Sal Da Vinci a “La Fisica dell’Amore”: “I ragazzi sono più preparati di noi per il futuro, ma noi li ascoltiamo poco, è un grave errore”

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Sal Da Vinci ha condiviso con il pubblico de “La Fisica dell’Amore” un’esperienza scolastica atipica. “Ho iniziato a lavorare in teatro da piccolo con mio padre”, ha raccontato l’artista.

“Non ho mai aperto un libro, ascoltavo e ripetevo. Ho fatto la prima elementare, ma dalla terza in poi non riuscivo a conciliare scuola e lavoro. I miei genitori mi iscrissero in una scuola privata: entravo alle dieci, uscivo all’una e scappavo a teatro”. Un’infanzia vissuta tra le luci della ribalta e i banchi di scuola, un’esperienza che ha segnato profondamente il suo percorso formativo.

Il successo a Sanremo e la laurea a quarant’anni

La passione per il canto e il teatro non gli hanno impedito di coltivare il desiderio di completare gli studi. “Ho vissuto il mondo degli adulti troppo in fretta, ero troppo impegnato”, ha ammesso Da Vinci. “Mi fermai al secondo anno, ma volevo terminare gli studi. Nel 2009, a quarant’anni, ho partecipato al Festival di Sanremo. La notte studiavo e il giorno dopo c’era la mia esibizione e la promozione”

Un esempio di perseveranza e determinazione, che dimostra come sia possibile raggiungere i propri obiettivi anche con un percorso non lineare.

“I ragazzi sono più preparati di noi per il futuro, ma noi li ascoltiamo poco, è un grave errore”, ha concluso Da Vinci rivolgendosi ai giovani. “Fate quello che è più giusto per voi, perseverate nei vostri sogni, non vi fate abbindolare dalle strade facili, ognuno di noi nella vita se le cose se le deve conquistare”.

Un messaggio di incoraggiamento e speranza, un invito a credere in se stessi e a perseguire i propri sogni con impegno e determinazione.

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