Scrittura e lettura su carta, il maestro Lorenzoni: “L’uso della mano è una forma di intelligenza ridurla a un polpastrello che digita è una forma di deprivazione culturale”
L’allarme sulla perdita della scrittura a mano arriva da più fronti. Citando il caso della lettera scritta da un giovane Carlo III alla nonna, il Telegraph ha evidenziato le difficoltà degli studenti di oggi nel maneggiare la penna.
Anche in Italia, la situazione non sembra essere migliore. Secondo l’Osservatorio carta, penna e digitale della Fondazione Einaudi, i casi di disgrafia sono aumentati del 163% in dieci anni, con un alunno su cinque della scuola primaria che fatica ad abbandonare lo stampatello.
A La Repubblica, Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, sottolinea come la scrittura manuale coinvolga tutto il corpo, favorendo un’interiorizzazione del linguaggio che la tastiera non può garantire. “La scrittura a mano”, afferma D’Achille, “consente un’interiorizzazione del segno linguistico non raggiungibile con una tastiera”.
Anche il neurologo Antonio Suppa conferma i benefici della scrittura a mano per lo sviluppo cerebrale, l’apprendimento e la creatività. Studi scientifici condotti in diversi paesi dimostrano che scrivere a mano aiuta la memorizzazione, richiedendo un’attenzione maggiore rispetto alla digitazione.
Di fronte a questo scenario, si moltiplicano le iniziative per rivalutare la scrittura manuale. Nel Regno Unito, la National Handwriting Association chiede che venga insegnata anche nella scuola secondaria. In Italia, un intergruppo parlamentare si batte per la difesa della penna e una proposta di legge di Fratelli d’Italia mira a istituire la “Settimana nazionale della scrittura a mano”, con l’obiettivo di farla riconoscere come patrimonio Unesco.
Franco Lorenzoni propone un approccio educativo che valorizzi la manualità attraverso attività come la manipolazione della creta, la pittura e il giardinaggio. “L’uso della mano è una forma di intelligenza”, sostiene a La Repubblica, Lorenzoni, “ridurla a un polpastrello che digita è una forma di deprivazione culturale”.
L’obiettivo è quindi quello di promuovere la scrittura a mano, non come un dogma, ma come uno strumento prezioso per lo sviluppo cognitivo e culturale delle nuove generazioni.