Rocambolesca esperienza di un rocambolesco concorso (Lombardia A12 T1). Lettera

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Inviata da Ferrario Clarissa -Sconcerta che una persona residente in Lombardia si debba svegliare alle 4:00 del mattino (3:00 ora solare – cambio del giorno prima) per recarsi dalla provincia di Varese a quella di Mantova (nella parte diametralmente opposta della regione!), in una località priva di qualsivoglia servizio di trasporto, per autenticarsi alle 8:00 nella sede prestabilita.

Sarebbe bastato poco per rendere la situazione più umana, ma evidentemente in due anni il Miur ha avuto tempo di cambiare le modalità delle prove concorsuali, ma non ha saputo organizzare in modo più efficiente la distribuzione dei candidati e gli orari delle loro prove.

Una volta giunta in zona, dopo che da diverso tempo stavo vagando a vuoto, scopro che il nome e il codice meccanografico della scuola forniti nell’elenco delle sedi non corrispondono tra di loro. Dopo aver contattato l’istituto per avere informazioni, mi sono sentita rispondere al telefono: “Io non sono di qui. Chieda in giro, se trova qualcuno per strada”. Peccato che l’unica anima trovata mi abbia indicato una scuola diversa.

Terminata la mia odissea e giunta finalmente a destinazione, scopro l’ennesima novità: nemmeno il numero civico coincide e all’entrata dell’istituto non è riportato neanche il nome. Forse a questo punto sarebbe stato logica una segnalazione.

Ma non è finita qui: all’entrata del laboratorio veniamo trattati con sgradevole diffidenza da chi dirigeva le operazioni, che ci ha minacciati di espulsione se scoperti con apparecchi elettronici non precedentemente depositati. Questa lungimirante persona dovrebbe sapere che, sebbene docenti precari, non siamo studenti indisciplinati pronti a fare i furbi. Penso, anzi, che in certi momenti nessuno abbia voglia di scherzare e mettersi nei guai.

Ormai stressata da questa combinazione di situazioni incresciose e paradossali, all’ora stabilita sostengo il tanto agognato quiz. Non mi stupisco delle domande a trabocchetto che, come si sa, fanno parte del gioco, ma ciò che mi ha colpito è la loro qualità; un quesito addirittura riportava una breve citazione di L. Sciascia su un personaggio di L. Pirandello: dovevamo indicare a quale dei quattro elencati si riferisse, peccato che due nomi indicassero due identità del medesimo protagonista.

A noi viene riservato questo trattamento, però in classe siamo sempre pronti valorizzare i ragazzi, rassicurandoli costantemente che ciascuno di loro è importante e che nessuno di loro è un numero nell’elenco del registro.

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