Scuola chiusa per Ramadan, La Russa: “Non ne faccio una questione ideologica, ma di regole. Se non si può, non si può”

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Il dibattito sull’integrazione e il rispetto delle tradizioni religiose a scuola ha raggiunto l’apice con la controversia generata dalla decisione di una scuola a Pioltello di sospendere le lezioni per celebrare la giornata conclusiva del Ramadan il prossimo 10 aprile. La mossa, spiegata dal dirigente scolastico, come risposta all’alta probabilità di assenze significative tra gli studenti di fede islamica, ha sollevato un vivace dibattito pubblico e politico.

Ignazio La Russa, presidente del Senato, esprime la sua posizione chiara a favore delle regole e dell’ordine normativo vigente. Durante un momento di relax nella Riviera di Levante, La Russa sottolinea a La Stampa: “Se non si può, non si può”. L’appoggio a Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, si concretizza nel richiamo alla necessità di seguire le normative attuali che non prevedono aggiunte ai giorni di sospensione della didattica al di fuori di quelli stabiliti.

La posizione di La Russa sembra divergere da quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aveva precedentemente minimizzato l’incidente di Pioltello, lodando l’impegno della dirigente scolastica e dei docenti nel loro lavoro quotidiano.

Il tema dell’integrazione viene anche incrociato con la proposta di Matteo Salvini e dello stesso Valditara di introdurre un limite massimo del 20 o 30 per cento di studenti stranieri per classe, mirando a una migliore integrazione e gestione della lingua italiana. La Russa aggiunge che in classi con una maggioranza di studenti italiani, l’integrazione e l’apprendimento risultano essere più efficaci.

Critiche e sostegno non mancano, evidenziando una profonda spaccatura nell’opinione pubblica e tra i rappresentanti politici. Da una parte, vi è il riconoscimento dell’esigenza di rispettare le regole e dall’altra l’importanza di adattare le istituzioni scolastiche alla realtà multiculturale della società italiana.

L’istituto di Pioltello, per compensare la chiusura del 10 aprile, ha optato per la rinuncia ai giorni di ponte del 29 e 30 aprile, una scelta che cerca di bilanciare tra il rispetto delle tradizioni e il mantenimento dell’ordine didattico.

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