Sciopero 17 maggio, in piazza anche il Coordinamento nazionale abilitati

WhatsApp
Telegram

Comunicato – Discorso di Paola Brandi del Coordinamento Nazionale Abilitati durante lo sciopero del 17 maggio 2019. 

Mi chiamo Paola Brandi e sono il vice presidente del COORDINAMENTO NAZIONALE ABILITATI di stato che, nonostante appunto l’abilitazione, si sono sottoposti ad un concorso che, nonostante le promesse, è ancora in alto mare.

Cercherò di non usare termini tecnici perché abbiamo già inviato a tutti gli enti preposti, al governo, al Miur e anche ai sindacati confederali, un’ampia e dettagliata documentazione in merito alla nostra condizione di ABILITATI NON STABILIZZATI, di lavoratori, di PRECARI, perché nonostante quello che tutti credono, ad oggi, DI FATTO, 36.000 DOCENTI ABILITATI DI STATO, che hanno partecipato al concorso bandito nel lontano febbraio 2018, il 1 LUGLIO chiederanno l’ennesimo assegno di disoccupazione.

Preferisco quindi parlarvi da docente e da cittadina di questa Repubblica.
Risulta difficile parlare di precariato, ma non è difficile intuire che un precario della scuola è un soggetto DEBOLE che fa fatica a svolgere la propria professione, è un lavoratore che non solo non può progettare per la sua famiglia, ma non può nemmeno progettare per i suoi studenti e quindi ASSICURARE una CONTINUITA’ DIDATTICA, di cui tanto si parla, e quindi una formazione di qualità ai cittadini di questa Repubblica.

Apparentemente, ma SOLO apparentemente, il governo precedente sembrava aver risolto questa anomalia, bandendo appunto il concorso transitorio a NOI riservato. Di fatto questo il ministero della pubblica istruzione non è stato in grado di gestire la macchina del concorso.

Noi docenti abilitati siamo rimasti, infatti, imbrigliati nella rete delle inadempienze degli uffici scolastici regionali che non sono stati capaci nemmeno di far pubblicare le graduatorie nei tempi per le assunzioni in ruolo.
Il ministro Bussetti, che non ha mai accettato di incontrarci, ci ha più volte rassicurato attraverso lo staff del sottosegretario Giuliano e del capo ufficio legale. Ma alle parole non sono seguiti i fatti. Anzi, il parlamento, su proposta di QUESTO GOVERNO, ha approvato una legge di bilancio che ha SNATURATO E DISTRUTTO le ragioni stesse del concorso.

Cambiando le regole DURANTE LE PROCEDURE CONCORSUALI, ha dato vita ad una INACCETTABILE e assurda disparità non solo tra candidati allo STESSO concorso, ma anche tra professionisti della STESSA categoria, in quanto ci viene negato il diritto all’assegnazione provvisoria e alla mobilità, diritto che invece viene garantito ad altri docenti provenienti da altri sistemi di reclutamento. Inoltre ci viene imposto, ripeto CAMBIANDO le regole presenti nel bando, un discriminante e improponibile BLOCCO di 5 anni sia su materia che su classe di concorso, cosa mai accaduta nella storia di questa repubblica. Chi avrà la sfortuna di capitare a centinaia di km dovrà scegliere tra distruggere la propria famiglia e abbandonare la propria carriera.

QUESTE SCELTE NON SONO ACCETTABILI E NON SONO CONDIVISIBILI.

Caro ministro, cari parlamentari, care commissioni cultura che non vi siete degnati nemmeno di rispondere alle nostre mail, non avete figli, nipoti in età scolare? Frequentano tutti le scuole private americane? Se il ministro non solleciterà e non sorveglierà sulla chiusura delle procedure concorsuali e non farà una proroga per l’accantonamento dei posti il 1 settembre migliaia di cattedre che ci spettano di diritto saranno riaffidate a noi per l’ennesima volta con contratti a tempo DETERMINATO.

Infatti non siamo neolaureati, ma abbiamo pluriennale esperienza nella scuola, non siamo docenti di serie b, ricopriamo infatti incarichi importanti e siamo inseriti nel tessuto scolastico a tutti i livelli e soprattutto abbiamo responsabilità CIVILI E PENALI e MORALI in carico alla nostra professione.

Non siamo giovani, abbiamo una media di 43/45 anni e per lo più siamo donne, madri di famiglia. Lo stato non ci può imporre di scegliere, come ad una roulette russa. Con il blocco dei 5 anni e negandoci il diritto sacrosanto alla mobilità siamo costretti a scegliere tra famiglia e lavoro, tra I NOSTRI figli e i VOSTRI figli. Come possiamo lavorare serenamente con queste prospettive se ci strappate ai nostri figli, alle nostre famiglie. Quello che chiediamo come abilitati di stato è ciò che ci spetta di diritto perché ce lo siamo guadagnato ed è RISPETTO E DIGNITÀ.
Se non vogliamo perdere questo ENORME PATRIMONIO umano e professionale, ci dobbiamo impegnare FORTE FORTE, come dice il ministro Bussetti e da domani ci aspettiamo risposte concrete non solo per noi, ma per i nostri e i vostri figli e per TUTTI GLI ITALIANI.

Concludo dicendo appunto che la scuola è IL SISTEMA CENTRALE DEL PAESE che rende gli italiani TUTTI UGUALI e che ne garantisce pari opportunità di successo su TUTTO IL TERRITORIO nazionale. Se vogliamo uscire da questo buco nero e rendere il nostro sistema scolastico competitivo e CREDIBILE dobbiamo investire e non MASSACRARE tutte le risorse disponibili, ECONOMICHE E UMANE.

Non diamo ragione a Victor Hugo quando disse che CHI CHIUDE UNA SCUOLA APRE UNA PRIGIONE!!!! Chiediamo che la scuola non diventi per noi un carcere ma un luogo di libertà perché come disse PIETRO CALAMANDREI “TRASFORMARE I SUDDITI IN CITTADINI E’ UN MIRACOLO CHE SOLO LA SCUOLA PUO’ FARE”.

WhatsApp
Telegram

Studenti stranieri, integrazione e inclusione, FORMAZIONE OBBLIGATORIA: Metodologie, Italiano L2, unità di apprendimento pronte, tic e valutazioni. 25 ore di certificazione