Sciopero 18 novembre, 150mila studenti in piazza: “Stop a PCTO, più diritto allo studio. Ministro ci ascolti davvero”. Valditara: “Sempre pronto al dialogo nelle sedi istituzionali”

Studenti in piazza in tutta Italia. Dalle scuole alle Università i giovani di questo paese oggi in piazza in oltre 40 città. Da Napoli a Milano, da Genova a Bologna, si legge in una nota di Uds e Link, i giovani manifestano per scuole e università gratuite, per essere non solo ascoltati dalla politica ma vedere i propri diritti realmente rispettati.
La protesta, come spiegano i promotori, è rivolta contro la “scuola del merito” che “esclude e si basa eccessivamente sulla competizione”.
“Oggi 150.000 gli studenti in piazza in tutto il Paese in 80 piazze diverse e il ministro ancora non ci riceve. Vogliamo l’immediata convocazione del Forum nazionale delle Associazioni Studentesche maggiormente rappresentative, se il ministro ci vuole ascoltare che lo faccia veramente e lo faccia ora”. Sono, in una nota, le parole di Bianca Chiesa, coordinatrice dell’Unione degli Studenti.
“Oggi siamo scesi in piazza in tutto il Paese con delle proposte chiare – continua Bianca Chiesa – il ministro e il governo hanno promesso che ci avrebbero ascoltato, che lo facciano subito ricevendo ora che siamo sotto il ministero insieme agli studenti, lo facciano convocando il Fast: Forum nazionale delle Associazioni Studentesche maggiormente rappresentative. Il ministero ci propone di parlare con il vice capo del gabinetto, una figura unicamente tecnica, pretendiamo di parlare con il ministro in persona. È inaccettabile che ci venga proposta una figura tecnica quando noi scendiamo in piazza con una proposta politica chiara e strutturata su cinque pilastri.”
“Oggi gli studenti sono scesi in piazza per una legge nazionale sul diritto allo studio, l’abolizione dei Pcto a favore dell’istruzione integrata, maggiore rappresentanza, salute e sicurezza garantite in tutte le scuole e la riforma dello statuto con l’introduzione di più diritti per gli studenti. Abbiamo una proposta chiara costruita a partire dagli Stati Generali della scuola di febbraio scorso insieme a studenti di tutto il paese e le realtà del sociale, ora il ministro ci deve ascoltare, ora decidiamo noi”, conclude Bianca Chiesa.
Pronta la risposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “E’ sempre positivo che gli studenti esprimano le proprie idee e avanzino le proprie proposte, è uno degli elementi fondamentali delle società libere”- dichiara il Ministro Valditara- “Il dialogo è stato il principio cardine su cui ho impostato da subito la mia azione. Confermo che nella Grande Alleanza per la Scuola e per il Merito che stiamo costruendo, il confronto con le ragazze e con i ragazzi riveste un ruolo fondamentale, e sarò lieto di approfondire quanto prima il dialogo nelle sedi istituzionali preposte con i rappresentanti democraticamente eletti degli studenti”.
I motivi della protesta
“Il ministero dell’istruzione del governo Meloni – affermano i dimostranti – è diventato il ministero “merito”. A guidarlo Giuseppe Valditara, tra i responsabili della riforma Gelmini che tagliò 10 miliardi di euro alla scuola tra 2008 e 2010. Non c’è nessuna vera meritocrazia in un sistema scolastico con sempre meno diritto allo studio. Mediamente 100 mila studenti ogni anno abbandonano la scuola”.
“Siamo partiti in corteo in tutta Italia perché maggiori investimenti sul diritto allo studio e un cambiamento strutturale del sistema di istruzione pubblica – affermano gli studenti in piazza – In oltre 40 città stiamo manifestando per Scuole e Università accessibili e gratuite. Nel contesto attuale di guerra e crisi economica l’aggravamento delle condizioni materiali sta determinando abbandono scolastico e universitario e precarietà giovanile. Abbiamo bisogno che la politica ci ascolti, il governo attuale non ci rappresenta, perché è un governo che difende potenti e privilegi, reprime dissenso, libertà e diritti civili. Gli spazi democratici stanno venendo tagliati, la nostra voce viene continuamente zittita con la violenza, non lasciandoci nessuno spazio di decisionalità. Vogliamo poter decidere sulle nostre vite, sui nostri percorsi lavorativi, scolastici e universitari!”.
“Da decenni ormai le scuole non si trovano nelle priorità della politica, mentre il livello di dispersione scolastica cresce a dismisura – afferma la coordinatrice dell’Unione degli Studenti Bianca Chiesa – siamo scesi in piazza perché una legge nazionale sul diritto allo studio, l’abolizione dei Pcto a favore dell’istruzione integrata, strumenti di maggiori rappresentanza e protagonismo studentesco, investimenti sull’edilizia, sportelli psicologici e carriere alias, un nuovo statuto dei diritti degli studenti che garantisca il diritto allo sciopero”.
Fratoianni: “Basta retorica vuota sui giovani”
“Nel nostro Paese la retorica la fa da padrona e in particolare sulle giovani generazioni: da un lato i giovani esaltati come risorse del futuro e dall’altro i giovani come scansafatiche e nullafacenti, oggetto delle risposte repressive come accade ad esempio con il decreto sui rave. La verità è che in questo Paese ai giovani andrebbero date delle risposte. Per esempio su un terreno fondamentale per loro come quello della formazione, dell’istruzione”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in un video sui social nel giorno delle manifestazioni promosse dalle associazioni studentesche.