Scontro sul docente di sostegno scelto dai genitori: il Garante per la disabilità interviene contro i ricorsi sindacali

Il Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025, emanato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, disciplina la possibilità di confermare i docenti di sostegno a tempo determinato già in servizio nell’anno scolastico 2024/2025, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, previo parere favorevole del dirigente scolastico, e prima delle consuete nomine annuali.
Tale provvedimento è stato impugnato già da UIL Scuola RUA lo scorso 10 aprile e da poco anche da FLC CGIL e Gilda Unams, con ricorso al TAR del Lazio, in quanto ritenuto lesivo dei principi di trasparenza, imparzialità e pari accesso alla funzione pubblica, sanciti dalla Costituzione. I sindacati contestano che la norma:
- comprometterebbe la regolarità del reclutamento bypassando le graduatorie vigenti;
- altererebbe il ruolo del docente di sostegno, trasformandolo in una figura legata al singolo alunno;
- condizionerebbe la libertà di insegnamento al consenso delle famiglie;
- supererebbe le competenze collegiali nella definizione degli organici.
È stata inoltre sollevata una questione di legittimità costituzionale sull’art. 8, comma 2, del DL 71/2024 (convertito nella legge 106/2024), ritenuto in contrasto con gli articoli 3, 4, 51 e 97 della Costituzione.
L’intervento del Garante per la disabilità
L’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità ha deliberato di intervenire nei giudizi in corso, con il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, per tutelare il diritto all’inclusione scolastica. “Saremo al fianco degli studenti con disabilità e delle loro famiglie – ha dichiarato Maurizio Borgo, presidente dell’Autorità – perché sia affermato, in concreto, il diritto degli studenti con disabilità ad una effettiva inclusione scolastica”.
Le posizioni delle organizzazioni sindacali
Secondo FLC CGIL e Gilda Unams, la norma introduce elementi arbitrari nel sistema di assegnazione dei docenti, attribuendo alle famiglie un potere decisionale improprio e svilendo la funzione pubblica. Anche Anief, tramite il presidente Marcello Pacifico, ha espresso opposizione al decreto, invitando i docenti interessati ad aderire a un ricorso collettivo. Secondo Anief, il provvedimento non garantirebbe la vera continuità didattica e viola il principio del merito.
La posizione della FISH
Di segno opposto la valutazione della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), che ha espresso “profonda contrarietà” all’iniziativa giudiziaria dei sindacati. Secondo la federazione, la misura ministeriale consente di tutelare relazioni educative consolidate, senza configurare meccanismi discrezionali o clientelari. FISH difende il ruolo attivo delle famiglie nel processo educativo e invita a trasformare i posti in deroga in organico di diritto, superando la precarietà nel sostegno.
Il punto di vista dei genitori: l’intervento del Moige
Anche il Movimento Italiano Genitori (Moige) ha criticato l’iniziativa legale sindacale, ritenendola lesiva del diritto delle famiglie a partecipare al percorso educativo. “Come genitori, siamo i primi educatori e conosciamo le esigenze dei nostri figli con disabilità”, ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del Moige. L’organizzazione ha ribadito che la continuità didattica è un valore essenziale, e che la richiesta di conferma del docente rappresenta un gesto di tutela, non un’ingerenza.