Scuola Primaria, l’importanza dell’autovalutazione dell’alunno
Il tema della formazione è sempre stato affrontato nel dibattito scolastico. Di volta in volta, l’insegnante ha dovuto organizzare il proprio percorso valutativo attenendosi alle differenti modalità, assumendosi quella responsabilità in relazione alla propria classe, indossando l’abito richiesto dalle differenti normative.
Valutare, per noi insegnanti, significa avere quella sapiente regia che ci permette di monitorare tutte le varie fasi del percorso d’apprendimento di ogni singolo allievo, utilizzando quegli strumenti d’osservazione per il conseguimento delle competenze.
Nel mio percorso di ricerca valutativa ho sempre puntato al recupero delle difficoltà e alle modalità d’intervento per orientare gli alunni ad affrontare quotidianamente le proprie sfide cognitive. Negli anni, “Imparare insieme” mi ha garantito la condivisione degli apprendimenti suscitando quella curiosità ad apprendere e la motivazione verso le nuove acquisizioni. L’interscambio costante sulle abilità cognitive e operative di ogni alunno ha permesso molteplici occasioni per poter problematizzare insieme su tutti gli aspetti della realtà, al fine di trovare insieme semplici soluzioni di fronte a situazione di vario genere, partendo sempre dalla risposta ai bisogni del soggetto che apprende.
L’autovalutazione è diventata basilare per imparare a “valutare insieme” partendo dalla fiducia in se stessi, al senso di responsabilità individuale, alla stima di sé, all’accettazione e al superamento dei propri errori ,alla sperimentazione delle proprie performance.
Nel processo di autovalutazione, gli alunni sono consapevoli delle fasi del processo e seguono una strutturazione ordinata per comprendere i loro limiti nel riconoscere le loro reali potenzialità. Autovalutandosi, essi riconoscono quali sono gli strumenti per poter condurre il proprio percorso, partendo dalla capacità di comprensione di una consegna, la definizione dei tempi, la scansione temporale dell’attività, la suddivisione dei ruoli, la verifica del proprio sapere e la valutazione del risultato.
Il bambino è il miglior valutatore di se stesso perché sa osservarsi e va educato, se ben condotto, a migliorare il proprio processo riflettendo sull’attività svolta, mettendo in campo una correzione sistematica attraverso azioni di confronto fra i pari e con l’adulto. Il docente deve contribuire mettendo in luce gli elementi di qualità come l’attenzione verso lo studente, la personalizzazione nella comunicazione, la condivisione, le pratiche inclusive.
Ho sempre immaginato una “scuola felice” dove imparare sia la conquista utile e gratificante per ogni bambino mai finalizzata al “mero voto”, ma basata sul dialogo, il confronto, la negoziazione d’intenti , il mettersi in discussione.
Voti o giudizi? A voi la risposta!