Salva la vita al nonno grazie al defibrillatore: aveva imparato ad usarlo a scuola. La storia di Beatrice

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Il 15 giugno è una data che Beatrice Bandiera Marlia, una futura designer industriale di 22 anni, ricorderà per sempre. Mentre era immersa nello studio per la sua tesi, una chiamata del nonno Piero, quasi novantenne, ha interrotto la sua tranquillità.

“Mi fa tanto male il petto, venite a casa“, ha esclamato. Insieme alla madre, Beatrice ha percorso correndo i cento metri che separavano le loro abitazioni a Nozzano Castello, un piccolo comune appena fuori Lucca.

Al suo arrivo, lo zio aveva già chiamato il 118, ma l’ambulanza doveva ancora raggiungerli dalla città vicina. Nel frattempo, le è stato consigliato di praticare il massaggio cardiaco al nonno e di cercare un defibrillatore. Con il cuore in gola, Beatrice si è precipitata in piazza, entrando dapprima in farmacia e poi, su indicazione, al bar La Ciocca, dove ha ottenuto il defibrillatore necessario.

Il corso di primo soccorso che aveva seguito durante l’ultimo anno di liceo scientifico si è rivelato fondamentale. Gli insegnamenti di quel corso sono tornati alla mente in modo automatico, permettendo a Beatrice di applicare le piastre sul petto del nonno e di fornire quattro scosse vitali prima dell’arrivo dell’ambulanza.

Con l’intervento tempestivo, Beatrice ha evitato danni cerebrali al nonno, che, dopo essersi svegliato dal coma il mattino seguente, è ora completamente recuperato e si diletta tra l’oliveto e l’orto. Questo episodio non solo ha cambiato la vita di Beatrice e del nonno Piero, ma ha anche evidenziato l’importanza della formazione in rianimazione cardiopolmonare (RCP) nelle scuole.

Il 16 ottobre, Beatrice ha raccontato la sua esperienza emotiva alla Camera dei Deputati a Roma, invitata dall’Italian Resuscitation Council, in occasione della Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare

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