Scuola non statale media età alta perché raccoglie studenti bocciati. Un problema o un beneficio per lo Stato?
La scuola paritaria è davvero una risorsa per lo Stato? Un'analisi è svolta da un articolo sul sito Pontilex.it
La scuola paritaria è davvero una risorsa per lo Stato? Un'analisi è svolta da un articolo sul sito Pontilex.it
Secondo i suoi sostenitori sì: la scuola privata farebbe risparmiare soldi allo Stato perché il costo per studente è inferiore rispetto alla scuola pubblica, anche se non menzionano il maggior ricorso a dipendenti senza contratto (secondo dati Istat), e scuole meno attrezzate di dotazioni tecnologiche (dati Ministero Istruzione), inoltre studi Ocse confermano che la performance degli studenti privati è inferiore a quelli degli studenti pubblici mentre la Fondazione Agnelli – in uno studio sulla performance universitaria di oltre 145.000 studenti – afferma che "nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali".
Altri dati provengono dal MIUR nella ricerca dal titolo: “Scuola non statale: indagine conoscitiva – a.s. 2001/02, Roma 2003: nella ricerca si evidenzia che nella scuola primaria privata ci sono alunni più giovani, mentre nella scuola secondaria la situazione si inverte, perché la privata raccoglie più studenti respinti: potrebbe essere secondo alcuni un'opportunità solo per i più abbienti, che possono permettersi di pagare le rette. A questo punto si può asserire che la scuola privata per lo più non è una scuola di eccellenza, bensì elitaria, dal punto di vista dei redditi di chi vi accede.
Ricordiamo che nella scuola privata le rette oscillano tra i 2.500 e 3.500 euro delle scuole cattoliche e i 4.500 e 6.000 euro delle altre.
Riassumendo: le scuole paritarie fanno un largo uso di contratti irregolari, secondo dati ISTAT, hanno minori dotazioni tecnologiche secondo dati MIUR, danno una preparazione minore delle scuole statali secondo dati OCSE e FGA, sono frequentate per lo più da studenti respinti dal reddito alto.