RSU nella scuola, Pacifico (Anief): “Nostro obiettivo è migliorare la scuola per tutte e tutti”. L’impegno del sindacato tra rappresentanza e rivendicazioni contrattuali [VIDEO]

“Non ci interessa urlare più forte per prendere voti, a noi interessa cambiare la scuola per migliorare le condizioni di tutte e tutti”. Le parole di Marcello Pacifico (Presidente ANIEF) delineano l’obiettivo generale del sindacato: migliorare il sistema scolastico attraverso il miglioramento delle condizioni lavorative. Un obiettivo che, sottolinea Pacifico, si traduce sia nel lavoro quotidiano a tutela dei diritti del personale scolastico, sia nel costante dialogo con le istituzioni, sia infine nell’impegno in vista del rinnovo delle RSU.
Secondo ANIEF, infatti, esse non si limitano a una competizione tra candidati, ma rappresentano anche un’occasione per valutare il peso delle organizzazioni sindacali nel settore. “La nostra piattaforma – spiega il presidente – non è nata solo per le RSU, ma per il rinnovo del contratto. È da mesi che lavoriamo su questi temi e che facciamo assemblee sindacali, in presenza e online”.
Negli ultimi tre mesi, ci racconta, ANIEF ha coinvolto oltre centomila docenti e ATA nelle sue assemblee online, oltre a quelle organizzate in presenza.
Buoni pasto e valorizzazione del personale
Tra le proposte più urgenti, il sindacalista ha evidenziato la questione dei buoni pasto, oggi non previsti per il personale scolastico, nonostante siano riconosciuti nella restante PA. “Pensiamo, per esempio, ai buoni pasto: tutta la PA li riceve, noi no. Perché? – ha commentato Pacifico – Non siamo certo tutti a dieta. È una questione di dignità”.
E ancora, tra le battaglie storiche, ANIEF rivendica anche il riconoscimento dell’indennità di trasferta anche per chi lavora lontano dalla residenza. “Siamo riusciti ad ottenere – specifica il presidente – mille euro l’anno per chi lavora nelle piccole isole. Ci stiamo battendo per ottenere lo stesso per chi lavora lontano dalla residenza, perché il pendolarismo scolastico è altissimo”.
Burnout, divari di salari e progressione professionale
Nella sua azione, racconta Pacifico, il sindacato si è concentrato anche sull’individuazione di strumenti volti a contrastare situazioni di disagio lavorativo e a valorizzare i percorsi professionali del personale scolastico.
Tra le condizioni di disagio, è stato messo in evidenza il rischio di burnout legato al carico di lavoro, alla pressione psicologica e alla mancanza di riconoscimento professionale. In tale contesto, il sindacato ha richiesto l’istituzione di una commissione ministeriale che possa valutare lo stress lavoro-correlato attraverso modalità semplici e immediate. Come ha dichiarato Marcello Pacifico, “basterebbe un questionario per accertare lo stress lavoro-correlato. Se il burnout esiste, lo Stato deve intervenire”.
Parallelamente, ANIEF ha portato avanti una serie di rivendicazioni che riguardano direttamente la progressione di carriera e la retribuzione del personale non docente, in particolare:
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l’incremento del 30% dell’indennità per i DSGA, misura che riconosce la responsabilità gestionale di tale figura;
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il riconoscimento del diritto ai tre giorni di permesso retribuito anche ai lavoratori precari, in precedenza esclusi da questa possibilità;
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lo sblocco delle posizioni economiche del personale ATA, ferme da oltre quindici anni, che ha permesso una ripresa dei percorsi di avanzamento;
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l’attivazione dei nuovi profili professionali previsti dal contratto collettivo nazionale, con l’obiettivo di aggiornare le mansioni e le competenze in base all’evoluzione organizzativa della scuola.
Queste azioni sono state orientate a ottenere riconoscimenti concreti e immediati, sia in termini economici sia di status professionale, contribuendo a ridurre la distanza tra le richieste della categoria e le risposte dell’amministrazione. Una distanza che, denuncia Pacifico, si riscontra anche in un crescente divario salariale tra il personale scolastico e i dipendenti ministeriali. “Dal 2000 al 2018 – ricorda – guadagnavamo mille euro in più rispetto ai dipendenti dei ministeri; oggi guadagniamo 6.000 euro in meno all’anno. Il cortocircuito è nato da un cambiamento nella valorizzazione del nostro lavoro”.
Le petizioni attive e i primi effetti
ANIEF ha scelto lo strumento della petizione per sollecitare l’attenzione del legislatore su tematiche rilevanti per il personale scolastico, proponendo modifiche legislative e normative di impatto diretto sulle condizioni lavorative ed economiche. Le tre petizioni attualmente promosse riguardano:
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la sospensione della trattenuta ENAM, pari all’1% dello stipendio;
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la riduzione dell’età pensionabile e il riscatto gratuito della laurea;
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l’abolizione della trattenuta del 2,5% sul TFR, applicata anche ai dipendenti assunti dopo il 2001.
Secondo il presidente Marcello Pacifico, i riscontri non si sono fatti attendere. “Ad esempio, – racconta – quando 120 mila colleghi hanno firmato la petizione sul riscatto agevolato della laurea, qualcosa si è mosso: una proposta di legge della senatrice Bucalo prevede un riscatto a 900 euro l’anno, rispetto ai 12.000 attuali”.
L’obiettivo delle petizioni non è solo normativo ma anche informativo: esse mirano a sensibilizzare il personale su questioni spesso poco conosciute ma economicamente rilevanti, facendo emergere un’esigenza di equità all’interno della pubblica amministrazione.
Ricorsi? “Quando siamo in tanti, lo Stato cambia le regole”
Inoltre, Pacifico spiega come, nel corso degli ultimi anni, il sindacato abbia intrapreso numerose azioni legali collettive e individuali, con l’obiettivo di riconoscere diritti economici e professionali non applicati al personale scolastico, in particolare a quello precario.
L’azione giudiziaria ha rappresentato uno strumento di pressione per ottenere modifiche normative e contrattuali. “Quando siamo in tanti a ricorrere, lo Stato cambia le regole” ha sottolineato il presidente ANIEF.
E spiega che è stato grazie a queste iniziative che il sindacato ha permesso la restituzione di circa 25 milioni di euro a oltre 9.000 lavoratrici e lavoratori, attraverso il riconoscimento di voci retributive non corrisposte. Tra le principali vittorie giudiziarie si segnalano:
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l’estensione della Carta del docente anche ai docenti a tempo determinato, precedentemente esclusi da questa misura;
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la monetizzazione delle ferie non godute per il personale precario, in conformità a quanto previsto dalla normativa comunitaria;
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il riconoscimento degli scatti di anzianità e della retribuzione accessoria anche in favore dei lavoratori a contratto annuale;
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l’ampliamento della ricostruzione di carriera a categorie precedentemente escluse.
In questo senso, il sindacato ha inoltre attivato uno strumento di screening gratuito: “ogni lavoratore o lavoratrice della scuola (iscritto o no al sindacato) – ha spiegato Pacifico – può inviare il proprio stato di servizio per una verifica dettagliata dei diritti potenzialmente non riconosciuti. È importante essere consapevoli: lo Stato può doverti anche 70.000 euro, ma per la prescrizione ne recuperi solo 3.000”.
Le RSU, una questione di fiducia
Per ANIEF, il rinnovo delle RSU non è soltanto una scadenza elettorale, ma un’occasione per consolidare il rapporto di fiducia tra lavoratori e rappresentanza sindacale. Secondo il presidente Pacifico, infatti, “le elezioni RSU servono a rinnovare la fiducia nelle organizzazioni sindacali. Noi siamo cresciuti del 30% in termini di deleghe e speriamo anche nel voto”.
Il meccanismo elettorale, inoltre, prevede che il voto espresso per un candidato venga attribuito all’intera lista sindacale di riferimento, anche nel caso in cui il candidato non sia iscritto al sindacato. Questo aspetto conferisce al voto un valore doppio: personale e collettivo.
Ed è anche per questo che, secondo Pacifico, la campagna per le RSU si inserisce in una strategia più ampia che punta a ottenere risultati concreti, attraverso una presenza costante nei tavoli istituzionali e una base ampia e informata di iscritti, dato che una maggiore rappresentatività può anche rafforzare il potere contrattuale, riducendo il ricorso al contenzioso legale. “Un sindacato come ANIEF, con il 6,6%, è riuscito a fare molto. Con più rappresentanza – ha concluso – potremmo ottenere risultati anche senza dover ricorrere ai tribunali”.
L’INTERVISTA