Scena muta alla maturità, i voti sono strumento di giudizio o ostacolo all’apprendimento? Affinati propone una scuola senza l’ossessione del giudizio: “Attira tensioni”

La vicenda delle studentesse di un liceo classico di Venezia ha riacceso il dibattito sul ruolo del voto nel sistema scolastico. Le candidate hanno scelto di rimanere in silenzio durante la prova orale dell’esame di maturità, non per impreparazione, ma come forma di protesta contro le valutazioni negative ricevute nella prova scritta di greco.
Lo scrittore e insegnante romano Eraldo Affinati, commentando l’episodio all’agenzia di stampa SIR, ha sottolineato come questo evento riproponga “l’annosa questione del voto come giudizio”. Affinati evidenzia un problema strutturale del sistema: finché il titolo di studio manterrà il suo valore legale, esisterà sempre il rischio di discrezionalità arbitraria nelle valutazioni delle commissioni d’esame.
Il docente riconosce che i maturandi sono consapevoli di questa realtà e devono assumersi la responsabilità delle loro scelte all’interno di questo schema valutativo. Tuttavia, sottolinea anche che i margini di manovra sono troppo ampi per impedire possibili abusi e prevaricazioni, anche ammettendo la possibilità di una valutazione oggettiva.
Affinati propone una visione alternativa della scuola, in cui il peso del voto sia ridotto. Descrive il voto come un elemento che “attira tensioni: esalta e redarguisce, lusinga e strapazza, premia e punisce, elogia e mortifica”, diventando terreno fertile per competizione, invidia e rancore.
La scuola ideale, secondo Affinati, dovrebbe lavorare “a ingranaggi scoperti”, con un approccio più collaborativo tra docenti e studenti. In questo modello, l’enfasi sarebbe posta sull’impegno comune verso un obiettivo condiviso, con il docente che guida gli studenti in un’avventura di apprendimento, incoraggiando domande e adattando il ritmo alle esigenze del gruppo.
Pur riconoscendo che una tale scuola potrebbe non esistere mai nella realtà, Affinati avverte che, se il sistema rimarrà invariato, episodi come quello del liceo di Venezia potrebbero ripetersi.