“Scuola spazio di legalità”: un esempio di Protocollo

Davanti ad una crescita esponenziali degli episodi segnalati ai servizi territoriali e alle Forze dell’Ordine relativi al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di atti di bullismo durante le attività didattiche e considerato che la scuola, di concerto con le altre istituzioni, riveste un ruolo fondamentale nel tutelare il benessere degli alunni e il rispetto della legalità all’interno degli spazi scolastici, diventa sempre più rilevante la sinergia che bisognerebbe garantire tra i vari attori del territorio. L’aggancio precoce di situazioni a rischio da parte dei Servizi Territoriali competenti rappresenta, infatti, un punto di forza per poter contrastare l’insorgere di fenomeni di dipendenza e di atti di bullismo.
Il ruolo dell’insegnante
Il ruolo che ricopre l’insegnante all’interno della scuola e nei confronti degli alunni, quale incaricato di pubblico servizio, è di fondamentale importanza e implica una necessaria attività di vigilanza durante l’attività didattica, poiché eventuali omissioni potrebbero configurare la fattispecie di illecito civile della culpa in vigilando. Per queste ragioni molte realtà hanno pensato bene di strutturate appositi protocolli come “Scuola spazio di legalità” pensato e voluto dalla Prefettura di Cremona, dalle Forze dell’Ordine, dalla Polizia Municipale di Cremona, dall’ATS Valpadana, dall’ASST di Cremona e Crema, dai Dirigenti Scolastici e dai Direttori dei Centri di Formazione Professionale di Cremona, Crema, Casalmaggiore e Soresina, dall’Ufficio Scolastico Provinciale. Un impianto di spessore per analisi, interventi e risposte di grande rilievo. La Prefettura (attraverso il lavoro dell’Ufficio N.O.T. – Nucleo Operativo per le Tossicodipendenze), infatti, ma anche le Forze dell’Ordine ed il Sert dedicano una attenzione, da sempre molto forte, a questi temi e offrono al mondo scolastico una rete di alleanze attive da tempo sul territorio per contrastare e prevenire situazioni di rischio legate all’assunzione di sostanze stupefacenti anche a prescindere dall’applicazione del Protocollo.
Perché il protocollo?
Il protocollo ha l’obiettivo di definire soluzioni e procedure condivise da attuare ogni qualvolta nelle scuole si verifichino episodi legati al consumo e allo spaccio di sostanze stupefacenti legali o illegali o atti di bullismo; dell’esigenza di rafforzare le sinergie delle medesime istituzioni in materia di bullismo e altri fenomeni di sopraffazione che possano sfociare anche in fattispecie di rilevanza penale; che tale Protocollo potrà poi rientrare, eventualmente, all’interno dei “patti di corresponsabilità educativa” predisposti dalle scuole all’inizio dell’anno scolastico e proposti alle famiglie all’atto dell’iscrizione dei figli.
Ambito di applicazione
Il protocollo denominato “Scuola spazio di legalità” si applica ogni qualvolta, negli spazi interni e/o esterni dell’Istituito Scolastico, durante uscite didattiche, viaggi d’istruzione, meeting o manifestazioni autorizzate dall’Istituto scolastico, uno studente detenga, consumi e/o spacci sostanze stupefacenti, o, in ogni caso in cui sussista anche un ragionevole dubbio rispetto a situazioni potenzialmente rischiose e/o illecite;
Modalità operative
A seguito di tali episodi gli insegnanti segnaleranno tempestivamente il fatto ed eventualmente accompagneranno il ragazzo dal Dirigente scolastico o da un suo delegato. Il Dirigente scolastico o un suo delegato provvederà a sentire le Forze dell’Ordine, le sole competenti a decidere se trattasi di spaccio (configurante reato e in quanto tale previsto e regolato dall’art. 73 D.P.R. n. 309/90) o di detenzione e uso personale (configurante illecito amministrativo e disciplinato dall’art. 75 e dall’art. 121 D.P.R. 309/90). Il dirigente scolastico, d’intesa con le Forze dell’Ordine, valuterà modalità e tempi per informare la famiglia dell’alunno.
L’intervento delle forze dell’ordine
Le Forze dell’Ordine, intervenute prontamente sul posto, laddove non si ravvisino gli estremi per contestare l’ipotesi di spaccio ai sensi dell’art. 73 del cennato D.P.R., provvederanno a compilare il verbale di accertamento, contestazione e sequestro di sostanza stupefacente. In linea di massima, ciò può avvenire in una qualsiasi stanza messa a disposizione dalla scuola, salvo che l’organo di polizia reputi opportuno agire differentemente, a seconda dei singoli casi, ed accompagnare lo studente presso i propri uffici.
Ruolo della scuola durante il programma socio-educativo
Al fine di raccogliere le informazioni necessarie per la valutazione del programma socio-educativo coinvolti – si legge nel Protocollo “Scuola spazio di legalità” – la Prefettura potrà richiedere, nell’ambito di un rapporto di collaborazione, una relazione alla scuola sull’andamento scolastico del soggetto segnalato e sul comportamento adottato dal medesimo durante l’attività didattica. Tale relazione integrerà quella redatta dal servizio specialistico (SerT). La Prefettura utilizzerà la documentazione ricevuta per definire il procedimento in atto secondo quanto stabilito dalla normativa vigente.
Consumo di alcolici
Se il personale docente e non docente sorprende uno studente a portare o consumare sostanze alcoliche negli spazi interni e/o esterni dell’Istituito Scolastico, durante uscite didattiche, viaggi d’istruzione, meeting o manifestazioni autorizzate dall’Istituto scolastico coinvolti – si legge nel Protocollo “Scuola spazio di legalità” – le deve ritirare ed avvisare il Dirigente scolastico o un suo delegato che provvederanno, sempre, ad avvertire la famiglia. Analogamente il personale informa il Dirigente in casi dubbi, circa l’uso di alcool in ore extrascolastiche o in situazioni potenzialmente rischiose a carico dell’alunno /studente. Il Dirigente scolastico attiverà le Forze dell’Ordine, nell’ambito di un più ampio rapporto di collaborazione esistente, e per una verifica delle condizioni sanitarie e personali dell’alunno o degli alunni coinvolti, interesserà i servizi competenti (118, Nucleo Operativo Alcologia del SerT) al fine di avviare un programma con la famiglia interessata. In relazione a tali episodi ogni scuola ha, comunque, la piena facoltà di adottare provvedimenti disciplinari da inserire nel proprio regolamento interno.
Fenomeni di bullismo
A seguito di segnalazioni di fenomeni di bullismo negli spazi interni e/o esterni dell’Istituito Scolastico, durante uscite didattiche, viaggi d’istruzione, meeting o manifestazioni autorizzate dall’Istituto scolastico, gli Organi di Polizia coinvolti – si legge nel Protocollo “Scuola spazio di legalità” – sentiranno il Dirigente per un’iniziale valutazione congiunta del caso segnalato. Qualora si ravvisi la necessità di raccogliere ulteriori informazioni per analizzare la situazione, il Dirigente scolastico potrà avvalersi di personale esperto dei servizi specialistici del territorio (pubblici o privati accreditati). Il Dirigente Scolastico relazionerà quanto emerso alle FF.OO, non più tardi di 30 giorni, dalla ricezione dell’informativa. Le FF.OO, acquisiti ulteriori elementi da parte della scuola, adotteranno le misure ritenute più idonee rispetto al caso segnalato, notiziando il Dirigente nel rispetto della normativa vigente. In relazione a tali episodi ogni scuola ha, comunque, la piena facoltà di adottare provvedimenti disciplinari da inserire nel proprio regolamento interno.
Servizio SMS – divulgazione
Gli istituti scolastici dovrebbero dare ampia diffusione del servizio sms al corpo docente, non docente, studenti e genitori secondo le modalità ritenute più efficaci.
Il protocollo
In allegato il Protocollo “Scuola spazio di legalità” pensato e voluto dalla Prefettura di Cremona, dalle Forze dell’Ordine, dalla Polizia Municipale di Cremona, dall’ATS Valpadana, dall’ASST di Cremona e Crema, dai Dirigenti Scolastici e dai Direttori dei Centri di Formazione Professionale di Cremona, Crema, Casalmaggiore e Soresina, dall’Ufficio Scolastico Provinciale.
Protocollo_scuola_spazio_di_legalita