Salario minimo, per Anief deve valere anche per i dipendenti pubblici

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Anief – “Il salario minimo deve essere certamente introdotto, ma anche nei contratti dei dipendenti pubblici”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Noi pensiamo a un salario che sia ancorato all’inflazione come indennità di vacanza contrattuale – ha detto il sindacalista all’emittente radiofonica Italia Stampa – per poi andare a negoziare eventualmente con delle risorse aggiuntive tutte le altre voci stipendiali che riguardano il salario accessorio. Questo dovrebbe valere per il personale della scuola, come per tutti i dipendenti pubblici”.

Il salario minimo è stato reso necessario dopo l’impennata di inflazione dovuta prima alla pandemia e poi al conflitto in corso in Ucraina: l’Unione europea ha rotto gli indugi annunciando a tutti gli Stati membri una direttiva in difesa dei compensi dei lavoratori e del loro potere di acquisto.

L’Istat ha detto che l’Italia è l’unico Paese dove gli stipendi sono arretrati rispetto all’inflazione: l’Italia ha fatto registrare un – 2,9% di crescita, a fronte del + 6.20% della Spagna e addirittura del + 276,30% della Lituania. Il salario minimo rappresenta un “paracadute” per tutti i lavoratori non tutelati. Ma anche in vista del rinnovo contrattuale che in tanti comparti, come la scuola, è bloccato da anni: su questo punto, in settimana l’Anief ha ribadito la necessità di approvare un contratto ponte, per dare ai dipendenti della scuola con immediatezza 3mila euro di arretrati e oltre 100 euro medi, per poi sviluppare il confronto con la parte pubblica, anche sulle nuove norme, sul contratto collettivo 2022/24

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