Rur: nel lavoro donne indispensabili, 72% in settore scuola e sanità
Report Rur riportato da Adnkronos: le donne sono indispensabili, nel settore della sanità e in quello scolastico sono il 72% degli occupati.
“Se effettivamente volessimo elaborare strategie d’innovazione a seguito della più importante crisi globale dopo la seconda guerra mondiale, la questione femminile dovrebbe costituire il motore più importante per il cambiamento. Fra i grandi paesi europei, infatti, il nostro mercato del lavoro include la quota più bassa di donne occupate pari al 42,5% del totale, a fronte di una media europea del 46%, e valori ancora più elevati di Francia (48,3%) e Germania (46,7%)”.
“Per portare l’Italia al valore medio europeo sarebbero necessari 1.617.000 nuovi posti di lavoro esclusivamente destinati alle donne, se si volesse almeno dimezzare il divario con l’Europa bisognerebbe porsi l’obiettivo di almeno 250.000 nuove occupate l’anno per il prossimo triennio” si legge ancora nel Report.
“Resta ancora molto rilevante il divario fra i tassi di occupazione: al
febbraio 2020 cioè all’avvio del lockdown quello femminile era del 50%
mentre quello maschile raggiungeva il 68%. La distribuzione regionale
dell’impiego delle donne offre un ulteriore elemento rispetto alle
strategie d’uscita dal lockdown. Con quelle generazionali, le
diseguaglianze di genere segnano certamente un solco profondo nella
società italiana, amplificate e sovrapposte dalle differenze
territoriali.
Fra il tasso d’occupazione femminile della Provincia Autonoma di Bolzano (67,9%) o dell’Emilia Romagna (64,1%) e quello di un’altra regione che gode di ancora maggiore autonomia come la Sicilia (29,8%) corre un divario talmente pronunciato da indicare un’assoluta priorità che la politica non può permettersi di ignorare se vuole dare alla Fase 2 un’impronta di innovazione e non di semplice assistenzialismo. Per questo è necessario un intervento da mettere in cantiere per incentivare occupazione e
imprenditorialità femminile nel Mezzogiorno”.
Le donne, si legge ancora, sono “un’energia vitale per il paese soprattutto
nell’attuale congiuntura che ci sta facendo riscoprire l’importanza –
anche economica oltre che la stessa sopravvivenza collettiva – di
settori che fondano la propria consistenza sul lavoro femminile”.
Ci sono comparti fondamentali per il futuro del nostro paese dove è
schiacciante la presenza di professionalità femminili che raggiunge il
72,4% nei comparti della sanità e dell’istruzione è donna, il 69,1%
nei servizi destinati alla persona.
”Se davvero ci sarà un A.C. (Ante Covid) e un D.C. (Dopo Covid)
dovremmo immaginare un futuro sostenuto da un’economia maggiormente
profilata sui bisogni di un nuovo sociale – ha commentato il
presidente della RUR Giuseppe Roma – in cui conterà la salute, il
sapere, lo smart working, la cultura, ambiti dove offrono un
contributo decisivo le donne. Accrescere la partecipazione femminile
al lavoro è cruciale – ha proseguito Roma – intervenendo sui servizi e
non solo sui bonus, sulla flessibilità d’orario e sul lavoro a
distanza. Senza donne continueremo nella pluridecennale traiettoria di
stagnazione”.