Scala arcobaleno, Galiano: “Libertà e responsabilità delle parole. A 13 anni si ripetono slogan senza elaborarli”

La vicenda della scala arcobaleno in una scuola continua a generare accese discussioni nel panorama educativo e politico nazionale. Un tredicenne ha rifiutato di percorrere i gradini dipinti con i colori dell’arcobaleno, simbolo della lotta contro l’omofobia, compiendo invece una pericolosa acrobazia sulla ringhiera che gli è costata una nota disciplinare.
L’episodio ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti: da un lato i genitori del ragazzo e alcuni esponenti politici, come il leghista Rossano Sasso, che hanno denunciato un’imposizione ideologica; dall’altro l’istituto scolastico, che ha precisato come il provvedimento disciplinare fosse legato esclusivamente al comportamento pericoloso dello studente e non alle sue opinioni personali.
Il confine sottile tra libertà di espressione e rispetto dei diritti
Lo scrittore e docente Enrico Galiano è intervenuto sulla questione sottolineando come la libertà di pensiero sia un diritto fondamentale, ma evidenziando anche le ambiguità della posizione del giovane. “Dire di essere ‘contro la comunità LGBT+’ può significare molte cose”, ha spiegato Galiano, distinguendo tra il legittimo disaccordo su alcune rivendicazioni politiche e la più problematica negazione di diritti fondamentali a un’intera categoria di persone.
Secondo l’educatore, quando si esprime contrarietà verso una comunità di persone “solo per quello che sono”, si sta manifestando un atteggiamento che, “per definizione, è omofobia“. Tuttavia, Galiano ha anche evidenziato l’importanza di considerare l’età del protagonista della vicenda.
L’importanza del dialogo educativo con gli adolescenti
Un aspetto cruciale sottolineato da Galiano riguarda la giovane età dello studente. A tredici anni, ha osservato l’insegnante, è possibile che il ragazzo stesse semplicemente ripetendo “uno slogan sentito a casa, in tv o sui social” senza averlo realmente elaborato.
Anziché etichettare immediatamente il giovane come omofobo, Galiano suggerisce che sarebbe stato più costruttivo instaurare un dialogo educativo, chiedendogli di approfondire il significato delle sue affermazioni e aiutandolo a riflettere sulle implicazioni delle proprie parole.
“La libertà di pensiero esiste, ma anche la responsabilità delle parole“, ha concluso Galiano, invitando a considerare non solo se sia legittimo esprimere certe posizioni, ma anche se si è consapevoli del loro reale significato, soprattutto quando si tratta di adolescenti in formazione.