Robotica, lavoro del futuro ma pochi studenti scelgono questo indirizzo

Nei prossimi cinque anni potrebbero esserci migliaia di posti di lavoro nel settore meccanico-meccatronico (cioè la robotica o industria 4.0) destinati a rimanere scoperti se gli studenti non sceglieranno il corso di studi adatto.
E’ quanto viene stimato in un articolo sul Sole 24 Ore, secondo il quale fra il 2019 e il 2023 si potrebbe verificare sul mercato una domanda di lavoro in questo settore fra le 19 mila e le 23 mila postazioni, con una proiezione per i nuovi lavoratori compresa fra due e seimila unità. E si stima anche che un posto su tre potrebbe rimanere scoperto per carenza di candidati, dovuta al livello attuale dell’istruzione tecnica.
Infatti, nonostante il diploma dell’indirizzo meccanico–meccatronico sia al secondo posto fra i requisiti richiesti per lavorare, nel prossimo anno scolastico solo 17 mila studenti hanno scelto questo indirizzo tra tutti gli iscritti agli istituti tecnici settore tecnologico.
A fronte di una richiesta da parte delle aziende in forte aumento, passata dal 35% nel 2017 al 42% nel 2018, solo il 15% degli studenti ha scelto uno studio che porta a un mercato del lavoro in forte espansione.
Come scrive il Sole 24 Ore, “La meccatronica è oggi il comparto manifatturiero centrale per il passaggio alle nuove modalità produttive spinte da Industria 4.0. Le grandi imprese lo sanno bene; ma anche le pmi impegnate nella ricerca di un maggior numero di figure professionali legate proprio alla trasformazione in atto della catena produttiva”.
Secondo il vice presidente di Federmeccanica con delega all’Education, Federico Visentin, “Le figure più richieste in ottica 4.0 sono i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici; i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali; i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico. Noi stiamo facendo la nostra parte. A breve decollerà la rete nazionale degli istituti tecnici meccatronici. L’obiettivo è scambiare buone prassi nell’allineamento del fabbisogno formativo della filiera e nell’aggiornamento dei curricula. In questo senso, Federmeccanica è impegnata, attraverso la partecipazione al progetto europeo NEW METRO, che coinvolge 7 paesi, a definire un curriculum meccatronico, nei contenuti formativi e nelle metodologie didattiche, per gli Its valido a livello europeo. Più in generale, serve promuovere una cultura favorevole all’impresa che in Italia manca. Anzi sembra che si vada nella direzione opposta“.
Visentin elenca sul quotidiano economico alcune realtà positive relative agli Ist, ma rileva anche che si tratta di casi troppo limitati e che andrebbero invece incoraggiati a partire dai docenti.
A ribadire il concetto è Sabrina De Santis, da oltre 20 anni responsabile Education di Federmeccanica: “Non c’è dubbio che nella scuola c’è un problema di conoscenza dell’industria manifatturiera e di orientamento. Gli insegnanti, già dalle medie, devono appassionare i ragazzi allo studio delle materie Stem. Ciò può fare la differenza: occorre trascinare gli alunni e far vedere loro la “bellezza” di materie come matematica, tecnica e scienze“.