della recente riforma dei Professionali che ha ancora bisogno di misure di implementazione e di accompagnamento per la completa attuazione del nuovo modello.
Alla luce delle articolate considerazioni espresse, il CSPI ritiene che, al momento, non ci siano le condizioni per procedere a ulteriori ampliamenti del numero delle classi coinvolte, ma che prima di considerare eventuali modifiche ordinamentali, anche in riferimento alla complessiva Riforma prevista dal PNRR, sia conclusa e valutata la sperimentazione in atto “secondo le modalità indicate nella norma stessa”.
Nel concreto, consiste nell’introdurre licei e istituti tecnici quadriennali al posto delle tradizionali superiori di cinque anni, così da avvicinare i ragazzi ai coetanei europei. In Europa sono molti i Paesi – come Francia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito – in cui ci si diploma a 18 anni invece che 19, guadagnando un anno per gli studi universitari o per la ricerca del lavoro. In tutta la Scandinavia, la parte d’Europa con il sistema scolastico che produce i migliori risultati, tutte le scuole superiori terminano nel corso del 19esimo anno di età.
Attenzione, non si tratterà di una “scorciatoia” per finire prima la scuola: gli istituti che parteciperanno dovranno garantire il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno di corso entro la fine del quarto anno. Dovrà essere assicurato l’insegnamento di tutte le discipline previste dall’indirizzo di studi, che sarà accompagnato da un forte dialogo con il mondo del lavoro, le università e l’indirizzamento professionale.
Come partecipare alla sperimentazione? Le scuole dovranno inviare un progetto in cui metteranno a punto un piano per passare da cinque a quattro anni. Tra i requisiti, è previsto il potenziamento linguistico, la possibilità di scegliere laboratori e insegnamenti personalizzati, oltre a dover rimodulare le ore di lezione e il calendario scolastico. Gli istituti che saranno autorizzati per il piano quadriennale verranno poi attentamente seguiti da un Comitato scientifico nazionale, che ogni anno si occuperà di valutare gli insegnamenti e trasmettere una relazione al ministero con le osservazioni.