Sciopero scuola 30 maggio, i sindacati protestano contro il governo. Le parole dei segretari [VIDEO]
Lo sciopero del 30 maggio rappresenta un punto di snodo importante nel confronto tra Governo e sindacati.
Lo sciopero è rivolto a tutti i lavoratori in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative italiane. Per l’occasione, è stata organizzata anche una manifestazione a Roma.
Di questo e di molto altro se ne parlerà nella diretta di Orizzonte Scuola TV, su Facebook e YouTube, di lunedì 30 maggio alle 14:45
In collegamento ci saranno Francesco Sinopoli (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl Scuola), Pino Turi (Uil Scuola), Elvira Serafini (Snals), Rino Di Meglio (Gilda) e Marcello Pacifico (Anief). Conduce Andrea Carlino, giornalista di Orizzonte Scuola.
Le ragioni della protesta
Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, “è arrivato il momento di dire basta a un atteggiamento del governo che è chiaramente contro gli interessi della scuola pubblica” e lo sciopero serve a protestare contro “l’idea di un sistema di reclutamento che è pensato in realtà senza tenere conto dell’interesse di chi è precario oggi per cui non si prevede nessun percorso di stabilizzazione, non si riconosce l’attività svolta, non c’è nulla di tutto quello che serve”
Come ha sottolineato Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola, i motivi dietro alla protesta sono molteplici. Da un lato si vuole “riaffermare il diritto del personale della scuola a un dignitoso rinnovo del contratto”, dall’altro si vuole “dire no a interventi fatti per legge su materie come la formazione in servizio e il trattamento economico, di diretto impatto sul rapporto di lavoro e quindi da disciplinare in via negoziale” .
Per il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, si sciopera “per restituire dignità ai lavoratori. Se si perde la dignità non c’è contratto che tenga. C’è bisogno di unità, sindacati, lavoratori della scuola, cittadini, abbiamo bisogno di tutti e non ci fermeremo certo qui. Non è vero che gli scioperi non servono. Ricordatevi la Legge 107. Fu proprio uno sciopero dei sindacati a fermarla. L’abbiamo smontata pezzo per pezzo, oggi non c’è la chiamata diretta e i dirigenti sceriffi non hanno avuto alcun successo”.
Per il presidente di Anief, Marcello Pacifico, “va mandato un messaggio unitario, diciamo sì a chiunque crede che questa riforma va cambiata. Questi concorsi straordinari, riservati, non hanno portato al risultato di assumere i precari, perché sono stati gestisti male, come nel caso dei quiz. Bisogna snellire le procedure di reclutamento. Tuteliamo i nostri precari”.