Scuola “Alta borghesia”, Sgambato (PD): modificare RAV, crea competizioni fra scuole e operazioni di marketing

“Accogliamo con piacere la nota del Consiglio di Istituto dell’Ic di Via Trionfale che ieri, dopo le rimostranze sorte circa la presentazione della scuola sul suo sito internet, ha comunicato di avere proceduto ad “una modifica perché siano rimosse le definizioni interpretate in maniera discriminatoria”.
A dichiararlo Camilla Sgambato, Responsabile nazionale Scuola del Partito Democratico.
“Va detto, per amore della verità, che per evitare che si ripetano episodi simili, purtroppo non rari, è anche necessario intervenire per modificare il RAV (Rapporto di Autovalutazione), perché è uno strumento che, pur nascendo dalle buone intenzioni “di fornire una rappresentazione della scuola attraverso un’analisi del suo funzionamento e costituire inoltre la base per individuare le priorità di sviluppo verso cui orientare il piano di miglioramento”(MIUR), in realtà finisce per creare spesso competizioni tra scuole, con operazioni di marketing che non dovrebbero appartenere alla scuola democratica del disegno costituzionale e che noi vogliamo. Infatti, nel momento in cui vi è l’obbligo per le scuole di scrivere sulla piattaforma, tra le prime domande a cui devono rispondere c’é proprio la provenienza socioeconomica degli alunni.
Le domande previste dagli indicatori SNV e pubblicate su “scuola in chiaro” possono portare ad una sintesi paradossale come quella pubblicata dalla scuola di Roma, oltre che da altre nei mesi scorsi”, continua la componente della segreteria Zingaretti.
“Dovremmo dunque cominciare a discutere del sistema nazionale di valutazione (SNV), per apportare le opportune correzioni, aiutare le scuole ed evitare che, pubblicando questi parametri, l’utenza sia indotta ad una scelta unidirezionale che non garantisca la necessaria eterogeneità a livello di iscrizioni.
Ad aggravare lo stato dell’arte, le scellerate politiche abitative di molti Comuni che creano quartieri ghetto e rendono complicatissimo garantire una distribuzione omogenea di alunni di diversa provenienza socioeconomica.
Bisogna favorire reti territoriali tra scuola, enti locali, prefetture e uffici scolastici provinciali all’interno delle quali si possa mettere in atto seriamente, per esempio, quanto disposto dalle linee guida 2011 e 2014 sull’integrazione degli alunni stranieri. Ed infine, siamo sicuri di sapere cosa significa “cercare la scuola migliore” cui iscrivere i nostri figli?”, conclude Sgambato (Pd).