Salute del docente e incolumità degli alunni: ruolo dirigente e genitori (II puntata)

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Nel precedente articolo ci siamo occupati del caso di una maestra sospettata di etilismo da parte dei genitori che chiedevano garanzie per i loro figli. Tuttavia, i problemi possono anche essere più sfumati ma, non per questo, meno importanti.

Le preoccupazioni dei genitori, soprattutto se esposte al dirigente scolastico, non vanno mai sottovalutate ma richiedono attenzione ed estrema cautela nella fase di verifica. Queste nascono da un rapporto fiduciario che coinvolge più parti (alunno, docente, genitori, dirigente scolastico, classe) che devono essere ascoltate – nessuna esclusa – al fine di comporre una rappresentazione completa e veritiera della situazione. Non dobbiamo dimenticare che, quello della scuola, è un mondo che costituisce la prima vera esperienza relazionale per ciascuna famiglia dell’alunno e che in ciascuna classe sono presenti mediamente una trentina di famiglie con un proprio stile educativo naturalmente diverso dalle altre. Il difficile compito della maestra, oltre a educare e insegnare, consiste pertanto nel conciliare e amalgamare differenze e asperità tra alunni, sottoponendosi inevitabilmente a critiche, osservazioni e – perché no? – gossip amplificati a dismisura dal ruolo dei social. Gli effetti deleteri dei gruppi WA, mal usati, sono numerosi. Esperienza, capacità, tatto ed esperienza saranno di conseguenza gli ingredienti essenziali, a qualsiasi livello, per gestire al meglio rapporti quasi sempre complessi, se non addirittura con interessi in conflitto tra loro (ad es. esigenze di servizio vs desiderata dei genitori). Vediamo di seguito il caso segnalato da una mamma, giustamente preoccupata per la figlia, che si rivolge al sottoscritto per un consiglio dopo aver esperito un tentativo di soluzione col dirigente scolastico non andato a buon fine.

La lettera

Gentile dottore,facendo una ricerca online ho trovato diversi suoi spunti interessanti in materia di tutela dei diritti e doveri nel “mondo scuola” e mi permetto per questo di chiedere un suo parere in merito a un problema di mia figlia.In estrema sintesi:– durante il secondo anno di scuola primaria una sua insegnante ha tenuto e mostrato comportamenti, frasi e esternazioni tutt’altro che consone al suo ruolo, anche in presenza di altri colleghi e adulti. Tali accadimenti, portati (purtroppo solo informalmente) a conoscenza del dirigente, determinarono, all’inizio del successivo anno scolastico, il trasferimento dell’insegnante ad altra classe;– nei seguenti due anni scolastici l’insegnante in questione ha riproposto comportamenti similari nelle classi dove era stata assegnata. In tale occasione è stata effettuata formalizzazione degli stessi anche col coinvolgimento di professionisti (psicologi e avvocati);– in data odierna siamo venuti a conoscenza che dall’anno scolastico che sta per iniziare l’insegnante è stata di nuovo destinata alla classe di mia figlia;– aggiungo che medesimi problemi l’insegnante li aveva avuti anche nell’istituto dove aveva prestato servizio in precedenza.

Avevo già informato nei giorni scorsi la dirigente sui miei timori e mi ha assicurato che monitorerà la situazione ma, almeno per il momento, e nonostante i precedenti, non credo abbia intenzione di fare altro (come ad esempio richiedere la visita di accertamento medico in CMV).

La mia preoccupazione nasce dal fatto che tutto si svolge sulla pelle di bambini che, a torto o a ragione, partono già da una passata esperienza negativa con la stessa docente.

Speravo ci fosse un modo preventivo per tutelare maggiormente i bambini e permettere anche alla maestra di lavorare in maniera serena o, nel caso, di aiutarla a risolvere eventuali suoi problemi, senza aspettare che succedano altri eventi spiacevoli.

Al di là dell’inspiegabile decisione della dirigente di riproporre ai bambini una maestra con cui hanno già avuto problemi (purtroppo non formalizzati al tempo), le chiedo se, e cosa, è nel potere di un genitore di fare. La visita di accertamento di cui ho letto nei suoi articoli è ad esempio richiedibile, in casi analoghi a questo, anche da parte del genitore? Cos’altro posso fare per tutelare la salute e il benessere di mia figlia?Mi scuso se l’ho importunata ma penso possa capire la mia preoccupazione di madre e la ringrazio anticipatamente per l’aiuto che potrà darmi.

Considerazioni

La lettera è ben articolata e allo stesso tempo obiettiva senza esagerazioni, né invettive. Riporta anche i limiti delle proprie lamentele (segnalazioni solamente informali) e descrive approssimativamente le anomalie del comportamento (poco) professionale della maestra con fraseggi ed esternazioni non consone al ruolo. Cita inoltre i precedenti dell’insegnante presso i precedenti istituti dove aveva prestato servizio. Infine, pone la domanda, cui ho già risposto in numerosi articoli, relativamente alla facoltà dei genitori di richiedere l’Accertamento Medico d’Ufficio (AMU) nei confronti dell’insegnante. Posto che i genitori non hanno la predetta facoltà che resta ad esclusivo appannaggio del preside, la chiave di volta del problema è rappresentata proprio dal dirigente scolastico cui spetterà verificare situazione e gravità degli episodi. Solitamente la presenza di “episodi precedenti” è indicativa del fatto che vi sia qualcosa di vero, anche se può essere stato ingigantito. Il preside dovrà andare a fondo della questione cercando di comprendere se le lamentele esposte sono vere e, nel caso lo fossero, se non siano dovute a un malessere psicofisico di competenza medica. Parlando con la maestra, stabilirà se è il caso di ricorrere all’AMU contestualmente alla sospensione cautelare dal servizio (DPR 171/11). Beninteso che ogni provvedimento assunto nei confronti della maestra deve essere a esclusiva tutela della sua salute professionale.

Ulteriore compito del dirigente sarà quello di illustrare ai genitori i rispettivi ruoli e il suo intervento, invitandoli a riporre fiducia nel suo operato. Ricorderà loro che la miglior garanzia a salvaguardia dell’incolumità degli alunni è costituita dalla salute del docente che il dirigente ha, per legge, il dovere di tutelare. Infine, non dovrà mancare di ripetere che la scuola è da sempre il luogo più sicuro per un minore, anche rispetto alla stessa famiglia di appartenenza.

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