Scuola in estate, ecco perché dico no. Lettera

Inviata da Chiara Mangini – “Possibili riconoscimenti per i docenti che accettano di prendere parte ai Pon estivi”. Non è per gli incentivi che lo faremmo sia chiaro, non per i 100 euro, simbolo di quanto poco valga un professionista nella scuola, non è per gli emolumenti, pur se vili, che i docenti rifiuteranno di prendere parte a questo teatrino della scuola aperta nei mesi estivi.
È perché in un anno nessuno è stato capace anzi nessuno ha voluto mettere mano ai problemi urgenti e tangibili che la Scuola affronta da decenni e che la pandemia ha solo acuito ma si pretende di sperperare ancora soldi in inutilità.
Ecco perché dico no:
*Per le aule fatiscenti che hanno visto l’ultimo muratore nel ’15/’18.
*Per il NUMERO DI STUDENTI PER CLASSE che è una cosa immorale.
*Per i laboratori informatici che sono un miraggio.
*Per i purificatori d’aria che si potevano acquistare da subito e minimizzare le quarantene.
*Per I TRASPORTI per cui NESSUNO ha fatto nulla e tutti hanno fatto orecchie da mercante.
*Per gli alunni meno abbienti tagliati fuori senza pietà da chi si sciacquava la bocca di belle parole.
*Per la CONTINUITÀ DIDATTICA che garantisce il miglior apprendimento possibile, che avrebbe implicato assunzioni immediate e divisioni delle classi con conseguente AUMENTO DELL’ORGANICO.
*Per la pretesa che dirigenti e docenti si assumessero responsabilità personali per tutele che spettano allo Stato.
*Per gli studenti dimenticati e per il danno incalcolabile che è stato arrecato al loro futuro e a quello di questo Paese.
PER QUESTO E PER MOLTO ALTRO ANCORA DICO NO. Dobbiamo investire, non spendere a casaccio e poi operare nelle retrovie continui tagli .
Quando sarà sparita l’ultima macchia di umido dai muri, quando tutti saranno in aula in modo equo, quando potremo seguire correttamente i nostri studenti e non averne trenta in 15 mq, quando ci sarà ridata la dignità come educatori e ai ragazzi come studenti, allora e solo allora potremo parlare di progetti estivi.