Scuola Bene Comune: 8 domande per la neo ministra Azzolina

Comunicato stampa – Non abbiamo voluto fin qui commentare le dimissioni dell’On. Lorenzo Fioramonti, anche se come S.B.C. già avevamo detto che sarebbe stato un gesto politico coerente e sintomatico di quanto sia i Governi Conte 1 e Conte 2 abbiano avuto in considerazione la scuola ed un percorso di discontinuità rispetto ai governi precedenti in coerenza con quanto detto dal M5s in campagna elettorale.
Un’occasione mancata soprattutto dal governo Conte 1, allorquando il dicastero dell’Istruzione, Università Ricerca fu ceduto all’ultimo momento, nella spartizione dei ministeri, alla Lega di Salvini con l’ex Ministro Marco Bussetti.
Non siamo neanche intervenuti sulla polemica politica tutta interna al Movimento 5 Stelle sulle dimissioni di Fioramonti e sul significato delle sue dimissioni, che a nostro avviso non possono essere definite una fuga, come semplicisticamente ha scritto Marco Travaglio nel suo articolo sul FQ di ieri, ma una chiara espressione di dissenso sui finanziamenti insufficienti e non solo per scuola e ricerca in due settori nevralgici per la crescita del Paese, non riconosciuti da chi per anni in questo settore detta le regole, non certo il Miur ma il Mef. Le dimissioni di Fioramonti a nostro avviso rappresentano anche la presa d’atto di un fallimento politico nella gestione di Scuola, Università e Ricerca che ci vede stabilmente ultimi nel rapporto investimenti PIL.
Non ci interessa neanche la polemica lanciata da Di Maio sui mancati versamenti su cui il parlamentare romano ieri ha fatto le sue dichiarazioni, né il suo futuro politico, e cioè la formazione di un gruppo che appoggerà dall’esterno il governo Conte in questo scorcio di legislatura, forse il primo nucleo di un partito del presidente del consiglio.
La scuola, oltre che nelle parole e nei programmi – e potremmo citare tutti da Di Maio a Zingaretti e Mattarella, non è stata nei fatti considerata un bene comune come noi intendiamo in questo gruppo.
A noi interessano i fatti.
E un fatto incontrovertibile è il seguente, il Movimento 5 stelle è da maggio 2018 il partito di maggioranza relativa e come tale avrebbe dovuto imporre la sua linea politica sulla scuola sia nel Conte 1 sia nel Conte 2, soprattutto nella prima parte della diciottesima legislatura, durante il governo gialloverde , scrivedolo nero su bianco nel contratto di governo. Avrebbe dovuto scrivere il suo programma di cambiamento nei primi 100 giorni, approntando disegni di legge specifici e precisi Non l’ha fatto. Il PD, nella diciassettesima legislatura, contro tutto e tutti seppe invece seppe imporre la sua riforma.
Non ci hanno appassionato neppure il mini toto ministro dei giorni scorsi, allorquando si sono fatti i nomi di Morra, Azzolina e di altri, neanche le polemiche o le lodi verso il nuovo Ministro, verso cui noi facciamo comunque un’apertura di credito, consapevoli che nella situazione data poco si possa fare.
Non si condanna o si esalta ex ante, per principio ma eventualmente ex post si apprezza o si condanna sui risultati ottenuti.
A noi interessa quello che si farà in questo scorcio di legislatura che nessuno al momento sa quanto possa durare. Sui tempi siamo molto pessimisti.
Questa è la domanda politica che ci interessa? Cosa farà la Ministra?
Di seguito faremo al nuovo Ministro alcune domande.
Cosa farà per disinnescare la 107?
Cosa farà per riscrivere il T.U. della Scuola?
Cosa farà su Invalsi ed Alternanza Scuola Lavoro?
Cosa farà per gli organici dei docenti?
Cosa farà per le cosiddette classi pollaio?
Cosa farà per il nuovo contratto? Sarà capace di rinviarlo al 2021 con un aumento di 200 euro netti?
Cosa farà per riformare la dirigenza scolastica?
Cosa farà se il Consiglio di Stato il 12 marzo annullerà il concorso dei DS ?
A noi non interessa esprimere giudizi, non siamo laudantes. Noi siamo per il realismo: “La verità è nei fatti” diceva G.B.Vico.
Certamente non faremo mancare nostri giudizi e proposte, come sem e come è nel nostro stile .
SBC ( Scuola Bene Comune).